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Vince il centrodestra unito, flop del M5s ma il Pd avanza

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Dove corre unito, il centrodestra vince. Diviso invece arranca e regala al centrosinistra la possibilita’ di trovarsi in vantaggio in sfide che sembravano in salita, come ad esempio Verona. E’ questa la fotografia che offrono i primi risultati del voto amministrativo. Ma non basta, perche’ questa tornata elettorale segna anche nuovi equilibri all’interno delle coalizioni. Fratelli d’Italia supera la Lega nei voti di lista mentre nel campo largo di centrosinistra sembra sbilanciarsi ancora di piu’ il rapporto tra Pd e Movimento. Il Pd tiene, decisamente molto meno i pentastellati, un flop che spinge piu’ di qualcuno tra i dem e non solo (Matteo Renzi lo dice apertamente) a chiedere che si riapra il dossier alleanze in vista delle elezioni politiche delle 2023. Occhi puntati sui risultati dei partiti di centro, Italia Viva ma soprattutto Carlo Calenda. In attesa dei dati definitivi c’e’ pero’ un dato inconfutabile e riguarda il flop dei referendum sulla giustizia. L’affluenza per la consultazione sui cinque quesiti referendari, tenutasi lo stesso giorno delle amministrative, e’ la peggiore della storia repubblicana. Ma se il mancato raggiungimento del quorum e la bassa affluenza per i referendum erano dati quasi scontati, l’esito delle amministrative segna un cambio di passo nella definizione dei rapporti di forza in vista delle politiche. A pesare sara’ inevitabilmente la legge elettorale e la possibilita’ o meno di modificarla in senso proporzionale. Chi prova ad ostentare sicurezza e’ Matteo Salvini: “La Lega e’ il collante della coalizione”, dice l’ex ministro che non ha dubbi: “Il centrodestra vince solo se unito”. Prova ne e’ il risultato di Palermo e di Genova e l’Aquila a differenza di Verona e Catanzaro dove la coalizione divisa dovra’ andare al ballottaggio. Ma, se e’ vero che la centrodestra tiene, la vittoria ha il sapore amaro almeno a via Bellerio. Dai primi dati emerge infatti che la Lega viene sorpassata da Fratelli d’Italia, primo partito della coalizione al Nord. I risultati ancora parziali evidenziano come Fdi a Genova sfiori la doppia cifra rispetto alla Lega. A Parma il partito della Meloni vola oltre il 7% e complessivamente ottiene piu’ di Lega e Fi sommate insieme. A Piacenza la Lega perde quasi sei punti, mentre Fdi passa dal 7 al 12%. Sorpasso anche in Toscana, dove ad esempio a Lucca, Fdi supera il tandem Lega-Fi ottenendo il 13% . Numeri che consentono alla Meloni non solo di dirsi “soddisfatta”, ma di mettere in chiaro come sia il suo partito il “traino” del centrodestra. Non solo, per la leader di Fdi le urne consegnano un risultato evidente e cioe’ il ritorno ad un “sano bipolarismo”. Felice anche il Partito Democratico: “il giudizio e’ decisamente positivo e sara’ anca piu’ positivo ai ballottaggi, “dice Enrico Letta. “Siamo il primo partito da Nord a Sud”, esulta Francesco Boccia. Scorrendo i primi dati infatti i Dem ottengono il primato a Genova con il 21% a Parma guadagnano circa 10 punti, a Padova sfiorano il 22%. Il centrosinistra vince a Lodi a Padova, a Parma vanno al ballottaggio cosi’ come a Verona solo per citare alcuni casi. I volti sono piu’ tirati pero’ quando il discorso si allarga alle alleanze. ll cosiddetto campo largo fa fatica ad ampliare il perimetro, anzi, le urne consegnano una vera e propria battuta d’arresto dovuta al flop del Movimento Cinque Stelle che nelle citta’ dove ha presentato il simbolo ha registrato percentuali ben lontane da quelle precedenti. Per citare un paio di casi a Genova M5s passa al 18,4% a poco piu’ del 4% ,a Parma non si e’ presentato, a Padova prende poco piu’ dell’1%: “I dati non ci soddisfano”, dice senza tanti giri di parole Giuseppe Conte che pero’ rassicura sulla tenuta dell’alleanza con i Dem: “Un’azione congiunta non puo’ essere compromessa da questa tornata elettorale”. Che il tema delle alleanze rappresenti la prossima sfida non e’ un mistero. Ed e’ il cosiddetto terzo polo l’interlocutore con cui fare i conti: “Se fossi ancora un dirigente del Pd mi porrei il tema di fare un’alleanza con il centroriformista e non con i grillini”, dice Matteo Renzi. Numeri alla mano invece Carlo Calenda quantifica la nuova area politica intorno al 20%.

