La voce e’ flebile, a tratti si fa roca. Il volto un po’ pallido e smagrito. Ma per il resto Papa Francesco, a sette giorni dall’intervento al colon, si presenta in una discreta condizione di salute. Si affaccia al balconcino del decimo piano del Policlinico Gemelli di Roma per quello che e’ stato il ventitreesimo Angelus della storia dal ‘Vaticano Terzo’, dopo i 22 tra Angelus e Regina Caeli recitati qui da Papa Wojtyla. Intorno a lui ci sono i bambini del reparto oncologico che Francesco vuole vicino perche’ la loro sofferenza e’ “una domanda che tocca il cuore”. Bergoglio non nasconde neanche il cerotto sul polso destro che cela l’ago-cannula. Verra’ tolto solo al momento delle dimissioni che potrebbero esserci, viste le buone condizioni del Papa, gia’ domani o dopodomani. “Sono contento di poter mantenere l’appuntamento domenicale dell’Angelus, anche qui dal Policlinico Gemelli. Vi ringrazio tutti: ho sentito molto la vostra vicinanza e il sostegno delle vostre preghiere. Grazie di cuore!”, sono le prime parole che pronuncia. Poi il Papa si fa malato tra i malati e lancia un forte appello affinche’ si custodisca il “bene prezioso” della sanita’ “gratuita” e “accessibile a tutti”. Ringrazia i medici e gli operatori sanitari. A poca distanza da lui, appoggiato alla finestra adiacente lo ascolta attentamente anche Sergio Alfieri, il chirurgo che lo ha operato. Come fatto piu’ volte in pandemia, Bergoglio elogia i camici bianchi: “L’ascolto, la vicinanza, la premura, la tenerezza di chi si prende cura della persona malata: e’ come una carezza che fa stare meglio, lenisce il dolore e risolleva”. Chiede a tutti di pregare per i malati perche’ nessuno di loro “sia lasciato loro”. Chiede di fare ciascuno la propria parte perche’ la sanita’ resti “accessibile a tutti”. E parla con assoluta trasparenza anche degli scandali della sanita’ cattolica. “Anche nella Chiesa succede a volte che qualche istituzione sanitaria per una non buona gestione non va bene economicamente. Il primo pensiero che ti viene e’ venderla. Ma la tua vocazione di Chiesa non e’ avere dei quattrini e’ fare il servizio e il servizio sempre gratuito. Non dimenticatevi: salvare le istituzioni gratuite”. Come di consueto la preghiera mariana e’ anche l’occasione per alcuni appelli, dalla richiesta di cessare le violenze ad Haiti a quella di vedere un’Europa “unita nei suoi valori fondanti”. E nella giornata dedicata alla gente del mare, proprio mentre molti italiani si apprestano ad invadere le spiagge per le vacanze, chiede di non buttare la plastica in acqua perche’ tutti dobbiamo “curare la salute del mare”. Al Gemelli che gia’ dalla mattina aveva visto arrivare gente per il saluto del Papa, i fedeli lo accolgono con applausi e ‘Viva il Papa”. Sul piazzale ci sono anche i vertici della Cattolica, con il rettore Franco Anelli. Ci sono le suore che cantano nell’attesa, chi invece sventola bandierine, un pittore cubano che ha portato un suo ritratto. E a proposito di bandiere, proprio accanto al balconcino da dove alle 12 si affaccera’ il pontefice, per alcuni minuti fa capolino una bandiera dell’Italia, messa li’ da qualche paziente o sanitario in vista della finale degli Europei di stasera. Prima dell’Angelus, Papa Francesco aveva fatto visita al reparto oncologico pediatrico che si trova sullo stesso piano dell’appartamento dei Papi. Qui ha salutato i piccoli pazienti insieme ai loro genitori. Alcuni di loro poi, il Papa li ha portati con se’ sul balcone per la recita della preghiera, come Anna, di 13 anni, che proprio alcuni giorni fa aveva scritto una lettera al Papa facendosi portavoce di tutti i piccoli pazienti della pediatria. Al termine dell’Angelus, aiutato da un assistente che lo ha portato in carrozzina, altro giro per il Papa tra i degenti. Avvicinandosi anche ai pazienti allettati, Francesco ha stretto mani e donato rosari.
Il 23 novembre 1980 è una data incisa nella memoria dell’Italia. Alle ore 19:35, una scossa di terremoto di magnitudo 6,8, seguita da un’altra di magnitudo 5, devastò le province di Avellino, Salerno e Potenza, colpendo anche altre zone della Campania e della Basilicata. Una tragedia che causò migliaia di vittime e distrusse interi paesi, lasciando ferite profonde nel cuore delle comunità.
A 44 anni di distanza, i Vigili del Fuoco di Avellino, insieme alle istituzioni e ai cittadini, vogliono rendere omaggio alle vittime e ai feriti di quella catastrofe, ricordando anche il sacrificio di chi, con coraggio e abnegazione, si mobilitò per portare soccorso.
Il ricordo dei soccorritori
I Vigili del Fuoco furono tra i protagonisti della risposta all’emergenza. Nonostante le difficoltà rappresentate da un territorio montagnoso, dalle condizioni meteorologiche avverse e dalle vie di comunicazione interrotte, operarono senza sosta per mesi. Ragazzi che, con il loro spirito di adattamento, riuscirono a superare ogni ostacolo, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione della popolazione colpita.
