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Economia

Utile più alto della attese, Tesla corre a Wall Street

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L’utile cresce più delle attese e Tesla corre a Wall Street. Il colosso delle auto elettriche ha archiviato il terzo trimetre con un utile in aumento del 17% a a 2,2 miliardi di dollari. I ricavi sono saliti dell’8% a 25,2 miliardi. Risultati che incassano il plauso degli investitori e spingono i titoli Tesla in Borsa, dove arrivano a guadagnare nelle contrattazioni after hours quasi il 9%. A incoraggiare gli analisti è anche il cybertruck per la prima volta redditizio grazie all’aumento della produzione e il balzo dei ricavi per la generazione e lo stoccaggio di energia.

“Nonostante le attuali condizioni economiche, ci attendiamo un leggero aumento delle consegne di veicoli nel 2024”, afferma Tesla, sottolineando che i “preparativi sono in corso per l’offerta di nuovi veicoli – inclusi modelli più economici -, che saranno lanciati nella prima metà del 2025”. Tesla assicura inoltre di “restare concentrata nel ridurre i costi e nell’effettuare investimenti essenziali in progetti per l’intelligenza artificiale e la capacità produttiva. Riteniamo che questi sforzi ci consentiranno di capitalizzare sulla transizione nei settori dei trasporti e dell’energia”, aggiunge il colosso delle auto elettriche spiegando di “avere sufficiente liquidità per finanziare la nostra roadmap di prodotti, i piani di espansione della nostra capacità nel lungo termine e altre spese. Inoltre gestiremo le nostre attività in modo da mantenere un bilancio solido durante questo periodo di incertezza”.

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Economia

Arriva il bonus bebè, stretta sulle detrazioni dei single

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Arriva la stretta sulle detrazioni ma solo per i redditi superiori al 75mila euro e con un meccanismo di quoziente familiare a salvaguardia dei nuclei più numerosi anche se facoltosi. La manovra presentata in Parlamento, come ribadito più volte dal governo, guarda dunque alla famiglia e alla natalità a partire dal bonus nuovi nati. Previsti anche l’estensione alle autonome della detassazione per le mamme lavoratrici, ma con un tetto al reddito, e il rafforzamento del bonus nido. Cambia, dunque, il tetto di reddito oltre il quale vengono riviste le tax expenditures e sale di 25mila euro rispetto ai 50mila ipotizzati in conferenza stampa dal viceministro Leo e con un gettito, dunque, certamente inferiore al miliardo inizialmente stimato.

Del resto la norma è stata a lungo limata con approfondimenti sia al Mef che a Palazzo Chigi e alla fine la scelta è stata quella di non colpire i redditi medi. Il taglio peserà, in particolare, sui single con redditi alti ma anche su chi, sempre benestante, ha uno o due bambini. Sarà, infatti, solo chi ha tre figli o ne ha uno con disabilità a poter scontare spese (diverse da quelle sanitarie e dai mutui ma in questo caso solo per quest’anno) fino a 14mila euro se il reddito è tra i 75mila e i 100mila euro e fino a 8mila se è superiore ai 100mila. La spesa massima è dimezzata a 7mila e 4mila per chi non ha figli. E arriva a 9.800 per chi ha un figlio e a 11.900 per chi ne ha due.

Tra le misure in favore della famiglia debutta l’una tantum per ogni figlio nato o adottato dal primo gennaio 2025: un ‘bonus nuove nascite’ da mille euro per chi ha un Isee sotto i 40mila euro, con uno stanziamento di euro 330 milioni nel 2025 e 360 milioni nel 2026. La manovra estende poi alle autonome la detassazione per le mamme lavoratrici. Potranno usufruirne, se hanno due figli fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo e, nel caso di tre fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo. Anche qui si introduce un tetto a 40mila euro di reddito. Si amplia e viene reso strutturale il bonus nido (sempre con soglia Isee di 40mila euro) che viene esteso a tutti e non più solo a quanti hanno un altro figlio di età inferiore a 10 anni.

