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Guerra Ucraina

Un vertice a Gedda ad agosto per la pace in Ucraina

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L’Arabia Saudita ospiterà il 5 e il 6 agosto un vertice per la pace in Ucraina, al quale parteciperanno anche India, Brasile e Sud Africa. Un appuntamento – dal quale la Russia è esclusa – che ha come obiettivo quello di rafforzare il sostegno internazionale alle richieste di pace di Kiev. La scelta di Gedda – riporta il Wall Street Journal – non è casuale, considerato che mantiene rapporti sia con la Russia sia con la Cina. Il vertice guarda proprio a Mosca e Pechino, e mostra il crescente ruolo diplomatico dell’Arabia Saudita con il principe alla corona Mohammed bin Salman intenzionato a conquistare il palcoscenico internazionale, lasciandosi alle spalle le critiche per la morte del giornalista Jamal Khashoggi. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in maggio ha partecipato al vertice della Lega Araba a Gedda per spingere i paesi membri a sostenere Kiev. Molti stati arabi continuano a mantenere uno status di neutralità di fronte al conflitto perché legati militarmente ed economicamente alla Russia, membro dell’Opec+.

All’importante appuntamento di agosto l’Europa sarà presente e gli Stati Uniti saranno rappresentati dal consigliere alla sicurezza nazionale Jake Sullivan, che proprio nei giorni scorsi è volato in Arabia Saudita. Gli alleati occidentali puntano a ottenere un appoggio chiaro all’Ucraina da parte dei paesi in via di sviluppo, molti dei quali sono rimasti neutrali di fronte alla guerra della Russia, con l’obiettivo di arrivare a un vertice di pace quest’anno per la firma di principi condivisi per risolvere il conflitto. Principi che potrebbero essere d’aiuto a Kiev nelle future trattative di pace con Mosca. “Non ci sarà alcun cessate il fuoco se l’Ucraina continua ad attaccare”, ribadisce intanto il presidente russo Vladimir Putin, che ha ospitato a San Pietroburgo i leader dei paesi africani nell’ultima settimana. Un vertice, quello del Cremlino, per convincere l’Africa a seguirlo e sostenerlo. L’incontro di Gedda segue quello simile tenutosi a Copenaghen alla fine di giugno, e al quale hanno partecipato, Brasile, India, Turchia e Sud Africa. Pechino invece non vi ha preso e, probabilmente, non ci sarà neanche all’appuntamento di Gedda, anche se non ha ancora sciolto ufficialmente le riserve.

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Esteri

Putin apprezza l’iniziativa di Trump per la pace in Ucraina e apre a un possibile dialogo

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Il presidente russo Vladimir Putin ha definito “degna di attenzione” l’iniziativa di Donald Trump per porre fine al conflitto in Ucraina. Putin ha espresso la speranza di poter congratularsi con Trump per una sua possibile elezione alla Casa Bianca, confermando l’interesse della Russia verso eventuali piani di mediazione per risolvere la crisi ucraina.

Putin e Trump: dialogo in vista?

Secondo quanto riportato dall’agenzia Ria Novosti, Putin ha dichiarato di essere pronto ad avviare un colloquio diretto con Trump per discutere della situazione. Questa apertura, resa pubblica, segnala una disponibilità da parte di Mosca a esplorare opzioni diplomatiche che potrebbero emergere con l’eventuale ritorno di Trump alla presidenza degli Stati Uniti.

Uno scenario di negoziati

L’iniziativa di Trump e la disponibilità al dialogo da parte di Putin arrivano in un contesto complesso, in cui le tensioni tra Russia e Ucraina non accennano a diminuire. Trump, che in passato ha vantato rapporti positivi con Putin, ha manifestato la sua volontà di agire come mediatore nel conflitto, cercando un equilibrio tra le parti in guerra.

Le prospettive future

La possibilità di un dialogo diretto tra Putin e Trump potrebbe rappresentare un passo importante verso la distensione. Tuttavia, molti interrogativi rimangono su come gli Stati Uniti, la NATO e l’Ucraina potrebbero reagire a un eventuale accordo mediato da Trump, considerando la complessità delle alleanze e delle politiche internazionali coinvolte.

Con una situazione in continua evoluzione, gli occhi della comunità internazionale sono puntati sul possibile ritorno di Trump alla Casa Bianca e sulle prospettive di un cambiamento nelle dinamiche del conflitto ucraino.

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Esteri

Molti militari nordcoreani uccisi in Ucraina

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Un numero significativo di soldati nordcoreani sono rimasti uccisi in combattimento in Ucraina. Lo rende noto il New York Times, come riporta l’agenzia giapponese Kyodo. Le truppe nordcoreane sono entrate in guerra al fianco della Russia contro l’Ucraina e un numero significativo è stato ucciso, ha riferito il New York Times, citando un alto funzionario di Kiev e un alto funzionario statunitense. Le truppe nordcoreane si sono scontrate per la prima volta con le forze ucraine che stanno occupando una parte della regione russa di Kursk, ha affermato il Nyt.

