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Cronache

Voto di scambio politico mafioso, assoluzione piena per l’ex Sindaco di Melito Luciano Mottola

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A distanza di un anno e mezzo dagli arresti in carcere, Luciano Mottola, ex sindaco di Melito, è stato assolto dalle accuse di inquinamento del voto. La sentenza di assoluzione è stata emessa dal giudice per le udienze preliminari Fabio Lombardo, al termine di un processo volto a fare chiarezza sulle presunte collusioni tra imprese, camorra e politica.

Mottola, che guidava una coalizione di liste civiche, era stato arrestato con l’accusa di aver stretto un accordo con esponenti del clan Amato-Pagano in vista del ballottaggio delle amministrative del 2021. Secondo l’accusa, avrebbe accettato voti in cambio di somme di denaro non meglio precisate. Difeso dagli avvocati Alfonso Quarto e Luciano Mottola (suo cugino omonimo), l’ex sindaco ha dimostrato la propria innocenza, ottenendo una piena assoluzione.

“In cella da innocente, colpito nel pieno della propria crescita politica,” ha dichiarato Mottola, sottolineando come la sua carriera amministrativa abbia subito un brusco arresto. Dopo l’arresto avvenuto tra aprile e maggio del 2023, Mottola era stato posto ai domiciliari fino all’ottobre dello stesso anno, quando la Cassazione aveva revocato la misura cautelare. La Procura aveva richiesto per lui una condanna a dieci anni di reclusione.

Parallelamente, l’inchiesta ha coinvolto anche l’imprenditore Emilio Rostan, di 77 anni, che è stato assolto dall’accusa principale ma condannato a due anni e otto mesi per corruzione legata al voto per il rinnovo dell’assemblea di città metropolitana del 2022. Gli avvocati di Rostan, Alfredo Capuano e Umberto Del Basso De Caro, hanno già annunciato l’intenzione di fare appello contro la sentenza.

Nel processo di primo grado, che ha visto 17 imputati, sono state emesse diverse condanne significative. Luciano De Luca è stato condannato a 8 anni e 4 mesi; Salvatore Chiariello e Vincenzo Marrone a 8 anni ciascuno; Antonio De Stefano, Eduardo Napoletano e Luigi Tutino a 8 anni ciascuno; Antonio Cuozzo e Luigi Ruggiero a 5 anni e 4 mesi ciascuno; Marco Ascione a 4 anni e 8 mesi; Rosario Martinelli a 1 anno e 8 mesi.

L’indagine della Direzione Investigativa Antimafia ha rivelato profonde infiltrazioni camorristiche nel comune di Melito, culminando in un’operazione che il 18 aprile 2023 ha portato all’arresto di 18 persone, tra cui 16 in carcere e due ai domiciliari. Le testimonianze raccolte e le intercettazioni ottenute grazie a un virus spia sono state cruciali per far emergere le pressioni esercitate dalla camorra degli Amato-Pagano sul comune, successivamente sciolto per infiltrazioni mafiose.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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