A sostegno della misura vengono stanziati 97 milioni di euro per il 2025 e la norma diventa poi strutturale. Confermata anche l’esclusione dell’assegno unico del computo dell’Isee per la richiesta dell’agevolazione. Il congedo parentale fino al sesto anno di vita del bambino sale all’80% della retribuzione per tre mesi. Arriva, poi, una misura per spingere i ragazzi a lasciare la casa dei genitori e costruirsi una vita indipendente: da gennaio i figli a carico a partire da 30 anni non saranno più detraibili anche se non lavoratori: una spinta a rendersi autonomi ma anche un risparmio che – ha spiegato la premier Giorgia Meloni – il governo utilizza per finanziare il bonus sui nuovi nati.

Le lavoratrici madri con 4 o più figli potranno poi accedere alla pensione di vecchiaia con un anticipo di 16 mesi. La legge di Bilancio stanzia nuove risorse per il sostegno degli indigenti e per gli acquisti di beni di prima necessità attraverso la Carta ‘Dedicata a te’. Visto il “permanere di condizioni di disagio sociale ed economico”, si legge nella manovra, la dotazione del fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti è incrementata di 50 milioni di euro annui dal 2025.

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Economia

Agcom diffida Dazn dopo lo stop a Google Drive

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C’è Dazn all’origine del blocco di Google Drive, il servizio di archiviazione usato da migliaia di utenti privati e istituzioni solo in Italia, che sabato sera ha provocato allarme e polemiche anche da parte della politica. È quanto accertato da Agcom, che oggi ha deciso di diffidare la piattaforma, pur respingendo a maggioranza la proposta di sospendere la piattaforma. Il Consiglio dell’Autorità, alla luce della relazione tecnica presentata dagli uffici competenti su quanto accaduto sabato sera in relazione ad una segnalazione di blocco riferita per errore a Google Drive, ha deciso di diffidare la tv on demand che trasmette tra l’altro la serie A, “in qualità di segnalatore accreditato sulla piattaforma Piracy Shield, ad assicurare la massima diligenza e il massimo rigore nella presentazione delle istanze di blocco e nella raccolta delle relative prove”. In sostanza, sabato, da Dazn è arrivata la segnalazione di siti pirata che trasmettevano senza averne i diritti Milan-Udinese e Juventus-Lazio. Tra questi è però finito per errore anche un dominio di Google Drive che gli internet provider hanno poi automaticamente bloccato come previsto dal protocollo utilizzato dallo scudo adottato dall’Agcom per bloccare i siti pirata entro trenta minuti.

L’Autorità ha inoltre rivolto un richiamo a tutte le categorie di soggetti tenuti all’iscrizione alla piattaforma, in base al decreto Omnibus, ad accreditarsi alla piattaforma Piracy Shield. Si tratta dei gestori di motori di ricerca e dei fornitori di servizi coinvolti a qualsiasi titolo nell’accessibilità del sito web o dei servizi illegali. L’Autorità, a maggioranza, ha, comunque, respinto la proposta della commissaria Elisa Giomi di una sospensione dell’attività della piattaforma, ricordando che Piracy Shield ha consentito la disabilitazione di oltre 25.000 FQDN e di oltre 7.000 IPv4, cioè domini o protocolli illegali. Il commissario Antonello Giacomelli non ha partecipato al voto. “Non ritengo adeguata la scelta fatta – ha spiegato -. A mio parere era opportuna la sospensione dell’attività della piattaforma in attesa, come deciso già a luglio, della necessaria re-ingegnerizzazione, o comunque della individuazione della tecnologia più avanzata che consenta ad Agcom un controllo non solo formale delle segnalazioni, di una necessaria ridefinizione di prerogative, strumenti, responsabilità dei diversi soggetti pubblici e privati e di una revisione delle procedure”.

