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Un Napoli piccolo piccolo perde male con l’Atalanta

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Una formazione ancora di emergenza e poca convinzione condannano il Napoli ad una nuova sconfitta in campionato. Atalanta – Napoli finisce 4-2. Un colpo duro per Gattuso e per la sua posizione in bilico ormai da diverse settimane per via dei risultati non certamente eccellenti.
Al Gewiss Stadium va in scena il bis della partita di Coppa Italia che è costata agli azzurri l’eliminazione in Coppa Italia. Un altro incontro impegnativo per la squadra di Gattuso dopo la sconfitta con il Granada in Europa League. Contro la Dea e per la 23a giornata di campionato in serie A per gli azzurri out anche Lorenzo Insigne, per un risentimento alla schiena, siede in panchina così come i recuperati Koulibaly e Ghoulam, tornati negativi al Covid-19. A disposizione sei ragazzi della primavera Idasiak, Zedadka, Costanzo, D’Agostino, Cioffi e Labriola.
Prima di iniziare la gara i giocatori a centrocampo osservano un minuto di raccoglimento per la scomparsa di Mauro Bellugi che pure militò nella squadra partenopea. Napoli in campo con il 4-3-3: Meret in porta, difesa con Maksimovic, Rrhamani, Di Lorenzo e Mario Rui, Fabian Ruiz, Bakayoko e Zielinski (oggi capitano) a centrocampo e Politano (superata la botta al costato rimediata con il Granada giovedì scorso), Osimhen ed Elmas in avanti. Atalanta aggressiva sin dai primi minuti, come da sua indole, con il Napoli che sembra però riuscire a contenere Muriel, Gosens e Pessina, i più pericolosi in attacco.


Al 17’ protesta l’Atalanta per un presunto calcio di rigore: Muriel serve in verticale Pessina, che si smarca in area ma poi cade lamentando un contatto non corretto provocato da Mario Rui. Di Bello non interviene e neanche il Var. Sul fronte opposto il Napoli si affaccia di tanto in tanto nell’area avversaria ma con poca convinzione e Osimhen troppo isolato e tenuto a bada da Romero. Problemi per Politano al 24’, che scatta sulla destra sul lancio di Di Lorenzo, vince il duello in velocità con Gosens ma poi si lascia andare a terra, toccandosi la gamba sinistra. Sembra uscire per Insigne, ma stringe i denti e resta in campo.
Espulso al 26’ l’allenatore dei bergamaschi Gasperini, allontanato dal terreno di gioco per proteste sempre per il precedente presunto contatto tra Pessina e Mario Rui in area non rilevato e giudicato non falloso.
La prima vera occasione per il Napoli arriva al 35′: punizione dalla trequarti, Osimhen colpisce di testa ma Gollini respinge in corner. Il primo tempo termina a reti inviolate.
Ritmo non altissimo nei primi minuti della ripresa ma l’Atalanta la sblocca al 51’ con Duvan Zapata che raccoglie di testa un cross di Muriel che supera Meret. Al 52′ il primo cambio per Gattuso: fuori Elmas, dentro Insigne.


Generoso il Napoli è in difficoltà ma non molla e trova il pari al 58’ con una prodezza di Piotr Zielinski che raccoglie al volo di destro un cross di Politano e insacca alle spalle di Gollini. Baricentro più alto in questa fase della partita per il Napoli ma è l’Atalanta a raddoppiare al 64’. Slalom di Muriel in mezzo al campo che vince una serie di contrasti, serve Zapata, che con un preciso cross consente a Gosens tutto solo e da due passi di battere Meret. E la Dea non si ferma qui. Al 71’ Bakayoko regala il pallone a Muriel che supera Di Lorenzo e Rrahmani e segna il 3-1 con un tiro forte e preciso sotto la traversa.
Accorcia il Napoli al 75’: spiovente al centro dell’area deviato da Maehle nella propria porta. Ma non c’è tempo per gioire. Passano 4 minuti e sugli sviluppi di un calcio d’angolo è Romero a ristabilire le distanze per il 4-2.
Al 77’ doppio cambio per il Napoli: fuori Mario Rui e Maksimovic, dentro Ghoulam e Koulibaly. E ancora: all’84′ esce Zielinski nel Napoli per Lobotka.


Episodio destabilizzante all’89’ perché Osimhen rimane a terra e perde temporaneamente i sensi dopo l’ennesimo intervento deciso di Romero. L’attaccante nigeriano esce in barella e poi viene accompagnato in ospedale per gli accertamenti del caso. Perde il Napoli la sua 8a partita in campionato, resta a 40 punti: zona Champions non facile da raggiungere, se la giocano oggi 7 squadre per 4 posti. Dopo la partita Gattuso non è andato a parlare in televisione, il Napoli – secondo il cronista di Sky- è in silenzio stampa.

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Cronache

Stop a sfratti per il Giubileo, appello Diocesi e Caritas

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Sospendere gli sfratti durante il Giubileo, a partire da quelli per ‘morosità incolpevole’ ossia legati alle difficoltà nel pagare l’affitto. A lanciare la moratoria per l’Anno Santo sono la Caritas di Roma e la Diocesi, nel giorno in cui è stato presentato il nuovo rapporto sulla povertà nella capitale.

“Ci piacerebbe promuovere una moratoria affinché nel Giubileo non vi siano sfratti”, ha detto il Vicario per la città, mons. Baldo Reina. Un appello subito accolto dalle istituzioni locali. “Mi farò portavoce nei confronti del governo perché penso sia giusto che nel Giubileo si vari una moratoria straordinaria sugli sfratti” ha assicurato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ricordando che era già stato fatto durante il Covid e che è necessario un “atto normativo”. Sulla stessa linea il presidente della Regione Francesco Rocca. “Sosterrò già dal prossimo Tavolo sul Giubileo questa istanza” ha detto il governatore sottolineando: “Il prefetto è un uomo di grandissimo equilibrio e attenzione sappiamo per certo che intere aree di edilizia residenziale pubblica sono in mano alla criminalità mentre ci sono persone fragili”. E in tal senso ha annunciato che sono in arrivo risorse per il sostegno all’affitto e per il contrasto alla povertà alimentare.

“Nei prossimi giorni, siamo in fase di legge di bilancio e stabilità, ci saranno misure interessanti” ha promesso Rocca. Un impegno apprezzato dal sindaco Gualtieri che ha definito l’ipotesi del contributo regionale “molto positiva”. Di diverso avviso sulla moratoria per gli sfratti il presidente dei senatori di FI, Maurizio Gasparri: “La proprietà privata non si tocca ed il proprietario di un immobile è giusto che possa agire, sempre, per garantire il suo bene – ha tuonato -. Se Gualtieri si fa garante delle occupazioni illegali, noi ci facciamo portavoce, come sempre, della tutela della proprietà privata”.

Intanto dal VII rapporto della Caritas di Roma, una lettura della città dal punto di vista dei poveri, emerge che la quota di persone a rischio di povertà nella capitale è del 12,7%. Lo scorso anno c’è stato un aumento del 21% delle persone accolte nelle tre mense sociali. Complessivamente gli ‘ospiti’ sono stati 11.124, con 322.058 pasti distribuiti in convenzione con Roma Capitale. Otto su dieci sono uomini. In crescita anche le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto (3 quelli diocesani e 201 nelle parrocchie). Sono state accolte in tutto 13.162 persone, segnando un +12% rispetto al 2022 e superiori a quelle incontrate durante l’emergenza Covid. A chiedere aiuto continuano a essere prevalentemente le donne, il 60% del totale. A pesare, secondo la Caritas, anche il “progressivo venire meno del Reddito di cittadinanza e l’istituzione dell’Assegno di inclusione e del Supporto alla formazione, misure che solo in parte hanno sostituito i trasferimenti che ricevevano le famiglie più povere”.

“Abbiamo bisogno di metterci in ascolto” ha detto il vicario generale per la diocesi di Roma, Baldo Reina che, riguardo al recente appello del Papa ai parroci ad offrire spazi ai poveri, ha annunciato: “La settimana prossima incontreremo i superiori degli istituti religiosi e i 36 parroci prefetti per metterci all’opera”. Tra le proposte concrete per il Giubileo quella di “arrivare a 100 parrocchie che forniscono il doposcuola” ha spiegato il direttore della Caritas di Roma, Giustino Trincia, che è intervenuto anche sulla questione delle tensostrutture pensate per offrire accoglienza ai senza fissa dimora. “La polemica mi sembra un po’ campata in aria. E’ chiaro che non è soluzione ma nel frattempo queste persone stanno nelle tende. In questa fase che facciamo?” ha detto Trincia. Dal canto suo Gualtieri ha assicurato: “Le tensostrutture si faranno tutte e quattro. Si sta procedendo secondo i piani e saranno pronte per il Giubileo”.

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Psi, per Regionali in Campania lista aperta al riformismo e al futuro del Sud

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Il segretario regionale del Psi, Michele Tarantino ha convocato una riunione insieme ai membri della direzione nazionale di Napoli(Antonio Demitry, Roberto De Masi, Pasquale Sannino e Antonella Marciano, Felice Laudadio), al consigliere regionale socialista, Andrea Volpe, Marco La Monica, Felice Iossa e Giulio Di Donato, per discutere il nuovo percorso politico del Partito Socialista Italiano in vista delle Regionali 2025. Il PSI lancia un appello a tutte le forze riformiste, ai movimenti civici e a quei cittadini “che non si sentono rappresentati dagli attuali partiti ma vogliono contribuire a costruire una proposta politica innovativa, inclusiva e concreta.

La lista socialista è pronta ad accogliere le istanze di chi desidera un Mezzogiorno più forte, coeso e protagonista di un’Italia moderna e solidale. Invitiamo tutte le realtà riformiste, associative e civiche, e i cittadini che non si riconoscono nei partiti tradizionali a unirsi alla nostra lista e al nostro progetto. Insieme possiamo costruire una Campania e un Mezzogiorno più giusti, moderni e capaci di rispondere alle sfide del futuro”. “La recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale delle proposte di autonomia differenziata rende evidente la necessità di ripensare il regionalismo in Italia”.

Il PSI “intende aprire un dibattito serio e costruttivo su questo tema cruciale per il futuro del Mezzogiorno. A gennaio, avvieremo una grande Conferenza sul Regionalismo, coinvolgendo esperti, rappresentanti istituzionali e cittadini. Sarà un’occasione per elaborare proposte innovative che coniughino equità territoriale, efficienza amministrativa e solidarietà tra i territori, garantendo risorse e opportunità uguali per tutti”. “Guardando alle elezioni regionali del 2025, il PSI invita tutto il centro-sinistra ad avviare un dialogo aperto e costruttivo per definire un programma condiviso e ambizioso, così come indicato dal Segretario Nazionale, Enzo Maraio. È necessario rispondere insieme alle sfide della Campania, con particolare attenzione a temi come la giustizia sociale, la sanità, il lavoro, l’ambiente e il rilancio del Mezzogiorno. L’obiettivo è costruire una coalizione forte e coesa, in grado di offrire ai cittadini una visione chiara e condivisa per il futuro della Regione”, conclude la nota.

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Università e ospedali plurisecolari su francobolli Italia

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Tre universita’ e cinque ospedali ”storici” italiani compariranno sui francobolli italiani. L’emissione dedicata alle università e’ stata emessa oggi e riguarda le universita’ di Napoli, Trieste e Firenze. La serie dedicata agli ospedali comparira’ invece il 24 novembre prossimo e riguardera’ ospedali di Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Le vignette dei francobolli (tutti validi per la posta ordinaria) mostrano per le universita’:

  • -una prospettiva della facciata principale dell’Università degli Studi di Napoli” Federico II” istituita il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro romano Impero;
  • -su uno sfondo che riprende i colori istituzionali del centenario dell’Università degli Studi di Trieste, una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo;
  • -l’ingresso del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze che, nel 2024, celebra i 100 anni dalla sua fondazione; Per gli ospedali le vignette mostrano;
  • -ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: il Loggiato di ingresso, progettato da Bernardo Buontalenti nel 1574, in cui è visibile l’affresco “Annunciazione” del XVII secolo attribuito al Pomarancio; -ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia;
  • – il Portego delle Colonne della Scuola Grande di San Marco a Venezia (1485-1495);
  • -Ca’ granda ospedale maggiore policlinico di Milano: la Sala del Capitolo d’estate, edificata nel 1637 su progetto di Francesco Richini, che ospita l’archivio storico;
  • -ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma: le Corsie Sistine risalenti al XV secolo; -ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli: la Farmacia storica degli Incurabili con i vasi in maiolica del 1747-1751.

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