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Vaccino Pfizer efficace al 95%, è certo l’ok degli Usa

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La lotta al Covid segna oggi un punto cruciale a suo favore. I risultati pubblicati sul New England Journal of Medicine dicono che il vaccino Pfizer risulta efficace al 95% (con un intervallo compreso fra il 90,3% e il 97,6%), dopo una sperimentazione su 43.548 persone, meta’ delle quali hanno ricevuto il vaccino, (indicato con la sigliaBNT162b2) e meta’ il placebo. E intanto negli Usa e’ iniziato il conto alla rovescia per l’autorizzazione d’emergenza. Da questa mattina il comitato di esperti della Food and drug administration (Fda) e’ in riunione aperta al pubblico e votera’ con alta probabilita’ entro questa sera le raccomandazioni sull’approvazione negli Stati Uniti del vaccino Pfizer BioNtech. Se la commissione esprimera’ – come sembra – parere favorevole, la Fda potrebbe dare il via all’autorizzazione di emergenza del primo vaccino nel giro di un paio di giorni. Basato sulla somministrazione di due dosi, il vaccino BNT162b2 ha dimostrato di dare protezione agli individui di oltre 16 anni. Nella sperimentazione si sono osservati 8 casi di Covid-19, manifestati almeno 7 giorni dopo la seconda dose del vaccino e 162 casi tra gli individui che hanno ricevuto il placebo; fra i 10 casi di Covid-19 grave con insorgenza dopo la prima dose, nove sono avvenuti in individui che avevano ricevuto placebo e uno in un individuo che aveva ricevuto il vaccino. Fra gli eventi avversi si sono osservati dolore nel sito dell’infezione, da lieve a moderato e temporaneo, affaticamento e mal di testa. L’incidenza di eventi avversi gravi e’ stata bassa ed e’ risultata simile nei gruppi che hanno ricevuto il vaccino e in quelli che hanno ricevuto il placebo. Per quanto riguarda il Vecchio Continente, il Commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri ha auspicato che la vaccinazione possa avvenire lo stesso giorno in tutti i Paesi europei e che non ci sia nessuno che parte prima e nessuno che arriva dopo. Arcuri poi, riferendosi alla campagna vaccinale in Italia, ha lanciato un appello agli operatori sanitari: “Dateci una mano, servira’ al Paese”. E ha spiegato che nell’erogazione del vaccino saranno impegnati fino a tremila medici e dodicimila infermieri. Un lavoro enorme per affrontare la vaccinazione di massa. Basti pensare che, stando a una stima sulla “numerosita’” delle categorie che riceveranno prioritariamente il vaccino in Italia, il Piano strategico vaccinale conta solo per le prime fasi un totale di 6.416.372 persone a cui verra’ erogato, tra operatori sanitari e sociosanitari, personale ed ospiti delle Rsa e anziani over 80. Ma in corsa non ci sono solo i vaccini. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha visitato oggi la Menarini di Pomezia dove stanno mettendo a punto gli anticorpi monoclonali contro il Covid e producendo i primi lotti del nuovo farmaco. “Presto inizieranno i trial clinici. E’ una sfida tutta italiana che ci inorgoglisce”, ha commentato il ministro Per i ragazzi passera’ ancora del tempo prima che sia pronto un vaccino dedicato , ma una buona notizia c’e’ anche per loro. Oggi infatti l’azienda farmaceutica americana Moderna ha annunciato le prime inoculazioni di vaccino agli adolescenti dai 12 ai 18 anni non ancora compiuti. Il Ceo Ste’phane Bancel ha spiegato che lo studio coinvolgera’ 3 mila ragazzi statunitensi: “Il nostro obiettivo e’ avere per la primavera del 2021 dei dati che supporteranno l’uso del vaccino negli adolescenti in vista dell’anno scolastico 2021”, Sul tema vaccini e’ intervenuto anche Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Ema: “Mi aspetto che la copertura duri anche piu’ di un anno. E ha chiarito che per quanto riguarda l’effetto protettivo invece, “inizia, e diventa progressivamente piu’ forte, 15 giorni dopo la prima iniezione” per i vaccini con una dose e “7 giorni dopo la seconda iniezione per i vaccini con due punture. A 30 giorni, si e’ protetti”. Sulle reazioni allergiche registrate nel Regno Unito sono intervenute le Societa’ scientifiche italiane di allergologia Siaaic e Aaito, chiarendo che non sara’ necessario negare ai pazienti con allergie la vaccinazione anti-Covid: “Basta che vengano adeguatamente gestite in un ambiente protetto come le unita’ di allergologia ospedaliere”.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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