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Arriva la manovra, è scontro su pensioni e sanità

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A più di una settimana dal varo, la legge di bilancio arriva in Parlamento. Contiene le annunciate misure per ridurre le tasse ai lavoratori e aiutare le famiglie. Aumentano i promessi “sacrifici” a carico di banche e assicurazioni, ci sono i tagli ai ministeri e il tetto agli stipendi dei manager degli enti. Ma è sulla sanità che si consuma lo scontro: le risorse deludono i sindacati dei medici che proclamano lo sciopero. E anche l’aumento delle pensioni minime fa discutere: per gli anziani con l’assegno più basso – calcolano i sindacati – sono appena 10 centesimi al giorno. Il testo della legge di bilancio, chiuso ieri notte al Ministero dell’Economia, è stato firmato in mattinata dal Capo dello Stato, prima dell’invio alle Camere. La manovra vale 30 miliardi per il 2025, conferma la premier Giorgia Meloni, che torna all’attacco del Superbonus (senza – dice – “avremmo potuto” ampiamente “aumentare le minime” con “20mila euro per ogni pensionato”) e rivendica: si concentra sulle priorità, “lavoro, salari, famiglia e sanità e lo fa senza aumentare le tasse e mantenendo i conti in ordine”.

E poi dal prossimo anno, con maggiori risorse – dice facendo implicito riferimento al concordato – la sfida è quella di ridurre gli scaglioni del ceto medio. Nei 144 articoli del disegno di legge si spazia dal nuovo meccanismo per rafforzare le busta paga dei dipendenti (arriva un bonus fino a 20mila euro e meccanismo fiscale a decalage fino a 40mila euro) alla stretta sulle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro con quoziente familiare, dal tetto ai compensi per gli enti alle risorse per i contratti pubblici, dall’estrazione aggiuntiva per il Superbonus al restyling dei bonus edilizi, fino alle pensioni, con la proroga di Quota 103, Ape sociale e Opzione donna. Sul fronte previdenziale c’è anche l’aumento delle pensioni minime, che dal 2025 salgono del 2,2% a 617,9 euro: tre euro in più dai 614,77 attuali. Ma senza un’intervento sarebbero calate, scese a 604 euro. La Uil pensionati fa i calcoli: i pensionati si dovranno “accontentare di 10 centesimi al giorno per il 2025 e probabilmente circa 4 centesimi per il 2026”. “Un’elemosina senza pudore”, la definisce il leader M5s Giuseppe Conte.

Ma la stangata arriva anche per la sanità, denunciano le opposizioni. La manovra stanzia 1,3 miliardi per il 2025 e risorse per i contratti. Promettendo assunzioni dal 2026. Per i sindacati dei medici e degli infermieri non basta: si “conferma la riduzione del finanziamento rispetto a quanto annunciato”, denunciano Anaao, Cimo e Nursing Up, che il 20 novembre incroceranno le braccia e scenderanno in piazza. E’ confermata “una batosta clamorosa per il servizio sanitario nazionale”, accusa la segretaria Dem Elly Schlein. Per Avs è una manovra perversa, che si accanisce contro chi ha di meno. Dalla maggioranza la senatrice di Fi Licia Ronzulli difende l’intervento per le banche: nessun intervento punitivo, sono “soldi liquidi, che verranno usati per la sanità”. Il contributo per le banche si concretizza nel rinvio delle deduzioni sulle Dta con cui il governo conta di incassare 4 miliardi nel 2025 e 2026: un “sacrificio” per le banche, che però non si tradurrà in “un aumento dei costi”, assicura il presidente dell’Abi Antonio Patuelli.

Le assicurazioni dovranno pagare annualmente l’imposta di bollo sulle polizze vita. I sacrifici a carico dei ministeri si traducono in 7,7 miliardi di tagli in 3 anni, con lo sforzo maggiore a carico, come sempre, del Mef. Una stretta arriva anche per la Rai, che dal 2026 dovrà ridurre la spesa per personale e consulenza. Non compare invece nel testo l’annunciata conferma del taglio del canone da 90 a 70 euro. Per la Pa arriva quindi la stretta sul turn over (nel limite del 75% nel 2025) mentre la scuola dovrà fare i conti con i tagli per docenti e personale Ata. Con il testo depositato in Parlamento si apre l’iter di conversione. Che quest’anno, per l’alternanza, parte dalla Camera. I parlamentari avranno un ‘tesoretto’ da 120 milioni per le modifiche. “Chiederemo alla maggioranza di limitare gli emendamenti”, fa sapere il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, che spera di arrivare all’ok definitivo “prima di Natale”. L’anno scorso non ci si riuscì: nonostante il diktat imposto alla maggioranza di non presentare emendamenti, il disco verde arrivò il 29 dicembre.

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