Una ricerca Neuromed apre la strada alla possibilità di ridurre il rischio cardiovascolare nei portatori di una specifica mutazione genetica
L’iperomocisteinemia sembrerebbe semplicemente uno spettatore innocente nei confronti dell’elevato rischio cardio- e cerebrovascolare associato alla mutazione MTHFR. È la mutazione stessa la vera responsabile dell’aumento di infarto e ictus nei soggetti portatori. Emerge ora la prospettiva di ridurre questo rischio.
Le persone portatrici di una specifica mutazione del gene MTHFR, fino al 20% della popolazione, hanno la tendenza ad avere un alto livello di omocisteina nel sangue e un rischio aumentato di essere colpite da infarto o ictus. Questo elevato rischio cardiovascolare scaturisce dall’alterata funzione endoteliale e da una aumentata reattività piastrinica che favorisce la comparsa di fenomeni trombotici. Nonostante si possa ottenere la normalizzazione dell’omocisteina attraverso la somministrazione di acido folico e vitamina B12, il rischio cardiovascolare resta però elevato. Ora una ricerca condotta dal Laboratorio Di Fisiopatologia Vascolare dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), dall’Università di Salerno, dall’Università Luigi Vanvitelli di Napoli e dall’Università di Roma “La Sapienza” mostra una nuova strada farmacologica per abbassare il rischio cardiovascolare in questi individui.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Cellular and Molecular Life Sciences, che gli ha dedicato anche un editoriale, è partito proprio dall’osservazione che la sola normalizzazione dei livelli di omocisteina nel sangue non è sufficiente a prevenire infarto, ictus o malattia vascolare periferica. “La nostra ipotesi – dice Albino Carrizzo, primo autore dello studio – era che quella mutazione genetica coinvolgesse anche altri meccanismi patologici indipendenti dall’omocisteina”.
A questo punto i ricercatori hanno concentrato la loro attenzione sulla sirtuina 1 (SIRT1), una proteina già nota per il suo ruolo nel mantenere in salute l’endotelio (la parete interna dei vasi sanguigni), la cui attività è ridotta in condizioni di deficit dell’enzima MTHFR. Con l’obiettivo di promuovere l’attivazione di quell’enzima, gli autori hanno usato prima di tutto una sostanza naturale ben nota, il resveratrolo, conosciuto proprio per la sua capacità di attivare la SIRT1. “I risultati – spiega Carrizzo – ci hanno mostrato che, in condizioni di eterozigosi del gene MTHFR, l’attivazione di SIRT1 portava ad un ripristino della funzione endoteliale e della produzione di ossido nitrico”.
È importante però evidenziare che alcuni studi farmacologici hanno dimostrato che la somministrazione continua di dosi farmacologiche di resveratrolo potrebbe causare diversi effetti collaterali a carico del fegato o delle cellule del sangue. Per questo motivo i ricercatori hanno sperimentato anche un’altra sostanza, denominata ISIDE11, selezionata a seguito di uno screening da una libreria di composti commerciali della ChemBridge Corporation in quanto capace di attivare la sirtuina 1 con maggiore efficacia rispetto al resveratrolo. “Questa molecola sperimentale – spiega ancora il primo autore dello studio – non può ancora essere somministrata ad esseri umani, quindi l’abbiamo impiegata solo su modelli animali e su cellule in laboratorio ottenendo risultati davvero incoraggianti”. Il trattamento con ISIDE11 è stato infatti in grado di ripristinare la funzione endoteliale, ridurre l’iperaggregazione piastrinica e contenere l’evento trombotico associato con la mutazione MTHFR.
“Grazie a questa ricerca – commenta Carmine Vecchione, IRCCS Neuromed e Direttore del Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria “Scuola Medica Salernitana” dell’Università degli Studi di Salerno – possiamo pensare che l’attivazione della sirtuina 1 sia una strada molto promettente per ridurre il rischio cardiovascolare nei portatori della mutazione a carico del gene MTHFR. Considerato quanto questa mutazione sia diffusa tra la popolazione, stiamo parlando di un numero molto alto di persone che potrebbero trarre beneficio da un’azione preventiva così efficace”.
Carrizzo, A., Iside, C., Nebbioso, A., Carafa, V., Damato, A., Sciarretta, S., … & Vecchione, C. (2022). SIRT1 pharmacological activation rescues vascular dysfunction and prevents thrombosis in MTHFR deficiency. Cellular and Molecular Life Sciences, 79(8), 1-17. DOI: https://doi.org/10.1007/s00018-022-04429-5
L’IRCCS Neuromed L’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Neuromed di Pozzilli (IS) rappresenta un punto di riferimento a livello italiano ed internazionale per la ricerca e la terapia nel campo delle malattie che colpiscono il sistema nervoso. Un centro in cui i medici, i ricercatori, il personale e gli stessi pazienti formano una alleanza rivolta a garantire il miglior livello di assistenza possibile e cure all’avanguardia, guidate dagli sviluppi scientifici più avanzati.
L’imprenditore Victor de Aldama (nella foto col premier, che non è sotto accusa in questa inchiesta), uno dei principali accusati della rete di corruzione e tangenti al centro dell’inchiesta nota come ‘caso Koldo’, ha tentato oggi di coinvolgere numerosi esponenti dell’esecutivo, mentre il Psoe ha annunciato azioni legali per diffamazione. In dichiarazioni spontanee oggi davanti al giudice dell’Audiencia Nacional titolare dell’indagine, de Aldama ha segnalato anche il premier Pedro Sanchez, che a suo dire lo avrebbe ringraziato personalmente per la gestione che stava realizzando a favore di imprese spagnole in Messico, della quale “lo tenevano informato”, secondo fonti giuridiche presenti all’interrogatorio citate da vari media, fra i quali El Pais e Tve.
Al punto che lo stesso presidente avrebbe chiesto di conoscerlo, per ringraziarlo, in un incontro che – a detta dell’imprenditore, presidente del club Zamora CF e in carcere preventivo per altra causa – avvenne nel febbraio 2019 nel quartiere madrileno di La Latina, durante un meeting socialista. Un incontro che sarebbe documentato nella fotografia con Pedro Sanchez, pubblicata da El Mundo il 3 novembre scorso. Il presunto tangentista avrebbe sostenuto che Koldo Garcia, da cui deriva il nome del ‘caso Koldo’, divenne consulente dell’ex ministro dei Trasporti, José Luis Abalos, per decisione dello stesso Sanchez. Avrebbe sostenuto, inoltre, di aver consegnato tangenti per 250.000 euro ad Abalos e per 100.000 euro Koldo Garcia, arrivando a dire “io non sono la banca di Spagna, state esagerando”, secondo le fonti citate.
La rete di corruzione si sarebbe avvalsa dell’ex segretario di organizzazione del Psoe, Santos Cerdàn, al quale Aldama sostiene di aver consegnato una busta con 15.000 euro. Il tangentista avrebbe affermato anche si essersi riunito in varie occasioni con la ministra Teresa Ribera, per un presunto progetto di trasformazione di zone della Spagna disabitata in parchi tematici, secondo fonti giuridiche citate da radio Cadena ser. Un progetto al quale avrebbe partecipato anche Javier Hidalgo, Ceo di Globalia e al quale fu presente, in almeno una riunione, Begona Gomez, moglie di Pedro Sanchez. Fonti governative, riportate da Cadena Ser, definiscono un cumulo di menzogne le dichiarazioni di Aldana, che “non ha alcuna credibilità” ed è in carcere preventivo, per cui punterebbe a ottenere un trattamento favorevole in una prevedibile condanna.
“Il presidente del governo non ha né ha avuto alcuna relazione” con Aldama, segnalano le fonti. “Tutto quello che dice è totalmente falso”, ha dichiarato da parte sua ai cronisti Santos Cerdàn, “Questo signore non ha alcuna credibilità, sta tentando di salvarsi dal carcere. Non ha alcuna relazione con il presidente del governo, io non ho ricevuto mai denaro da lui e non lo conosco”, ha aggiunto l’esponente socialista, annunciando azioni .giudiziarie. Lo stesso ha fatto il portavoce parlamentare del Psoe, Patxi Lopez, che ha confermato “azioni legali” del partito della rosa nel pugno “perché la giustizia chiarisca tutte queste menzogne”.
Elon Musk ha cambiato l’algoritmo di X in suo favore e in quello dei repubblicani a partire dallo scorso 13 luglio, quando ha formalizzato l’endorsement a Donald Trump. A dare sostanza ai dubbi di una iper-presenza dell’imprenditore sulla piattaforma di sua proprietà è una ricerca australiana. Un artificio a cui il proprietario di Tesla e Space X era già ricorso un anno fa. Lo studio – a cura di Timothy Graham della Queensland University of Technology di Brisbane e Mark Andrejevic della Monash University di Melbourne – ha preso in esame i post pubblicati da Musk e da alcuni profili tra l’1 gennaio e il 25 ottobre 2024 e si è basato su un metodo statistico chiamato Cusum (Cumulative Sum).
In una prima fase si è concentrato sulle metriche dell’account personale di Musk certificando, dopo il 13 luglio 2024, un aumento del 138% delle visualizzazioni e del 238% dei repost. In una seconda fase l’analisi ha esaminato le metriche degli account dei repubblicani, sia politici sia utenti comuni, registrando solo un incremento delle visualizzazioni rispetto ai profili dei democratici. Sebbene i risultati siano preliminari, riflettono i ricercatori, suggeriscono “domande importanti sul potenziale impatto del cambiamento degli algoritmi nel discorso pubblico e sulla neutralità dei social come vettori di informazione”.