«Vogliamo ricordare l’immane lavoro dei nostri colleghi Vigili del Fuoco, che affrontarono sacrifici personali senza precedenti per fronteggiare una situazione straordinaria», sottolineano oggi i rappresentanti del corpo.
Un messaggio dal Ministro Piantedosi
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha partecipato alle commemorazioni a Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei comuni più colpiti dal sisma, ricordando con commozione il sacrificio delle vittime e il moto di solidarietà che ne seguì.
«Quella tragedia rappresentò uno spartiacque per il nostro Paese, evidenziando la necessità di un Sistema nazionale di protezione civile. Oggi, la Protezione Civile italiana è un modello d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale», ha dichiarato Piantedosi.
L’impatto storico e umano
La scossa devastò un’area di 17.000 chilometri quadrati, rendendo i soccorsi estremamente complessi. Cinque giorni dopo il sisma, tutti i corpi erano stati estratti dalle macerie, ma il lavoro di ricostruzione e assistenza durò per mesi. Allora, il presidente Sandro Pertini denunciò i gravi ritardi nei soccorsi, sollevando l’urgenza di migliorare le risposte alle emergenze.
Quella tragedia fu il punto di partenza per la nascita, nel 1982, del Dipartimento della Protezione Civile, che oggi coordina le emergenze sul territorio nazionale con rapidità ed efficacia.
Un tributo all’Italia solidale
L’anniversario del terremoto in Irpinia è un’occasione per ricordare non solo il dolore, ma anche la straordinaria solidarietà che unì il Paese. Da ogni angolo d’Italia arrivarono soccorritori e aiuti per sostenere le popolazioni colpite.
I Vigili del Fuoco di Avellino celebrano oggi il coraggio e la dedizione di chi si sacrificò per portare speranza e sollievo in un momento di disperazione, riaffermando il valore della memoria collettiva e dell’impegno civile.
Questa mattina, alle ore 8:35, è stata registrata una lieve scossa di terremoto di magnitudo 2,2 della scala Richter sul Vesuvio, precisamente sul versante di Ottaviano. La scossa, localizzata a una profondità di appena 20 metri, è stata percepita dalla popolazione locale, sebbene senza provocare danni.
Un evento di natura superficiale
La particolarità di questo evento sismico è la sua natura superficiale: essendo avvenuto a una profondità molto ridotta, il movimento del suolo è stato avvertito con maggiore intensità nelle aree circostanti l’epicentro, pur trattandosi di una magnitudo contenuta.
La rete di monitoraggio sul Vesuvio
Il Vesuvio, uno dei vulcani attivi più monitorati al mondo, è costantemente sotto osservazione dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Gli eventi sismici di bassa intensità e profondità, come quello di questa mattina, rientrano nelle normali attività vulcaniche e tettoniche dell’area.
Cosa significa per la popolazione
Gli esperti sottolineano che una scossa di questa entità non rappresenta un motivo di preoccupazione. Tali fenomeni sono parte della normale attività geodinamica dell’area vesuviana e non indicano necessariamente cambiamenti significativi nel comportamento del vulcano.
Consigli per la cittadinanza
È sempre utile che la popolazione residente in aree vulcaniche adotti semplici pratiche di prevenzione e segua le comunicazioni ufficiali delle autorità locali e degli enti scientifici.
L’evento odierno, pur avvertito dalla cittadinanza, rientra nella casistica di scosse leggere che non destano particolari allarmi, ma che ricordano l’importanza di vivere consapevolmente in una zona caratterizzata da fenomeni naturali unici.
Ad Avellino l’intervento congiunto dei Vigili del Fuoco e della Polizia di Stato hanno portato al salvataggio di una donna e dei suoi figli da una situazione critica.
Il delicato intervento si è svolto ad Avellino, in via Circumvallazione, dove i Vigili del Fuoco sono intervenuti su richiesta della Polizia di Stato per affrontare una grave situazione di emergenza familiare. Un uomo, armato di coltello, minacciava la sua compagna, una donna di origini senegalesi, e i loro tre figli: due bambine e un maschietto.
La donna, temendo per la propria vita e quella dei suoi figli, si era rifugiata in una stanza chiusa a chiave. In cerca di aiuto, aveva portato i bambini sul balcone, attirando così l’attenzione delle forze dell’ordine e dei soccorritori. La tempestività dei Vigili del Fuoco, intervenuti con un’autoscala, ha permesso di mettere subito in salvo le due bambine, che sono state portate in un luogo sicuro.
Mentre l’operazione di soccorso continuava per raggiungere la madre e il figlio, l’uomo è riuscito a sfondare la porta della stanza, aumentando ulteriormente il rischio per i presenti. È stato in quel momento che gli agenti della Polizia di Stato, già sul posto, sono intervenuti con prontezza, riuscendo a bloccare e neutralizzare l’aggressore prima che potesse ferire qualcuno.
Completata la messa in sicurezza dell’uomo, i Vigili del Fuoco hanno riportato le bambine al fianco della madre, concludendo con successo l’intervento. Nessuno tra i coinvolti ha riportato ferite, e la donna e i suoi figli sono stati affidati alle cure dei servizi sociali per il supporto necessario.