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Economia

Usa contro il monopolio di Google, ipotesi spezzatino

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Uno spezzatino contro il monopolio. E’ una delle ipotesi allo studio del Dipartimento di Giustizia americano dopo la vittoria contro Mountain View in tribunale, dove è riuscito a dimostrare la violazione delle norme antitrust da parte del colosso della Silicon Valley che vale 2.000 miliardi. Per Washington sarebbe il primo tentativo di smantellare un gigante tecnologico per monopolio illegale dopo gli sforzi senza successo di 20 anni fa di obbligare Microsoft a scorporare le sue attività.

Uno degli ultimi successi in questo senso è stato lo spezzatino di At&t negli anni 1980. Per Google l’ipotesi all’esame è quella di separare il browser Chrome o il sistema operativo Android, riporta il New York Times citando alcune fonti. Mountain Views potrebbe anche essere costretta a vendere AdWords, la piattaforma per la vendita di spot sotto forma di messaggini di testo. All’esame ci sono anche opzioni meno traumatiche, quali l’obbligo di una maggiore condivisione dei dati con le rivali e misure per prevenire che Google ottenga vantaggi sleali sull’intelligenza artificiale.

Ma anche l’abbandono degli accordi che fanno di Google il motore di ricerca di default su dispositivi come l’iPhone. L’esame delle opzioni a disposizione è alle battute iniziali, ma la sola ipotesi di scorporo gela Google, che a Wall Street arriva a perdere oltre il 3%. Il Dipartimento di Giustizia e Mountain View devono presentare le loro soluzioni entro il 4 settembre al giudice Amit P. Mehta. Un’udienza preliminare su come procedere è stata poi fissata il 6 settembre. Nei giorni scorsi DuckDuckGo, una piccola società di ricerca che ritiene di essere stata danneggiata dal Google, ha proposto alcune alternative, fra le quali l’obbligo di presentare schermate che consentano di cambiare motore di ricerca facilmente ed educare il pubblico su come scegliere un nuovo motore di ricerca.

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Economia

La space economy settore del futuro per il Made in Italy

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Le linee guida e gli obiettivi strategici per il progresso futuro del settore spaziale in Italia sono stati messi a punto nel corso della due giorni degli stati generali della Space Economy. Al termine dei lavori, svoltisi a Torino e Milano, è stato presentato il manifesto della Space Economy 2024. L’evento, promosso dall’Intergruppo Parlamentare per la Space Economy, ha visto un confronto tra istituzioni, aziende e rappresentanti dell’industria spaziale, dell’economia e dell’alta formazione e ricerca, con l’obiettivo di affrontare in maniera sinergica le sfide e le opportunità offerte dal settore.

Ad oggi sono 415 le aziende italiane attive nell’industria spaziale, un comparto che vale 3 miliardi di euro e che è destinatario entro il 2027 di 7,5 miliardi di investimenti. La filiera spaziale italiana, che impiega oltre 11 mila lavoratori, rappresenta per dimensioni delle imprese che ne fanno parte, uno spaccato peculiare del tessuto produttivo italiano: il 6% di esse sono aziende di grandi dimensioni, il 90% piccole e medie imprese e il restante 4% comprende piccole startup impegnate nella ricerca e nell’innovazione.

Numeri questi che testimoniano l’importanza di un settore che vale oltre 630 miliardi di dollari, con una previsione di crescita del 9% annuo composto fino al raggiungimento di 1.800 miliardi di dollari entro il 2035. In virtù del ruolo sempre più strategico ricoperto dal comparto e delle prospettive di sviluppo futuro, il consiglio dei ministri ha prodotto lo scorso 20 giugno, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la prima legge quadro italiana sullo Spazio e sulla Space Economy che sta per approdare in parlamento per l’iter di approvazione.

Nel manifesto della space economy 2024 si evidenzia che l’Italia considera lo Spazio un settore altamente strategico, per la sua connotazione tecnologica, forte e innovativa. Per il settore, secondo quanto emerge dal documento illustrato al termine deli stati generali della space economy, l’Italia intende rafforzare la propria posizione nell’ambito delle politiche europee dello spazio; sostenere le Regioni e i distretti aerospaziali come motore della space economy; favorire investimenti e finanziamenti nella space economy; sostenere la formazione del capitale umano per lo sviluppo dell’industria e dei servizi in ambito spaziale.

