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Via parola ‘malattia’ da accordo Ama, bonus per obiettivi

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Alla fine arriva la precisazione sul testo dell’accordo delle polemiche, ovvero quello tra l’azienda che a Roma si occupa di nettezza urbana (Ama) e i sindacati, per garantire la pulizia stroardinaria della citta’. Via la parola malattia, il vero convitato di pietra dell’accordo stretto con i sindacati per abbattere l’assenteismo soprattutto in un periodo delicato dell’anno come le ferie di Natale. Una parola che aveva fatto gridare allo scandalo chi ci intravedeva una qualche forma di elargizione ad ex furbetti redenti dai soldi. Il bonus, esattamente come prima, ci sara’ per chi posticipera’ le ferie ma solo con gli obiettivi raggiunti, ovvero strade sgombere dai rifiuti. Per i capi invece arriva il blocco delle ferie fino al 9 gennaio: dovranno garantire la reperibilita’. Ama del resto si era detta pronta ad un chiarimento gia’ sabato scorso, a polemica esplosa. “Se dovesse essere necessario, non siamo contrari a dare la corretta interpretazione” dell’intesa e a “ribadire che l’eventuale premio e’ legato al raggiungimento dell’obiettivo di riportare la Capitale ad una situazione di decoro”, aveva prtecisato Giancarlo Cenciarelli della Fp Cgil di Roma. “L’accordo e’ chiaro e non si cambia – avvisava il collega della Fit Cisl Marino Masucci – Detto cio’, se l’Ama vuol fare una nota interpretativa faccia pure”. Ad annunciare la precisazione in arrivo per l’accordo fatto in Ama era stato lo stesso sindaco Roberto Gualtieri: “Visto che il paragrafo su questo punto puo’ dare adito a confusioni, l’azienda mi ha informato che il testo sara’ precisato per evitare ogni fraintendimento”. Quest’anno, in media, le assenze in Ama si sono attestate intorno al 15%, di cui una percentuale che oscilla tra l’8,2% e il 9,2% per malattia. Tra i presupposti dell’intesa sulla pulizia straordinaria della citta’ c’e’ anche il calo dell'”assenteismo”, come ha spiegato chiaramente l’amministratore unico dell’azienda Angelo Piazza. L’accordo, che dara’ tanti piu’ frutti quanti piu’ dipendenti saranno disponibili a lavorare anche nel periodo natalizio rinunciando a ferie e permessi, prevede un “premio aggiuntivo, commisurato alla rimanenza dei 3 milioni” stanziati. Tra le condizioni del riconoscimento di tale benefit c’e’ anche il passaggio finito nel mirino e poi cambiato: “La riduzione del tasso di assenza per malattia di almeno il 10% (almeno nei mesi di dicembre e gennaio) rispetto alla percentuale registrata nei mesi di settembre ed ottobre 2021”. Un passaggio che si era attirato anche le critiche della leader di FdI Giorgia Meloni: “promettere un premio in denaro ai furbetti assenteisti” e’ una “follia: anziche’ licenziare questi finti malati, Gualtieri gli aumenta lo stipendio – attacca – segno evidente della sua debolezza”. Se la nuova dirigenza di Ama ritiene necessario far calare “l’assenteismo”, i sindacati puntano il dito contro l’interpretazione dell’accordo: “Premia chi lavora di piu’, disincentivando le assenze di tutti i tipi. Purtroppo e’ passato il messaggio, manipolato, che si vogliono premiare i furbetti delle malattie, nonostante sia esattamente il contrario”, tuona dalla Cisl Masucci. Di “interpretazione distorta” parla anche la Cgil secondo cui “Ama paga in termini di assenze assimilabili alla malattia, l’eta’ media alta per le mancate assunzioni degli ultimi anni e le malattie professionali. Ridurre questi fattori dovrebbe essere l’impegno strutturale dei prossimi tavoli”. Ma ora circolare fornisce l’interpretazione ufficiale. Intanto, grazie ai nuovi sbocchi trovati per l’immondizia di Roma, il Campidoglio attende un graduale ritorno alla normalita’ nella raccolta dei sacchetti, inficiata dal guasto di un impianto. “A Natale Roma sara’ piu’ pulita di come l’abbiamo trovata e gli obiettivi del piano saranno raggiunti”, promette Gualtieri. Secondo il sindaco, pero’, “si tratta solo di un primo passo, per raggiungere gli standard di eccellenza che ci prefiggiamo occorrera’ piu’ tempo”. E soprattutto, nuovi impianti. (ANSA). TZ 23-NOV-21 20:53 NNNN

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Avellino, una donna e i suoi figli tratti in salvo da Polizia e Vigili del fuoco

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Ad Avellino l’intervento congiunto dei Vigili del Fuoco e della Polizia di Stato hanno portato al salvataggio di una donna e dei suoi figli da una situazione critica.

