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Cronache

Zuppi torna a Bologna, Chiesa deve essere tra la gente

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Dopo i giorni trascorsi all’assemblea della Cei che lo ha eletto presidente dei vescovi italiani, il cardinale Matteo Zuppi e’ tornato a quella che ormai considera casa sua, ovvero Bologna, dove dal 2015 e’ a capo della diocesi, raccogliendo applausi e affetto dalla citta’. “La Chiesa deve essere tra la gente”, ha detto, mettendolo anche in pratica, per un sabato fittissimo di impegni nelle strade e nelle piazze della citta’. Per la chiesa bolognese, peraltro, e’ una settimana particolare, con la tradizionale discesa in citta’ dell’immagine della Vergine di San Luca, una settimana di preghiera, ma anche di festa, alla quale Zuppi ha dovuto parzialmente rinunciare a causa dell’impegno alla Conferenza episcopale. In mattinata e’ andato a dare il via alla ‘Run for Mary’, una corsa non competitiva dedicata alla Madonna, poi nel pomeriggio, in piazza Maggiore, ha partecipato alla giornata del gioco promossa dall’Unicef. Domani ci sara’ la processione che vedra’ l’immagine della Madonna tornare sul Colle della Guardia che domina la citta’: per l’occasione Zuppi mettera’ insieme gli ortodossi del patriarcato di Mosca e la Chiesa Ucraina, per rilanciare da Bologna il messaggio di pace. Ad accoglierlo al suo rientro in citta’, con applausi e incitamenti, tanti fedeli e le istituzioni con il sindaco Matteo Lepore che ha ribadito “l’orgoglio della citta’ per questa nomina”, ma ha anche scherzato sul grande affetto che la citta’ riserva in ogni occasione al proprio vescovo: “adesso spostiamo la statua di San Petronio da sotto le Due Torri e ci mettiamo un’immagine di Zuppi…”. “Sono tornato a casa – ha detto il cardinale – se non c’e’ una casa non c’e’ tutto il resto, saro’ un po’ a Bologna e un po’ a Roma, poi girero’: ma Bologna e’ una bellissima casa”. Le iniziative cittadine di questa settimana “sono una ripartenza dopo la pandemia – ha detto – finalmente viviamo la discesa della Madonna di San Luca vivendo la comunita’, purtroppo in questi giorni non ci sono stato, ma ho visto le immagini bellissime dei bambini, del ritrovarsi insieme per la pace: e’ importante essere insieme per combattere il demone della guerra, dobbiamo imparare a camminare insieme”. Zuppi, prima di andare in piazza Maggiore per l’iniziativa dell’Unicef e a prepararsi per la solennita’ di domani, ha salutato e ringraziato tutti per il sostegno, senza sottrarsi alle battute, come con chi gli ha detto: “don Matteo, i bolognesi la pensano gia’ papa!”. “Io no”, ha risposto sorridendo.

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Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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Dati rubati: oggi a Milano l’interrogatorio di Del Vecchio jr

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E’ stato fissato per oggi pomeriggio un interrogatorio, davanti ai pm, di Leonardo Maria Del Vecchio (foto Imagoeconomica in evidenza) – 29 anni e uno dei figli del patron di Luxottica morto nel 2022 – indagato nell’inchiesta milanese sui presunti dossieraggi illegali per concorso in accessi abusivi a sistema informatico. L’interrogatorio, da quanto si è saputo, è stato richiesto dallo stesso Del Vecchio per difendersi dalle accuse e chiarire. L’audizione si terrà, da quanto si è appreso, non al Palazzo di Giustizia milanese ma in un altro luogo, una caserma degli investigatori.

“Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa. Altri, infatti, sarebbero eventualmente i responsabili di quanto ipotizzato dagli inquirenti”, aveva già spiegato l’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, che aveva parlato della “infondatezza delle accuse ipotizzate a proprio carico”.

Stando agli atti dell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, del pm della Dda Francesco De Tommasi e del collega della Dna Antonello Ardituro, Nunzio Samuele Calamucci, hacker arrestato, uno dei presunti capi dell’associazione per delinquere di Equalize e che avrebbe creato dossier con dati riservati prelevati in modo illecito, avrebbe realizzato anche un falso “atto informatico pubblico” per “offuscare l’immagine di Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo”.

Calamucci avrebbe creato, in particolare, un finto “rapporto” della Polizia di New York con cui “si dava atto” falsamente “di un controllo eseguito in quella città” nei confronti del fratello di Leonardo. Nel falso report, redatto all’apparenza nel 2018, si segnalava che era “in compagnia” di una persona “registrata” per “crimini sessuali” dal Dipartimento di Giustizia americano.

Il gruppo di hacker, poi, avrebbe dovuto inserire nell’estate 2023, secondo l’accusa per conto di Leonardo Maria Del Vecchio, un “captatore informatico” sul cellulare della fidanzata e modella Jessica Serfaty, ma non ci riuscì malgrado diversi tentativi di inoculare “il trojan”. A quel punto, sarebbero stati creati falsi messaggi tra lei e “un illusionista di fama mondiale”.

Tra gli indagati anche il collaboratore dell’imprenditore, Marco Talarico. Secondo le indagini, le ricerche di informazioni di Del Vecchio jr, richieste al gruppo di Equalize attraverso i suoi collaboratori, si sarebbero inserite nella contesa in corso sull’eredità di famiglia. Nel procedimento milanese una nomina come persona offesa è stata depositata nei giorni scorsi da Claudio Del Vecchio.

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Detenuto suicida a Poggioreale, aveva 28 anni

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Caso di suicidio nel carcere di Poggioreale, a Napoli, dove si è tolto la vita un uomo di 28 anni originario della provincia partenopea. È il quarto suicidio dall’inizio dell’anno a Poggioreale, l’undicesimo in tutta la regione. Sono 81 in tutta Italia, con il carcere di Prato e quello di Poggioreale al primo posto per numero di detenuti che si sono tolti la vita.

“Il sistema penitenziario – spiega il garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello – è sull’orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi.

Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l’opinione pubblica. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più”. “Dall’inizio dell’anno ad oggi – prosegue Ciambriello – sono 1842 i tentativi di suicidio, 11503 gli atti di autolesionismo. Tra gli 81 detenuti che si sono suicidati l’età media è di 40 anni, tra questi 8 avevano un’età compresa tra i 18 e 25 anni”.

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