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Corona Virus

Virus stabile ma 20.000 tamponi in meno. Roma preoccupa

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Sembrava una lenta ma rassicurante discesa, quella della curva del calo dei contagi rilevata dagli ultimi report della Protezione Civile, ma il Coronavirus e’ capace di guizzi e ripartenze e le cifre vanno sempre lette con attenzione, soprattutto in rapporto ai tamponi eseguiti. E allora si vede – come del resto avevano avvertito ieri Iss e ministero della Salute – che il contagio non demorde, ed anzi in alcune aree si rinfocola. A Roma, il focolaio del San Raffaele alla Pisana e’ salito a 105 contagiati – tra i quali ci sono anche due tecnici della Rai di Saxa Rubra – e cinque decessi, e ci sono anche i nove casi venuti fuori nel palazzo occupato alla Garbatella, abitanti tutti tamponati e cluster chiuso, che rimane pero’ sotto stretta osservazione. Si tiene la guardia alta nella capitale, dice l’assessore regionale alla sanita’ Alessio D’amato che ha zero casi nel resto del Lazio. Riguardo ai tamponi, se il numero assoluto dei 346 nuovi positivi al virus in un giorno e’ pur sempre in diminuzione rispetto al dato di ieri che aveva evidenziato 396 nuove persone contagiate, e’ anche vero che oggi i tamponi eseguiti sono stati poco meno di 50mila a fronte dei 70mila di ieri. E dal setaccio sono spuntati fuori dei risultati che non rassicurano. Piu’ della meta’ dei positivi sono stati trovati in Lombardia, e il governatore Fontana ha risposto mantenendo l’obbligo di portare le mascherine fino alla fine di giugno.

“Ho chiesto questo ulteriore sacrificio ai lombardi, che dovranno sopportare anche il caldo di giugno ma non possiamo abbassare la guardia, non possiamo cedere ad un virus subdolo, invisibile e sempre pronto a colpirci”, ha detto Fontana, con i dati di uno studio dell’Universita’ della California che ha ‘certificato’ 78mila morti in meno in Italia grazie all’uso delle mascherine. Intanto, mentre lunedi’ l’app immuni debuttera’ in tutta Italia, il ministro della Salute Speranza, insieme ai Ministri della Salute di Germania, Francia e Olanda, dopo aver lanciato nei giorni scorsi l’alleanza per il vaccino, ha sottoscritto un contratto con Astrazeneca per l’approvvigionamento fino a 400 milioni di “da destinare a tutta la popolazione europea”. La prima trance arrivera’ entro la fine dell’anno, sempre che gli esperimenti continuino a dare buoni risultati. Attualmente, nel nostro Paese sono meno di 4mila persone ricoverate per il coronavirus, di cui 220 in terapia intensiva e 3.747 in ospedale con sintomi meno gravi. Nel picco dell’epidemia, il 3 aprile, erano rispettivamente 4.068 e quasi 29mila. Il numero di vittime e’ stato pari a 55 persone nelle ultime 24 ore, anche se il totale dei decessi con coronavirus in Italia sale in realta’ di 78 casi, perche’ la regione Lazio ha comunicato oggi due vittime relative alle ultime ore e altre 23 relative ai mesi di marzo e aprile. Nessuna decesso in nove regioni: Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Marche, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia. Ieri le persone che non ce l’hanno fatta nella lotta al virus sono state 56. Dei 346 tamponi positivi, la maggior parte sono in Lombardia, con 210 nuovi positivi (il 60,6% dei nuovi contagi). L’incremento di casi e’ di 40 unita’ in Piemonte, 28 in Emilia Romagna, 13 in Veneto e 25 nel Lazio. Nessun caso in Valle d’Aosta, Umbria, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Sardegna. Il numero totale di persone che hanno contratto il virus dall’inizio dell’epidemia e’ 236.651. In isolamento domiciliare 23518 persone (-1359 rispetto a ieri). I guariti sono complessivamente 174865, con un aumento in 24 ore di 1780 unita’ (ieri erano state dichiarate guarite 1747 persone).

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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