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Tumore collo utero,con immuno-chemioradioterapia 82%vivo a 3anni

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Con il trattamento di immunoterapia più chemioradioterapia, l’82,6% delle pazienti con tumore della cervice uterina ad alto rischio è vivo a 3 anni. Sono i risultati dello studio Keynote-A18 presentati nel simposio presidenziale del Congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) e pubblicati contemporaneamente su The Lancet. Domenica Lorusso, professore di Ostetricia e Ginecologia alla Humanitas University e direttore del Programma di Ginecologia Oncologica Humanitas San Pio X di Milano, è il principal investigator dello studio: “Per la prima volta in oltre 20 anni in cui non vi sono stati reali progressi – afferma – questa combinazione cambia lo standard di cura. L’aggiunta dell’immunoterapia con pembrolizumab alla chemioradioterapia consentirà di portare a una potenziale guarigione un maggior numero di pazienti”.

La ricerca italiana cambia dunque la pratica clinica nel tumore della cervice uterina localmente avanzato ad alto rischio. Nello studio, l’immunoterapia con pembrolizumab, in combinazione con la chemioradioterapia concomitante, ha infatti ridotto il rischio di morte del 33% rispetto alla sola chemioradioterapia (Crt). La sopravvivenza globale a 3 anni ha raggiunto l’82,6% nelle pazienti con nuova diagnosi che hanno ricevuto il regime immunoterapico rispetto al 74,8% per coloro che sono state trattate con la sola Crt.

È la prima volta, in oltre 20 anni, che si assiste a un miglioramento della sopravvivenza globale per questo tipo di tumore. Ogni anno, in Italia, si stimano circa 2500 nuove diagnosi di tumore della cervice uterina. “È una delle cause principali di morte da cancro nelle donne a livello globale, ma i progressi terapeutici degli ultimi anni non hanno dimostrato un beneficio di sopravvivenza significativo per le pazienti con malattia localmente avanzata ad alto rischio – spiega Lorusso -. La combinazione di pembrolizumab con la chemioradioterapia concomitante aumenta in modo statisticamente significativo e clinicamente rilevante la sopravvivenza globale in queste pazienti. Per la prima volta in oltre 20 anni in cui non vi sono stati reali progressi, questa combinazione cambia lo standard di cura, finora rappresentato dalla sola chemioradioterapia concomitante”.

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Economia

Salone di Torino, DR Automobiles Groupe presenta 27 nuovi modelli: 12 anteprime mondiali

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Il Salone dell’Auto di Torino ha visto la partecipazione di DR Automobiles Groupe con un’impressionante esposizione di 27 modelli, tra cui 12 anteprime mondiali. Cinque i brand protagonisti: EVO, DR, Tiger, Sportequipe e ICH-X, che hanno svelato le ultime novità in termini di design, tecnologia e motorizzazioni.

EVO: una rivoluzione in corso Il marchio EVO ha fatto il suo debutto italiano con tre nuovi modelli: EVO 6, EVO Spazio ed EVO 8, che arricchiscono una gamma già completa. La EVO 6 è un SUV sportivo, equipaggiato con un motore 1.5 turbo benzina da 177 CV e un cambio DCT a 7 rapporti, caratterizzato da un design accattivante e interni sofisticati. La EVO Spazio, un monovolume 7 posti, si distingue per il suo tetto panoramico e il motore da 177 CV. Infine, l’EVO 8, il top di gamma, è un SUV a 7 posti con motorizzazioni che raggiungono i 238 CV e un avanzato display da 14,6 pollici.

Evo 6

DR: innovazione e sostenibilità La linea DR Collection è stata rinnovata con nuovi interni per i modelli DR 3.0 e DR 5.0, ma la vera novità è la DR 6.0 Collection Hybrid Plug-in. Questa vettura combina un motore termico da 108 kW con due motori elettrici che offrono un’autonomia di 80 km in modalità elettrica. La tecnologia ibrida permette il recupero di energia in fase di decelerazione e frenata, rendendola un’opzione eco-sostenibile. Il sistema di assistenza alla guida è molto avanzato, con cruise control adattivo, assistenza al mantenimento della corsia e frenata d’emergenza.

DR 6.0 TGDI

Sportequipe: sportività e tecnologia Sportequipe ha presentato le nuove Sportequipe 6 e 7, due SUV incluse da un design sportivo e futuristico. Equipaggiati con un motore 1.6 turbo benzina da 185 CV, offrono dotazioni tecnologiche di alto livello, come paddle al volante e schermi touch all’avanguardia. La Sportequipe 7 si distingue per l’abitacolo spazioso con un tetto panoramico ultrawide.

