Collegati con noi

Politica

Video shock con minacce, Ruberti si dimette: era capo di gabinetto del sindaco di Roma Gualtieri

Pubblicato

del

Una lite a Frosinone, con urla e minacce: “io li ammazzo. Io gli sparo, devono venire in ginocchio”, parole shock pronunciate dal capo di Gabinetto del Campidoglio, Albino Ruberti. Parole che hanno portato alle sue dimissioni, chieste in primo luogo dal Pd nazionale, poi accettate dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri. “Le frasi contenute nel video sono gravi”, ha detto Gualtieri, per questo “ho preso atto delle dimissioni di Albino Ruberti e ho chiesto al Vicecapo di Gabinetto Nicola De Bernardini di assumerne le funzioni”, ha aggiunto. Questo l’epilogo della bufera abbattutasi sul dirigente capitolino dopo il video pubblicato da Il Foglio, di una litigata avvenuta settimane fa prima in un ristorante e poi in strada a Frosinone. Oggetto degli strali, urlati, di Ruberti i fratelli Francesco De Angelis candidato del Pd (poi ritiratosi) e il fratello Vladimiro, broker assicurativo. “Io li ammazzo. A me non me dicono ‘io me te compro'”. E ancora “do cinque minuti pe’ venire a chiedeme scusa in ginocchio”. Presenti anche Adriano Lampazzi, un collaboratore dell’assessore, e la sua compagna, ovvero la donna di cui si sentono le urla nel video. Poi Sara Battisti, consigliera regionale del Pd, originaria di Frosinone, nonche’ compagna dell’ex capo di Gabinetto. Oltre alle dimissioni di Albino Ruberti anche Francesco De Angelis ha perso qualcosa, e con una mail inviata al Nazareno ha ritirato la propria candidatura in uno dei collegi plurinominali di Roma.

“Scelte giuste e doverose”, ha detto il segretario Enrico Letta. Ruberti, in ogni caso, ha definito quanto avvenuto come un litigio verbale durante una cena privata: “Ho reagito con durezza alla frase ‘mi ti compro”, spiega l’ex capo di Gabinetto, in merito alla frase che lo avrebbe fatto scattare e poi al Corriere risponde: “Non c’entra la corruzione”. La bufera di oggi, pero’, non e’ la prima che travolge il braccio destro di Gualtieri. L’uomo, da sempre figura di peso della politica romana, tanto da ricoprire lo stesso ruolo in due giunte differenti per la sua capacita’ di “risolvere problemi”, con un’esperienza ventennale nei beni culturali, ha un temperamento ormai noto, che lo ha portato anche a conquistare il soprannome di ‘Rocky’, come l’iconico pugile interpretato da Sylvester Stallone. Lo stesso temperamento che ha messo in mostra nel video-shock di oggi e’ stato ripreso in piu’ occasioni, in primis nel 2018. Da poco capo di Gabinetto della regione Lazio, durante la corsa di Nicola Zingaretti come segretario dem, Ruberti allontano’, con forza e arrivando alle mani, un gruppo di contestatori animalisti che si presento’ a un comizio a San Lorenzo. Durante il lockdown, fu poi protagonista di un episodio che fece scalpore. Il primo maggio del 2020, fu scoperto dalla polizia mentre stava sul terrazzo di una casa al Pigneto a consumare un pranzo di pesce, violando le restrizioni imposte dai decreti di allora: ai vigili arrivati per la sanzione sembra abbia rivolto il classico “lei non sa chi sono io”. Un infortunio in cui caddero anche i figli che fermati dai carabinieri per controlli pare abbiano ripetuto la stessa frase. Questa volta pero’ la storia ha avuto un esito diverso rispetto al passato: dimissioni e la Procura di Frosinone che acquisira’ il video della lite per fare luce al di la’ della polemica politica esplosa in piena campagna elettorale. “Ruberti ripete ossessivamente ‘me te compro’, come frase incriminata pronunciata da Vladimiro De Angelis, forse qualcuno pensava che ci fosse qualcosa da comprare e quindi qualcosa in vendita”, ha sottolineato il capogruppo della Lega in Regione Angelo Tripodi, chiedendo spiegazioni e un passo indietro agli esponenti dem presenti. Anche M5S chiede chiarezza. Gli interessati ribadiscono che il diverbio a urla e insulti sia stato generato dal calcio, qualcuno parla di “questioni private”. Altri azzardano di una polizza. Per ora di vero ci sono le dimissioni di Ruberti e il passo indietro di De Angelis.