Tra gli obiettivi che si vogliono raggiungere c’è anche quello di sfruttare tutte le potenzialità dell’intelligenza artificiale applicata in sicurezza alla space economy; proteggere le infrastrutture spaziali italiane e garantire l’autonomia strategica del Paese per l’accesso e l’uso sicuro dello spazio e favorire l’accesso alle opportunità della space economy anche alle aziende non-spazio. Agli stati generali della space economy hanno partecipato, tra gli altri, il ministro delle Imprese e del Made In Italy Adolfo Urso; il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Regione Piemonte Alberto Ciri e Andrea Mascaretti, presidente intergruppo parlamentare per la space economy.

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Economia

Imposta di soggiorno per tutti i comuni su base volontaria

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Questa mattina presso la sede del ministero si è svolto l’incontro tra la ministra del Turismo Daniela Santanchè, il viceministro all’Economia Maurizio Leo ed il presidente Anci Roberto Pella sul tema della possibile revisione dell’imposta di soggiorno. “Le parti – si legge in una nota – hanno convenuto la necessità di uniformare e semplificare la disciplina su tutto il territorio nazionale e di renderla applicabile a tutti i comuni su base volontaria. Al centro del confronto il tema di far diventare l’imposta di soggiorno imposta di scopo per restituire soldi al settore del turismo”.

“Al centro del confronto – si spiega nella nota – il tema di far diventare l’imposta di soggiorno imposta di scopo per restituire soldi al settore del turismo, garantendo gli ambiti e la possibilità, come richiesto da Anci, di destinare l’imposta anche a decoro urbano e sicurezza; sarà convocato per questo la prossima settimana un tavolo tecnico. Al tempo stesso il tavolo studierà le fasce di prezzo per rendere l’imposta proporzionale al costo della stanza e pagabile a persona”.

“L’intenzione è razionalizzare gli oneri dichiarativi a carico degli albergatori e allo stesso tempo permettere ai comuni di effettuare i controlli sulla componente finanziaria. Sono necessarie regole uniformi su tutto il territorio nazionale”, commenta il viceministro all’Economia Maurizio Leo. “L’industria del turismo è importante per il Pil e anche per i comuni e i soldi vanno quindi rilasciati sul settore. Non dobbiamo far vivere ai residenti il turismo come una minaccia ma come un’opportunità. Non dobbiamo essere ideologici quando ci sediamo al tavolo per trovare soluzioni. Noi cerchiamo di distribuire meglio questa imposta”, dichiara la ministra del Turismo Daniela Santanchè. “Apprezziamo la decisione di ampliare la platea a tutti i comuni perché è giusto dare opportunità a tutti. Condividiamo il tema della semplificazione e trovare garanzie per tutelare gli albergatori e i Sindaci”, commenta il presidente Anci Roberto Pella.

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Economia

Fs, 5 miliardi di euro in 10 anni per riqualificare stazioni Rfi

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Rfi punta a riqualificare più di 600 stazioni, con un investimento di oltre 5 miliardi di euro e interventi da realizzare gradualmente per gli edifici di stazione, alcuni di “notevole importanza storico-artistica” e il miglioramento dell’accessibilità. Lo rende noto la società del gruppo Fs, spiegando che ad oggi sono 274 le stazioni che sono state rese accessibili da parte delle persone a ridotta mobilità. Il piano punta, inoltre, “a rendere le stazioni luoghi sempre più sostenibili, promuovendo interventi con materiali innovativi e a risparmio energetico”. E nella nuova visione di stazione “un ruolo importante è ricoperto dai piazzali antistanti limitrofi gli scali ferroviari, in cui troveranno spazio sempre più aree verdi”.

Nel dettaglio, saranno riqualificate 9 stazioni delle città del centro-Italia colpite dal sisma del 2016 e 10 stazioni delle località che ospiteranno le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026. Coinvolte nel Piano Stazioni di RFI anche 7 stazioni di Roma, in vista del Giubileo del 2025. Tra gli interventi principali messi in campo da RFI figura quello di Venezia Mestre, del valore complessivo di 100 milioni di euro, altre stazioni coinvolte sono Bergamo, Bari Centrale, Palermo e Perugia, che prevede la realizzazione nei locali della stazione di uno studentato universitario.

Nel 2023, il numero di viaggiatori in transito nelle stazioni ferroviarie è aumentato del 19% rispetto all’anno precedente, per un totale di 1,35 miliardi di viaggiatori. Un livello quasi pre-pandemia, visto che nel 2019 il loro numero si attestava a 1,43 miliardi. Anche le principali stazioni, come Milano Centrale, Roma Termini e Napoli Centrale, hanno registrato lo stesso incremento rispetto al 2022, spiega Rfi.

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