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Cronache

WikiLeaks, Assange condannato a 50 settimane di carcere

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Un tribunale di Londra ha condannato il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, a 50 settimane di carcere per aver violato i termini della liberta’ provvisoria rifugiandosi nell’ambasciata ecuadoriana a Londra nel 2012, dove e’ stato arrestato il mese scorso. Domani e’ attesa invece la prima udienza nel tribunale di Westminster sulla richiesta di estradizione degli Usa per presunta “pirateria informatica”. Il fondatore di Wikileaks e’ stato arrestato lo scorso 11 aprile all’interno l’ambasciata ecuadoriana nel Regno Unito, in esecuzione di un mandato emesso dal Tribunale di Westminster il 29 giugno 2012. In una nota diffusa subito dopo la condanna, Wikileaks l’ha definita “tanto scioccante quanto vendicativa”, sollevando preoccupazioni sul fatto che l’informatore possa ricevere un’udienza di estradizione nel Regno Unito.

Assange si era rifugiato nell’ambasciata ecuadoriana a Londra per sfuggire alla giustizia svedese per un presunto caso di violenze sessuali, ma soprattutto temendo di poter essere consegnato alla giustizia Usa, a causa della pubblicazione di documenti riservati della Casa Bianca. La permanenza si e’ prolungata perche’ le accuse in Svezia sono state ritirate, ma non quelle britanniche sulla violazione dei termini della liberta’ condizionata. Assange e’ ricercato da anni da Washington a causa della diffusione da parte di Wikileaks fin dal 2010 d’imbarazzanti documenti riservati carpiti in particolare al Pentagono dall’ex militare Chelsea Manning e contenenti fra l’altro prove di crimini di guerra commessi dalle forze statunitensi in Iraq o in Afghanistan.

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Cronache

Bambino investito e ucciso alla periferia di Perugia

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Un bambino di pochi anni è morto dopo essere stato investito in strada alla periferia di Perugia. L’incidente è avvenuto nella zona di San Sisto. Sono in corso accertamenti della polizia locale per ricostruire quanto successo.

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Cronache

Eredità Agnelli: disposti sequestri per 74 milioni

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E’ stato disposto dalla procura di Torino un sequestro di beni preventivo per 74 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta che ruota intorno all’eredità di Gianni Agnelli. Il provvedimento riguarda i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen.

Il sequestro è stato disposto da un gip del tribunale di Torino su richiesta della procura ed è finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni mobili e immobili fino a 74,8 milioni. A eseguire il provvedimento è stata incaricato il nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino della guardia di finanza. Il fascicolo è aperto per dichiarazione fraudolenta e truffa ai danni dello Stato.

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Cronache

Camorra: il pentimento shock di Luisa De Stefano, la boss del rione Pazzigno

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È un vero colpo di scena quello che emerge dalle aule di giustizia napoletane: Luisa De Stefano, leader indiscussa del gruppo camorristico delle “pazzignane”, ha deciso di collaborare con la giustizia dopo otto anni di detenzione. La notizia, riportata oggi dal Corriere del Mezzogiorno, getta nuova luce sulle dinamiche criminali di San Giovanni a Teduccio, rione di Napoli Est, dove il gotha della camorra era solito emettere le sue sentenze di morte.

Il nome di Luisa De Stefano è stato associato a crimini. Siamo in un quartiere dove sono stati commessi due omicidi di spicco  nel 2016: quello di Francesco Esposito, affiliato al gruppo Piezzo, e di Raffaele Cepparulo, scissionista del rione Sanità. Quest’ultimo agguato, avvenuto in un circolo ricreativo di via Cleopatra, costò la vita anche all’innocente Ciro Colonna, appena 19enne. De Stefano, durante una serie di udienze, ha ammesso le proprie responsabilità e ha iniziato a fornire dettagli preziosi sul ruolo del suo gruppo e dei clan rivali.

Secondo le prime dichiarazioni della neo pentita, le riunioni per decidere le sorti delle vittime avvenivano su una scala condominiale, fuori dall’abitazione di Ciro Rinaldi, storico capo dell’omonimo clan. Luisa De Stefano, tuttavia, poteva permettersi il lusso di dare del tu ai capi della malavita e di partecipare attivamente alle decisioni di vita e di morte.

Il suo pentimento, consumato in due udienze consecutive, potrebbe rappresentare un duro colpo per il cartello criminale di Napoli Est e segnare un’importante svolta nelle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia.

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