Advertisement

In Evidenza

Psi, per Regionali in Campania lista aperta al riformismo e al futuro del Sud

Pubblicato

del

Il segretario regionale del Psi, Michele Tarantino ha convocato una riunione insieme ai membri della direzione nazionale di Napoli(Antonio Demitry, Roberto De Masi, Pasquale Sannino e Antonella Marciano, Felice Laudadio), al consigliere regionale socialista, Andrea Volpe, Marco La Monica, Felice Iossa e Giulio Di Donato, per discutere il nuovo percorso politico del Partito Socialista Italiano in vista delle Regionali 2025. Il PSI lancia un appello a tutte le forze riformiste, ai movimenti civici e a quei cittadini “che non si sentono rappresentati dagli attuali partiti ma vogliono contribuire a costruire una proposta politica innovativa, inclusiva e concreta.

La lista socialista è pronta ad accogliere le istanze di chi desidera un Mezzogiorno più forte, coeso e protagonista di un’Italia moderna e solidale. Invitiamo tutte le realtà riformiste, associative e civiche, e i cittadini che non si riconoscono nei partiti tradizionali a unirsi alla nostra lista e al nostro progetto. Insieme possiamo costruire una Campania e un Mezzogiorno più giusti, moderni e capaci di rispondere alle sfide del futuro”. “La recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale delle proposte di autonomia differenziata rende evidente la necessità di ripensare il regionalismo in Italia”.

Il PSI “intende aprire un dibattito serio e costruttivo su questo tema cruciale per il futuro del Mezzogiorno. A gennaio, avvieremo una grande Conferenza sul Regionalismo, coinvolgendo esperti, rappresentanti istituzionali e cittadini. Sarà un’occasione per elaborare proposte innovative che coniughino equità territoriale, efficienza amministrativa e solidarietà tra i territori, garantendo risorse e opportunità uguali per tutti”. “Guardando alle elezioni regionali del 2025, il PSI invita tutto il centro-sinistra ad avviare un dialogo aperto e costruttivo per definire un programma condiviso e ambizioso, così come indicato dal Segretario Nazionale, Enzo Maraio. È necessario rispondere insieme alle sfide della Campania, con particolare attenzione a temi come la giustizia sociale, la sanità, il lavoro, l’ambiente e il rilancio del Mezzogiorno. L’obiettivo è costruire una coalizione forte e coesa, in grado di offrire ai cittadini una visione chiara e condivisa per il futuro della Regione”, conclude la nota.

Continua a leggere

In Evidenza

Università e ospedali plurisecolari su francobolli Italia

Pubblicato

del

Tre universita’ e cinque ospedali ”storici” italiani compariranno sui francobolli italiani. L’emissione dedicata alle università e’ stata emessa oggi e riguarda le universita’ di Napoli, Trieste e Firenze. La serie dedicata agli ospedali comparira’ invece il 24 novembre prossimo e riguardera’ ospedali di Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Le vignette dei francobolli (tutti validi per la posta ordinaria) mostrano per le universita’:

  • -una prospettiva della facciata principale dell’Università degli Studi di Napoli” Federico II” istituita il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro romano Impero;
  • -su uno sfondo che riprende i colori istituzionali del centenario dell’Università degli Studi di Trieste, una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo;
  • -l’ingresso del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze che, nel 2024, celebra i 100 anni dalla sua fondazione; Per gli ospedali le vignette mostrano;
  • -ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: il Loggiato di ingresso, progettato da Bernardo Buontalenti nel 1574, in cui è visibile l’affresco “Annunciazione” del XVII secolo attribuito al Pomarancio; -ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia;
  • – il Portego delle Colonne della Scuola Grande di San Marco a Venezia (1485-1495);
  • -Ca’ granda ospedale maggiore policlinico di Milano: la Sala del Capitolo d’estate, edificata nel 1637 su progetto di Francesco Richini, che ospita l’archivio storico;
  • -ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma: le Corsie Sistine risalenti al XV secolo; -ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli: la Farmacia storica degli Incurabili con i vasi in maiolica del 1747-1751.