Sportequipe 6

Tiger: il nuovo marchio in crescita Il nuovo marchio Tiger ha fatto il suo debutto con tre SUV: Tiger Six, Tiger Seven e Tiger Eight, indipendenti da un design moderno e un potente motore 1.5 turbo benzina. I modelli sono dotati di un’ampia dotazione tecnologica, inclusi sistemi di sicurezza attiva e parcheggio automatico, mentre il Tiger Nine, un monovolume 7 posti, si distingue per il suo comfort e spazio interno.

Tiger Six

ICH-X: il fuoristrada di lusso Infine, il brand fuoristrada ICH-X ha svelato il nuovo K3 e il pick-up K4, veicoli robusti e potenti. Il K3, con un motore 2.0 turbo benzina da 245 CV, è dotato di un sistema di trazione integrale avanzato e numerosi sistemi di assistenza alla guida. Il pick-up K4 si presenta con dimensioni imponenti e una capacità di traino di 3500 kg, offrendo allo stesso tempo un allestimento interno di lusso.

ICH-X k3

Il Salone di Torino si conferma un’importante vetrina per DR Automobiles Groupe, che con le sue novità dimostra di puntare su innovazione, sostenibilità e design per conquistare nuovi segmenti di mercato.

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Addio Luca Giurato, giornalista e conduttore col sorriso

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Luca Giurato ovvero la leggerezza e l’ironia al servizio del pubblico, la spontaneità e le gaffe che gli avevano fatto guadagnare anche una rubrica satirica in suo nome della Gialappa’s. Scompare oggi ad 84 anni e così lo ricordano tutti, a partire dai vertici Rai, per la sua grande popolarità che lo aveva portato a condurre alcuni tra i più seguiti programmi Rai, primo tra tutti Unomattina. Giornalista prima che conduttore, figlio di Giovanni, diplomatico siciliano che fu agente consolare in Uruguay. Ma la vena artistica della famiglia risaliva al nonno materno, ovvero il drammaturgo e regista Giovacchino Forzano. Nato a Roma il 23 dicembre del 1939, è scomparso improvvisamente oggi a Santa Marinella, dove si trovava con la moglie Daniela Vergara, anche lei giornalista televisiva.

A Roma aveva conseguito la maturità classica al liceo Virgilio e poi aveva iniziato la sua carriera giornalistica a Paese sera, per poi scrivere per La Stampa. Nel 1986 la nomina a direttore del Giornale radio di Radio Rai, per poi passare alla vicedirezione del Tg1 fino al 1990. Solo nel 1992 il salto: fu allora che passò davanti alla telecamera, in principio come conduttore di A tutta stampa, rassegna stampa all’interno del Tg1 notte. Poi l’anno successivo l’approdo a Domenica in, con Mara Venier, con lui opinionista a L’isola dei famosi nel 2008, che oggi lo saluta su Instagram: ”Ciao Luca, ti ho voluto tanto bene…per me un giorno molto triste”. Le fa eco anche Antonella Clerici (”Ciao Luca quante risate”), con cui fu a Unomattina, ma sino al 2008 al suo fianco si erano alternate anche Livia Azzariti, Paola Saluzzi e poi successivamente Monica Maggioni e Eleonora Daniele. Il giornalista dal sorriso contagioso nel 2004-2005 condusse Italia che vai insieme a Francesca Chillemi e Guido Barlozzetti il sabato pomeriggio su Rai 1.

Due anni fa la scomparsa del fratello Blasco, morto a Roma il 26 dicembre, direttore della fotografia. Nel 2017 l’ultima apparazione televisiva, quando decise dedicarsi solo alla vita privata. “La scomparsa di Luca Giurato addolora profondamente tutta l’azienda che si stringe affettuosamente alla moglie Daniela e a tutti i suoi cari, con un sentimento di profonda riconoscenza. Perché Luca Giurato è stato un giornalista che ha incarnato al meglio – basti ricordare Unomattina, ma non solo – l’essere volto e voce del servizio pubblico, entrando nelle case degli italiani quasi come uno ‘di famiglia’, con uno stile inconfondibile, sorridente e ‘accogliente’, accompagnato da altrettanto inconfondibili simpatia, leggerezza e ironia. Doti umane e professionali che restano patrimonio prezioso del servizio pubblico”. Così lo salutano a nome di tutta la Rai l’Ad e presidente Rai, Roberto Sergio, e il dg Giampaolo Rossi.

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