Il delicato intervento si è svolto ad Avellino, in via Circumvallazione, dove i Vigili del Fuoco sono intervenuti su richiesta della Polizia di Stato per affrontare una grave situazione di emergenza familiare. Un uomo, armato di coltello, minacciava la sua compagna, una donna di origini senegalesi, e i loro tre figli: due bambine e un maschietto.

La donna, temendo per la propria vita e quella dei suoi figli, si era rifugiata in una stanza chiusa a chiave. In cerca di aiuto, aveva portato i bambini sul balcone, attirando così l’attenzione delle forze dell’ordine e dei soccorritori. La tempestività dei Vigili del Fuoco, intervenuti con un’autoscala, ha permesso di mettere subito in salvo le due bambine, che sono state portate in un luogo sicuro.

Mentre l’operazione di soccorso continuava per raggiungere la madre e il figlio, l’uomo è riuscito a sfondare la porta della stanza, aumentando ulteriormente il rischio per i presenti. È stato in quel momento che gli agenti della Polizia di Stato, già sul posto, sono intervenuti con prontezza, riuscendo a bloccare e neutralizzare l’aggressore prima che potesse ferire qualcuno.

Completata la messa in sicurezza dell’uomo, i Vigili del Fuoco hanno riportato le bambine al fianco della madre, concludendo con successo l’intervento. Nessuno tra i coinvolti ha riportato ferite, e la donna e i suoi figli sono stati affidati alle cure dei servizi sociali per il supporto necessario.

 

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Il mercato dei cimeli: una ciocca di capelli di Diego Maradona all’asta per 50mila euro

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Il mercato dei cimeli legati alle grandi leggende del passato non smette di stupire, e anche Diego Armando Maradona ne è protagonista. Tra ciocche di capelli, maglie storiche e pezzi unici, la passione per il Pibe de Oro continua a ispirare collezionisti e fan in tutto il mondo.

Capelli da record: Elvis Presley e Maradona

Il mercato delle ciocche di capelli ha visto protagonisti nomi leggendari, come Elvis Presley, la cui ciocca fu venduta nel 2002 per la cifra record di 100mila euro. Ora è il turno di Maradona: il 15 dicembre, la casa d’aste Aguttes di Parigimetterà in vendita una ciocca dei capelli del campione, tagliata nel 2018 a Dubai quando allenava il Fujairah. La ciocca è custodita da Stefano Ceci, assistente e amico di Maradona, ed è stimata tra i 35mila e i 50mila euro. «L’ho conservata e ora la propongo per beneficenza», spiega Ceci, che gestisce anche i diritti d’immagine di Diego.

La maglia della Mano de Dios

Tra i pezzi pregiati messi all’asta, spicca una maglia commemorativa della Nazionale argentina, realizzata nel 2006 per celebrare i 20 anni dal trionfo ai Mondiali di Città del Messico del 1986. Sul retro, la maglia reca l’autografo di Maradona e l’impronta in oro della sua mano sinistra, simbolo del celebre gol contro l’Inghilterra, la “Mano de Dios”. Stimata tra i 40mila e gli 80mila euro, è accompagnata da un video che documenta Diego mentre lascia la sua impronta.

Cimeli contesi e maglie milionarie

Il mercato dei cimeli di Maradona ha visto altre aste straordinarie. Nel 2022, Sotheby’s ha venduto per 8,8 milioni di eurola maglia indossata da Maradona contro l’Inghilterra, il pezzo sportivo più costoso mai venduto. Altrettanto clamoroso è stato il caso del Pallone d’Oro “non ufficiale” ricevuto da Maradona nel 1986, finito all’asta da Aguttes. Tuttavia, la vendita fu bloccata dagli eredi del campione e dalle autorità per indagare sul sospetto percorso che il trofeo aveva seguito.

Iniziative a Napoli per ricordare Diego

Napoli, città che con Maradona ha un legame unico e profondo, si prepara a commemorare il Pibe de Oro con una serie di eventi in occasione del quarto anniversario della sua scomparsa. Tra questi:

  • Una partita a Scampia tra gli amici di Ciro Esposito e i tifosi del Boca Juniors.
  • Un “murale umano” organizzato all’Edenlandia.
  • Fiaccolate davanti allo Stadio Maradona e al murale nei Quartieri Spagnoli.
  • Selfie con Dieguito, il pupazzo dedicato al campione, in piazza Plebiscito.

Il legame di Maradona con il popolo

Diego era ben consapevole dell’impatto che aveva sui suoi tifosi. Quarant’anni fa, Napoli fu invasa da bancarelle che vendevano parrucche ispirate ai suoi capelli. «Se queste persone vivono grazie a me, io ne sono felice, perché sono stato povero come loro», diceva Maradona, con il sorriso che lo ha reso eterno nei cuori dei napoletani.