Continua a leggere

In Evidenza

Giustizia, stretta sulle toghe politicizzate e sui reati informatici: il decreto del governo in arrivo

Pubblicato

del

La riforma della giustizia torna al centro del dibattito con il nuovo decreto che il governo si appresta a varare lunedì prossimo in Consiglio dei Ministri. Tra le novità principali, spiccano due misure destinate a far discutere: l’introduzione di sanzioni per i magistrati che non rispettano il dovere di astensione in casi di conflitto di interesse e una stretta sui reati informatici e sul dossieraggio illegale.

Sanzioni per le toghe politicizzate

Il decreto introduce una nuova norma che obbliga i magistrati a astenersi dal giudicare su questioni rispetto alle quali si sono già espressi pubblicamente attraverso editoriali, convegni o social network. In caso di violazione, il Consiglio Superiore della Magistratura potrà adottare sanzioni che vanno dall’ammonimento alla censura, fino alla sospensione.

Secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, questa norma intende tutelare il principio di imparzialità della magistratura, un obiettivo che la maggioranza considera fondamentale per garantire l’equilibrio tra i poteri dello Stato.

La misura ha già suscitato polemiche tra le toghe e riacceso il dibattito sulla presunta politicizzazione della magistratura. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha espresso preoccupazione per quella che definisce un’“invasione di campo” da parte del governo.

La questione delle migrazioni e il caso Silvia Albano

La norma sulle toghe politicizzate sembra trarre origine da recenti tensioni tra il governo e alcune sezioni della magistratura, in particolare sui temi legati all’immigrazione. Emblematico il caso della giudice Silvia Albano, che aveva criticato l’accordo tra Italia e Albania sui migranti, trovandosi poi a giudicare direttamente su questa materia.

Albano, presidente di Magistratura Democratica, è stata bersaglio di critiche da parte della maggioranza per la sua posizione pubblica contro il “decreto Paesi sicuri”. La sua decisione di non convalidare il trattenimento di 12 migranti nel centro italiano in Albania ha sollevato ulteriori tensioni.

Stretta sui reati informatici e dossieraggi

Il decreto affronta anche il problema dei reati informatici, introducendo nuove misure per contrastare l’accesso abusivo ai database pubblici. Tra le novità principali:

  • Arresto in flagranza per chi viola sistemi informatici di interesse pubblico, militare o legati alla sicurezza nazionale.
  • Trasferimento delle indagini sui reati di estorsione tramite mezzi informatici alla procura Antimafia, guidata da Giovanni Melillo.

Queste misure arrivano in risposta a recenti scandali legati al dossieraggio illegale, come l’indagine della DDA di Milano sulla “centrale degli spioni” che trafugava dati sensibili da banche dati governative, coinvolgendo figure politiche di primo piano come la premier Giorgia Meloni.

Un antipasto per la riforma delle carriere

Questo decreto rappresenta solo l’inizio di un più ampio progetto di riforma delle carriere di giudici e pm che il governo sta portando avanti in Parlamento. La maggioranza intende ridefinire i rapporti tra i poteri dello Stato, nonostante le inevitabili polemiche con la magistratura.

Secondo il ministro Nordio, l’obiettivo è garantire un sistema giudiziario più equo e trasparente, ma l’ANM e altre voci critiche temono che queste misure possano indebolire l’autonomia delle toghe.

Un Natale caldissimo per la giustizia italiana

Le nuove norme, che toccano temi delicati come la gestione dell’immigrazione, i reati informatici e l’imparzialità dei magistrati, promettono di accendere il dibattito politico e giudiziario. Il governo va avanti, ma il confronto con le toghe e le associazioni di categoria si preannuncia acceso.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto