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Viminale contro sindaci, su migranti polemica ‘surreale’

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E’ scontro tra Viminale e sindaci in tema migranti. Da giorni contro la gestione dell’accoglienza si sono schierati alcuni amministratori locali che contestano la strategia sul territori. E oggi fonti del ministero dell’Interno replicano e definiscono “surreale” la polemica sollevata dai primi cittadini aggiungendo che “la mancata adozione dello stato di emergenza” da parte delle 4 regioni a guida centrosinistra, ha ritardato alcuni interventi sul territorio”. A criticare la linea del Viminale è stata però in particolare l’Anci, per quanto riguarda i minori non accompagnati,: “con questi numeri”, ha detto il sindico di Prato e responsabile immigrazione Matteo Biffoni, le amministrazioni locali non potranno “garantire il rispetto delle condizioni stabilite per legge, e la responsabilità è dello Stato centrale. Non ci sono gli hub di primissima accoglienza, non ci sono le risorse per la mediazione culturale”.

Dal Viminale ricordano però che proprio sulla questione minori “è fondamentale legge Zampa”, che “è stata voluta dal Pd”. Le prese di distanza sulla gestione arrivano anche dai sindaci della Lega Veneto che ribadiscono il loro “no” contro gli hub e l’accoglienza diffusa: “chi non ha diritto di stare in Italia deve essere rimandato indietro: capannoni, uffici, palestre non possono essere usati per stoccare i migranti, non sono strutture idonee”, affermano. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, uno dei quattro governatori del Pd, taglia corto: “sulla gestione del fenomeno migratorio il governo non ha alcuna strategia”. Polemiche che infuriamo mentre il flusso degli sbarchi non si ferma: dal primo giugno al 18 agosto, secondo i dati diffusi dal Viminale, ci sono stati 55.318 sbarchi, con una media giornaliera che supera le 700 unità. E nell’hotspot di Lampedusa ci sono ancora 2.427 i migranti. La pressione nella macchina dell’accoglienza resta, quindi, altissima e dal territorio, con cadenza quotidiana, arrivano segnali di sofferenza e richieste di intervento da parte del Governo e del Ministero dell’Interno.

Il Viminale, che ha annunciato per settembre interventi per rendere più rapido l’iter per il rimpatrio dei migranti irregolari e in particolare di quei soggetti tra loro problematici e pericolosi, il 3 luglio scorso ha inviato una circolare con cui introduce il criterio della redistribuzione anche in base “all’estensione territoriale” oltre a quello della popolazione. Nel documento, il Ministero dell’Interno afferma che è stata “condivisa una modifica del criterio di distribuzione su base regionale, che utilizzerà oltre al consueto parametro della popolazione residente anche quello dell’estensione territoriale”. Il nuovo criterio “oltre ad essere applicato per il piano previsionale straordinario, sarà utilizzato nei singoli periodici riparti resi noti ai Prefetti dei capoluoghi di regione per la successiva ripartizione infraregionale, secondo le modalità definite in seno ai rispettivi tavoli di coordinamento”, si afferma nella circolare. In base agli ultimi dati ufficiale attualmente sono 132.796 il totale degli “immigrati in accoglienza sul territorio”.

La regione con il maggior numero di presenza è la Lombardia con 16.814 (pari al 13% del totale), seguita dall’Emilia Romagna con 12.572 (9%), dalla Sicilia 11.758 (9%) e dal Piemonte 11.576 (9%). Il nuovo criterio potrebbe portare a trasferire un maggior numero di persone in territori con grandi estensioni ma con densità abitativa più bassa come ad esempio la Sardegna che ad oggi ospita 2.098 persone pari all’1% del totale o la Basilicata il cui presidente di Regione, Vito Bardi, afferma che il suo territorio “non può reggere numeri importanti”. Altro capitolo è quello del turn over nelle strutture di accoglienza straordinari (Cas) per i quali sarà effettuata una sorta di censimento.

Ad oggi ospitano 110 mila persona circa ma obiettivo del Viminale è verificare quanti siano ancora i soggetti che hanno i requisiti per ottenere assistenza. Il ministero chiede, con una circolare del 7 agosto, a prefetti, Dipartimento di pubblica sicurezza e alla Commissione nazionale per il diritto di asilo “di verificare la puntuale applicazione delle previsioni, tanto in un’ottica di corretto utilizzo delle risorse pubbliche, quanto al fine di assicurare il turn over nelle strutture di accoglienza e garantire la disponibilità di soluzioni alloggiative in favore degli aventi diritto”.

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Politica

La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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