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Esteri

Pyongyang, ‘con i compagni russi fino alla vittoria’

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Pyongyang rimarrà “fermamente accanto ai compagni russi fino al giorno della vittoria” sull’Ucraina. Il proclama che la ministra degli Esteri nordcoreana Choe Song Hui ha lanciato da Mosca non è certo di quelli che possono rassicurare l’Occidente, dopo che poche ore prima il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva denunciato la presenza di 8.000 militari inviati da Kim Jong-un nella regione russa di Kursk. Una risposta di Washington è stata oggi l’annuncio di un nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev per 425 milioni di dollari. E’ già la terza visita che Choe compie in Russia dall’inizio dell’anno. Ma l’attenzione dedicata dai media di Mosca all’evento – e la stessa coreografia – sembrano sottolinearne tutto il significato nell’ottica di una sfida tra blocchi contrapposti che molto ricorda gli anni della Guerra Fredda.

La ministra è stata accolta con un mazzo di fiori dal suo omologo Serghei Lavrov alla stazione ferroviaria di Yaroslav, dove insieme hanno scoperto una targa in ricordo della visita a Mosca nel 1949 di Kim Il Sung, il primo (ed ‘eterno’, secondo la Costituzione nordcoreana) presidente dello Stato comunista asiatico. Non solo: Choe ha anche posto l’accento nelle sue dichiarazioni pubbliche sulle tensioni crescenti nella penisola coreana, avvertendo che Pyongyang continua a rafforzare il suo arsenale per essere pronto a una “rappresaglia nucleare” se verrà attaccata. La situazione nella penisola “potrebbe diventare esplosiva in qualsiasi momento”, perché gli Usa e la Corea del Sud stanno lavorando a “piani di attacchi nucleari”, ha affermato l’inviata nordcoreana. Ciò richiede a Pyongyang di “rafforzare le sue armi nucleari strategiche, armi nucleari offensive”.

Alle parole si accompagnano i fatti: lo Stato comunista ha reso noto di aver testato giovedì il nuovo missile balistico intercontinentale a combustibile solido Hwasong-19. A placare i toni bellicosi di Pyongyang non sarà certo la notizia che Giappone ed Unione europea hanno firmato a Tokyo un nuovo partenariato di sicurezza e difesa, che entrerà in vigore a gennaio includendo anche più esercitazioni militari congiunte. Una cooperazione che non deve “prendere di mira terze parti”, ha reagito il ministero degli Esteri cinese, invitando l’Ue ad “evitare di intervenire nelle controversie territoriali regionali”. A completare il quadro fosco di giornata sono le dichiarazioni di Lavrov, il quale in un’intervista al giornale turco Hurriyet ha avvertito che gli Usa e la Russia sono “sull’orlo di un conflitto militare diretto” a causa della “spirale negativa russofoba” impressa dal presidente Joe Biden ai rapporti bilaterali. Un commento forse non del tutto disinteressato, quando mancano quattro giorni alle elezioni Usa, con la possibilità di una riduzione del sostegno all’Ucraina se alla Casa Bianca dovesse tornare Donald Trump. Per ora ad alimentare le tensioni è l’arrivo dei soldati nordcoreani, che non è stato smentito né da Mosca né da Pyongyang.

“Il rispettato compagno Kim Jong-un ci ha dato istruzioni di fornire appoggio all’esercito e al popolo russo in modo sostenibile e potente, senza preoccuparci di nessuno”, ha detto la ministra nordcoreana. E Lavrov ha sottolineato che “hanno già cominciato ad essere applicati nella pratica” gli accordi previsti dal trattato di cooperazione strategica firmato in giugno dai due Paesi, che comprende un’assistenza militare reciproca in caso di aggressione esterna. Come può essere considerata da Mosca l’invasione ucraina del Kursk. La Cina, criticata per il suo silenzio in materia dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha risposto che “la Corea del Nord e la Russia sono due Stati sovrani indipendenti e il modo in cui sviluppano le relazioni bilaterali è una questione loro”. Sul terreno, intanto, il ministero della Difesa di Mosca ha rivendicato la conquista nelle ultime 24 ore di altri tre villaggi nella regione orientale ucraina del Donetsk. Ma la Russia continua ad essere vulnerabile ai droni di Kiev. Il governatore della regione di Stavropol, nel sud del Paese, ha detto che un velivolo senza pilota ucraino è caduto sul territorio di un deposito di petrolio a Svetlograd, ma “non ci sono notizie di vittime”.

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