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Meloni stoppa Salvini ma avverte, Israele non come Hamas

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Discutere della sentenza della Corte penale internazionale sull’arresto di Benjamin Netanyahu al tavolo del G7 e provare a concertare assieme agli alleati una linea comune. Nelle stesse ore in cui 4 soldati italiani restano feriti nella base Unifil in Libano dopo un lancio di missili di Hezbollah, il governo cerca di gestire il nodo della decisione dell’Aja sul leader israeliano – e sul suo ex ministro della Difesa Gallant – coinvolgendo i partner europei e occidentali. E’ l’input che Giorgia Meloni affida ad Antonio Tajani (che tra l’altro rivendica su questi temi il ruolo di palazzo Chigi e della Farnesina) dopo le divisioni emerse nell’esecutivo che di certo non le avranno fatto piacere, anzi.

Le fughe in avanti dei ministri irritano palazzo Chigi che, invece, sui dossier delicati vorrebbe che il governo si esprimesse con un’unica voce. Ecco perchè di fronte al susseguirsi di dichiarazioni la premier, in vista del vertice di maggioranza convocato per lunedì, decide intanto di mettere nero su bianco quella che deve essere la linea di tutto il governo. La premessa è che sulla sentenza della corte dell’Aja vadano fatti degli approfondimenti per capirne le motivazioni che, sottolinea, “dovrebbero essere sempre oggettive e non di natura politica”.

Ma “un punto resta fermo per questo governo: non ci può essere una equivalenza tra le responsabilità dello Stato di Israele e l’organizzazione terroristica Hamas”. Una presa di posizione che ha come obiettivo anche quello di mettere a tacere i distinguo e le voci in libertà nella compagine. Accanto alla posizione prudente di Antonio Tajani, c’era stata infatti la dichiarazione più netta di Guido Crosetto. Il ministro della Difesa, pur criticando il pronunciamento della Cpi, aveva aggiunto: “La sentenza andrà rispettata”. Ma soprattutto, a pesare è quanto detto da Matteo Salvini. Il leader della Lega è quello che si è spinto più avanti, arrivando ad invitare il premier israeliano in Italia dandogli il “benvenuto” perchè, avvisa, “i criminali di guerra sono altri”.

Parole che pesano negli equilibri internazionali alla vigilia del G7 dei ministri degli Esteri in programma a Fiuggi lunedì. Non è un caso infatti (forse anche dopo contatti con Chigi) che il leader della Lega cerchi poi di ammorbidire i toni invocando la condivisione delle decisioni: “Troveremo una sintesi – confida Salvini – il problema è a livello internazionale”. Chi sceglie di non esprimersi è la Santa Sede. Il Vaticano si affida alle laconiche parole del segretario di Stato Pietro Parolin: “Abbiamo preso nota di quanto avvenuto, ma quello che a noi interessa è che si ponga fine alla guerra”. Intanto, le dichiarazioni dei ministri e dei leader della maggioranza finiscono sotto il fuoco di fila delle opposizioni che vanno all’attacco.

Ma le tensioni sulla politica estera sono solo l’ultimo punto che si aggiunge ad una lista di nodi che Meloni dovrà sciogliere con i due alleati di governo nel vertice in programma per lunedì 25, prima della riunione del Consiglio dei ministri. Il ‘caso’ Netanyahu sarà uno dei temi che i tre leader del centrodestra dovranno discutere, ma altrettanto dirimenti, sono le decisioni da prendere sul versante interno. La sconfitta alle regionali ha alzato il livello dello scontro e, di conseguenza, le richieste di Lega e Forza Italia da inserire nella legge di Bilancio. Ufficialmente tra i partiti di maggioranza regna la concordia: “Ci incontreremo e risolveremo i problemi nel miglior modo possibile”, è la convinzione di Tajani a cui fa eco il vicepremier leghista: “Siamo in sintonia su tutto”.

Ma il taglio dell’Irpef, la flat tax per i dipendenti e la riduzione del canone Rai sono tre temi su cui da giorni è in atto un vero e proprio braccio di ferro. E la mancanza di un accordo ha fatto slittare alla prossima settimana le votazioni sul decreto fiscale. Alle richieste dei partiti si aggiungono i desiderata dei ministri. Un elenco impossibile da realizzare (visti i fondi a disposizione) su cui la premier dovrà dire una parola definitiva. In stand by invece resta la decisione sul successore di Raffaele Fitto.L’idea della presidente del Consiglio pare sia quella di tenere le deleghe a palazzo Chigi fino a gennaio, scavallando quindi la sessione di bilancio. Nessuna fretta anche anche perchè, raccontano nella maggioranza, per la prossima settimana è attesa anche la decisione dei giudici se rinviare o meno a giudizio la ministra per il Turismo Daniela Santanchè.

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