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Via libera al decreto ristori, oltre 5 miliardi di euro per non far morire l’economia

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Con il decreto Ristori, il governo stanzia piu’ di 5 miliardi per risarcire quelle attivita’ – come bar, ristoranti, piscine e teatri – costrette con l’ultimo dpcm a chiudere o a ridurre gli orari. La nuova pioggia di indennizzi non ha pero’ spento le polemiche fra gli alleati di governo sulla strategia anti-covid. Al termine del consiglio dei ministri, il premier Giuseppe Conte ha convocato a Palazzo Chigi i capigruppo di maggioranza di Camera e Senato. All’annuncio, Italia Viva ha avvertito: “Non vogliamo passerelle, ci aspettiamo aperture concrete sulle modifiche che abbiamo chiesto”, cioe’ di rivedere la stretta a cultura, sport e ristoranti. Ma Conte frena: “Fare da contrappunto e’ facile,ma il dpcm non cambia”. Anche perche’ “se rispettiamo queste misure abbiamo buone possibilita’ di affrontare dicembre con una certa serenita’ – ha spiegato – senza un sistema sanitario sotto stress. In caso contrario ci troveremo di fronte alla necessita’ di un lockdown generalizzato, dobbiamo scongiurarlo”. L’obiettivo, al limite, e’ di prevederne di locali. Per tutta la giornata, Conte ha cercato di serrare le fila sospinto anche dalla moral suasion del Colle che ha sostenuto l’approccio scelto da Chigi per “una attenuazione del rischio”. Prima delle forze di governo, ha incontrato i rappresentanti dei settori colpiti dal dpcm. “Se perdiamo di vista l’obiettivo di marciare tutti insieme nella stessa direzione per uscire dalla pandemia – ha avvertito il presidente del Consiglio – rischiamo di aggravare la situazione nel Paese”. Preoccupa anche la violenza di alcune manifestazioni di piazza. Tanto che il Pd ha chiesto al ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, di riferire in Parlamento. Il grosso del contenuto del decreto Ristori lo ha illustrato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Il “pezzo forte” saranno i contributi a fondo perduto, che verranno erogati entro il 15 novembre, seguendo il meccanismo gia’ utilizzato con il decreto Rilancio. Bar, pasticcerie e gelaterie riceveranno il 150% di quanto ottenuto fra luglio e agosto, e i ristoranti il 200%. Per le sole discoteche, chiuse in sostanza da marzo, il ristoro puo’ arrivare al 400%. Su richiesta del Pd, anche taxi e ncc potranno avere un indennizzo, che sara’ pari a quello gia’ ottenuto. “Il dl ristori – ha scritto su facebook il viceministro allo sviluppo economico, Stefano Buffagni – contiene misure da 6,8 miliardi tra le quali e’ previsto il credito d’imposta sugli affitti, l’estensione della cassa integrazione, la cancellazione della rata Imu, la sospensione dei versamenti contributivi di novembre dei dipendenti, e molto altro”. Mentre il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha sottolineato che e’ “di oltre in miliardo di euro il pacchetto di misure per i settori della cultura e del turismo. Gli aiuti saranno immediati per risarcire chi ha subito le conseguenze di una chiusura repentina”. Nel giorno del nuovo decreto anti-covid, non tira aria di resa dei conti, ma Italia Viva continua a prendere le distanze dalla strategia del governo. Tanto che la leader di Fdi, Giorgia Meloni, parla di situazione “surreale: il Governo chiede al Governo di intervenire sui provvedimenti fatti dal Governo”. Renzi la spiega cosi’: “Siamo in maggioranza ma non siamo mai stati e mai saremo Yes Man. Chiudendo ristoranti alle 18 e chiudendo i luoghi della cultura non diminuiscono i contagiati: aumentano solo i disoccupati”. Le scintille sono soprattutto con il Pd. Nei giorni scorsi Nicola Zingaretti ha accusato Iv di tenere i piedi in due staffe. “L’unico modo che ha per tenere insieme il Pd – gli ha risposto il renziano Ettore Rosato – e’ dare addosso ad Italia Viva”. La maggioranza deve rispondere alle opposizioni, che accusano il governo di non essere riuscito a prevenire la seconda ondata e, quindi, di non aver scongiurato nuove misure pesanti per l’economia. Lo scontro andra’ in scena giovedi’, quando Conte illustrera’ al Parlamento le misure dell’ultimo dpcm. Al termine di un vertice romano, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, con Silvio Berlusconi in videocollegamento, hanno chiesto che il Parlamento si esprima con un voto. Che potrebbe riflettere anche i maldipancia nella maggioranza. (

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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