La precedente modifica dell’algoritmo di X era stata implementata a febbraio 2023, quando Musk aveva imposto agli ingegneri della piattaforma un cambiamento dopo aver scoperto che un suo post aveva ricevuto meno visualizzazioni di quello di Biden. Il miliardario oltre ad aver appoggiato formalmente Trump nella corsa alla presidenza ha speso più di 200 milioni di dollari per contribuire a rieleggerlo.
Dopo la sua vittoria, il presidente eletto ha annunciato che Musk guiderà un nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa, il Doge. A seguito di un coinvolgimento sempre più massiccio di Elon Musk in politica, è iniziato un esodo da X in favore della piattaforma BlueSky, nata in sordina a ridosso dell’acquisto dell’ex Twitter da parte dell’imprenditore nell’ottobre 2022. Nelle ultime settimane l’alternativa a X ha superato i venti milioni di utenti, con un ritmo di crescita di un milione di nuovi utenti al giorno. Tra le migrazioni celebri, gli attori John Cusack, Guillermo del Toro, Ben Stiller, la cantante Dionne Warwick e il rapper Flavor Flav. Anche il Guardian è uscito dal social network a causa del diffondersi di “contenuti allarmanti”.
Un tycoon delle criptovalute sta per mangiare la banana appiccicata alla parete di Maurizio Cattelan. Pagando 6,2 milioni di dollari da Sotheby’s, il collezionista Justin Sun, fondatore della piattaforma Tron, ha battuto altri sei concorrenti per una di tre edizioni dell’opera concettuale Comedian creata nel 2019 dall’artista padovano celebre in tutto il mondo per le sue provocazioni. Sun, che nella sua raccolta ha un Giacometti da 78 milioni comprato nel 2021, ha seguito l’asta da Hong Kong e pagato in criptovalute. Dopo aver messo le mani su Comedian ha fatto sapere che “nei prossimi giorni mangerà la banana come parte di questa unica esperienza artistica, onorandone il ruolo sia nella storia dell’arte che nella cultura pop”.
La banana in questione era stata acquistata poche ore prima dell’asta per 35 centesimi da un banchetto di frutta e verdura dell’Upper East Side: assieme al nastro adesivo grigio che l’attacca alla parete, deve essere sostituita regolarmente e questo fa parte del progetto di Cattelan che aveva inteso Comedian come una satira delle speculazioni del mercato: “Su che base un oggetto acquista valore nel sistema dell’arte?”, si era chiesto l’artista famoso per America, il water d’oro massiccio installato nel 2016 al Guggenheim. Piu’ di recente lo stesso Cattelan aveva aggiunto che “l’asta sara’ l’apice della carriera di Comedian. Sono ansioso di vedere quali saranno le risposte”.
Comedian aveva debuttato ad Art Basel Miami dove la galleria Perrotin ne aveva venduto le tre edizioni, due per 120 mila dollari e la terza per 150 mila, pagati da un anonimo acquirente che l’aveva poi donata al Guggenheim. Durante la fiera, l’artista delle performance David Datuna ne aveva mangiata una, costringendo Perrotin a chiudere lo stand prima del tempo. Un’altra banana era stata mangiata l’anno scorso da uno studente d’arte sudcoreano nel museo della fondazione Samsung a Seul: il giovane si era giustificato dicendo che “aveva fame”. Uno dei concetti alla base dell’installazione e’ che le sue parti devono essere continuamente rigenerate.
“Non è solo un’opera d’arte,” ha dichiarato Sun a Sotheby’s: “Comedian è un fenomeno culturale che collega i mondi dell’arte, dei meme e della comunità delle criptovalute e che ispirerà ulteriori discussioni in futuro”. Fatto sta che gia’ prima di essere messa all’asta, la banana è stata oggetto di attenzione quando, all’inizio di novembre, l’executive di Sotheby’s Michael Bouhanna ha lanciato anonimamente una criptovaluta ispirata a Cattelan e denominata $Ban.
Immediatamente accusato di aver usato informazioni riservate per guadagnare sull’aumento del prezzo del token, l’executive ha negato, dichiarando di aver “scelto di lanciarlo per hobby in modo anonimo”, senza associazioni quindi con il suo profilo personale. Due rivali di Sun all’asta di Sotheby’s avevano investito nella cripto di Bouhanna. Uno dei due, Theodore Bi, voleva comprare Comedian come dono per Elon Musk ma si era fermato alla soglia dei 2,5 milioni di dollari.