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Corona Virus

Vaccini anti Covid, si cerca una nuova strategia

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Una nuova strategia per combattere il virus SarsCoV2, con vaccini che riescano a bloccarlo gia’ nelle sue principali vie d’ingresso nell’organismo, le mucose. E’ questa la nuova direzione della ricerca alla quale si comincia a pensare, sulla scia di un’analisi pubblicata sulla rivista Nature da Ed Lavelle e Ross Ward, entrambi del Trinity College di Dublino. Certamente i tempi di realizzazione dei nuovi vaccini non sono ancora maturi, ma l’attenzione del mondo scientifico e’ alta. Secondo i due ricercatori del Trinity College di Dublino sono ormai mature le conoscenze sulla risposa immunitaria nelle mucose e quelle sulle sostanze adiuvanti, capaci cioe’ di potenziare l’azione dei vaccini. Di conseguenza, osservano, diventa possibile mettere a punto vaccini capaci di stimolare l’immunita’ nelle mucose contro il virus SarsCoV2, ma anche contro alcune forme di tumore. “Tutte le piattaforme vaccinali usate finora sono iniettabili per via intramuscolare e portano a una risposta in termine di produzione di anticorpi e di linfociti T memoria a livello sistemico e non a livello locale nella porta di ingresso del virus”, osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Universita’ di Milano Bicocca. Gli attuali vaccini anti Covid-19, somministrati con un’iniezione intramuscolare, agiscono infatti stimolando l’immunita’ nel sangue e quindi in modo sistemico, nell’intero organismo. “Questo significa – aggiunge Broccolo – che gli attuali vaccini anti SarsCoV2 non stimolano la risposta immunitaria a livello delle mucose. Di fatto, quindi, non bloccano la porta di ingresso del virus, di conseguenza non sono molto efficaci per ridurre l’infezione e la trasmissione”. Si spiega cosi’ il fatto che “circa il 30% di vaccinati si infetta anche dopo una doppia dose”. Anche per l’infettivologo Stefano Vella, dell’Universita’ Cattolica di Roma, “non e’ strano che qualche immunizzato si sia reinfettato: era atteso. Anche chi si e’ vaccinato puo’ prendere il virus senza stare male”. Questo accade perche’, “nel momento in cui il virus riesce a infettare le mucose il sistema immunitario si riattiva, ma impiega comunque un po’ di tempo per raggiungere il virus nel suo punto di ingresso, e intanto il virus si moltiplica”. Per questo motivo, secondo i due esperti, si dovrebbe guardare all’esperienza fatta in passato contro il virus dell’influenza del tipo H1N1 responsabile della pandemia del 2009. “I vaccini che si somministravano come spray nasale erano particolarmente adatti a bloccare l’ingresso del virus nelle mucose”, dice Broccolo. Sara’ anche necessario utilizzare nuove piattaforme, diverse da quelle basate su mRna e sui vettori virali. Secondo i dati piu’ recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms) i vaccini anti Covid allo studio sono 294, 110 dei quali in fase di sperimentazione; quelli approvati nel mondo, secondo l’osservatorio del New York Times, sono 12. Di questi ultimi nessuno genera immunita’ nelle mucose e solo pochissimi vaccini in fase di sperimentazione segue questa strada. “Si e’ pensato, correttamente, che l’immunita’ sistemica protegga dalla malattia, ma adesso e’ opportuno riflettere sul fatto che l’immunita’ locale potrebbe impedire maggiormente la trasmissione”, dice Vella. Un’altra ragione per cui si e’ scelta la via dei vaccini sistemici, osserva Broccolo, e’ che “servono adiuvanti specifici e adesso la sfida e’ identificarli. Un vaccino piu’ performante verso l’infezione e non solo verso la malattia, avrebbe – conclude il virologo – il grande vantaggio di bloccare la trasmissione virale e ridurre i richiami vaccinali”.

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Covid, ok Ue a vaccino aggiornato di Moderna contro JN.1

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Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio per la formulazione aggiornata del vaccino contro Covid-19 di Moderna. Il nuovo vaccino è indirizzato contro la variante JN.1. Lo ha reso noto l’azienda. Si attende ora la decisione definitiva della Commissione europea. “Dato che le malattie respiratorie aumentano durante i mesi invernali, è fondamentale che le persone si proteggano vaccinandosi con un vaccino Covid-19 aggiornato”, ha detto in una nota Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna. La raccomandazione di inserire la variante JN.1 nel vaccino di questa stagione era stata espressa dalla Emergency Task Force (ETF) dell’Ema lo scorso aprile e poi confermata dalla stessa agenzia a luglio. Esiste, però, anche una versione del vaccino aggiornata alla variante KP.2 – ceppo discendente da JN.1 – approvata nelle scorse settimane in Usa. L’azienda non ha anticipato quando inizierà la distribuzione del prodotto, ma ha reso noto che l’Unione Europea sta partecipando a una procedura di gara per i vaccini a mRNA attraverso l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).

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La Corte Ue per diritti dell’uomo boccia sanitari novax

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

La Corte europea per i diritti dell’uomo, dopo la Corte Costituzionale italiana, boccia i sanitari novax che durante l’emergenza Covid-19 rifiutarono nel 2021 la somministrazione del vaccino essendo per questo sospesi dalla loro funzione. Con una sentenza pubblicata il 29 agosto, la Corte europea afferma infatti che non vi fu violazione dei diritti, ritenendo “manifestamente infondata” l’accusa di discriminazione. Intanto, il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, invita a non sottovalutare la persistente diffusione del virus ed a proteggere i soggetti fragili. I sanitari che hanno fatto ricorso alla Corte Ue sono 26: 19 sammarinesi, 6 italiani e uno di nazionalità moldava, tutti impiegati presso l’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino. Avevano rifiutato la vaccinazione contro il Covid-19 ed erano stati sospesi per questo dalla loro attività di operatori sanitari, per poi essere reintegrati passata la fase di emergenza. Secondo la Corte, non vi fu però violazione dei diritti e le misure adottate furono proporzionate e giustificate al fine della protezione della salute della popolazione in generale, compresi i richiedenti. “L’obiettivo delle misure – si legge infatti nella sentenza – era proteggere la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza, nel contesto di una pandemia che aveva rappresentato un grave rischio per la popolazione in generale”.

Ed ancora: “Le persone non vaccinate erano più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. Le parti hanno ora tre mesi di tempo per fare ricorso. La Corte Europea, afferma Anelli, “promuove le misure adottate durante il Covid e le considera non sproporzionate e adeguate per la tutela della salute pubblica e per garantire le necessarie condizioni di sicurezza anche nei confronti delle persone non vaccinate, in quanto più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. La sentenza della Corte Ue, rileva, “segue quella della Corte Costituzionale italiana, che aveva sottolineato che le misure adottate dal legislatore al fine di prevenire la diffusione del virus, limitandone la circolazione, non possano ritenersi né irragionevoli né sproporzionate”. Una sentenza che arriva mentre il virus SarsCoV2 continua a diffondersi, anche se i dati italiani segnano attualmente una fase di stabilizzazione dei contagi. Medici ed epidemiologi esortano tuttavia a non abbassare la guardia, ribadendo come le persone fragili siano maggiormente a rischio e vadano protette anche per mezzo di un nuovo richiamo vaccinale.

I dati sul Covid “sono sicuramente sottostimati perchè buona parte dei cittadini non fa più i tamponi ed oggi – spiega Anelli – non abbiamo una reale percezione di quello che sta avvenendo. Personalmente, però, ogni giorno faccio diagnosi di Covid, largamente diffuso al momento soprattutto tra i giovani”. Il Covid, nella forma attuale, precisa, “non sta creando seri problemi: si presenta in genere come una influenza più forte che si autorisolve nel giro di pochi giorni. Tuttavia, il problema sussiste per gli anziani con malattie importanti che possono andare incontro a scompenso anche grave. E’ pertanto opportuno raccomandare il tampone se si hanno sintomi simili all’influenza, per essere coscienti del proprio stato ed evitare il contatto con soggetti fragili se si è positivi”. Quanto alla prossima campagna vaccinale, “al momento non abbiamo indicazioni in merito alla somministrazione del vaccino anti-Covid – aggiunge – e aspettiamo che le autorità sanitarie ci facciano sapere come e quando iniziare la campagna vaccinale per Covid e influenza, che appare opportuna soprattutto per i malati cronici”. A fronte di una attuale stabilità dei contagi, anche l’epidemiologo Cesare Cislaghi esorta tuttavia a non abbassare la guardia: “Si sta andando verso l’autunno e l’esperienza suggerisce che il virus probabilmente circolerà maggiormente. E’ per questo che consiglio una maggior protezione vaccinale ed una maggior precauzione soprattutto a protezione dei soggetti più fragili”.

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In 7 giorni oltre 15.200 casi di Covid, +11% in una settimana

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Salgono a 15.221 i casi di Covid-19 registrati dal 22 al 28 agosto in Italia, con un aumento di circa l’11% rispetto ai 13.690 della settimana precedente (ma in calo se confrontati a quelli di due settimane fa, considerato che dall’8 al 14 agosto i contagi erano stati 16.299). In aumento anche i decessi settimanali, che sono stati 135, rispetto ai 99 del 15-21 agosto. Lo indicano i dati dell’aggiornamento settimanale sul Covid-19 in Italia, pubblicato sul sito del ministero della Salute. Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, con 2.562 contagi tra il 22 e il 28 agosto rispetto ai 1.796 della settimana prima. Sempre in Lombardia è stata registrata circa la metà di tutti i decessi per Covid rilevati nella settimana in esame, 66. In aumento anche i tamponi: dal 22 al 28 agosto ne sono stati eseguiti 94.171 rispetto ai 72.266 della rilevazione precedente. Il tasso di positività è al 16,2%, a fronte del 18,9%.

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