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Un anno di vaccini Covid, casi avversi rarissimi

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A poco piu’ di un anno dalle prime immunizzazioni anti-Covid in Italia, il bilancio sulla sicurezza dei vaccini appare piu’ che positivo. La conferma arriva dal Rapporto annuale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che considera i dati di farmacovigilanza dal 27 dicembre 2020 al 26 dicembre 2021. In questo arco di tempo, sono stati 117.920 i sospetti eventi avversi segnalati su un totale di 108.530.987 dosi di vaccino somministrate, pari allo 0,1%, con un tasso di 109 segnalazioni ogni 100.000 dosi. L’ 83,7% delle segnalazioni e’ pero’ riferito a eventi non gravi e il 16,2% (pari a 19.055 casi) a eventi gravi. I casi avversi gravi sono quindi molto rari, assicura l’Aifa, ribadendo la sicurezza dei vaccini anche per i bimbi e le donne incinte. Per tutti i vaccini, emerge dal rapporto presentato oggi, gli eventi avversi piu’ segnalati sono stati febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari. Fino ad un 64% di effetti indesiderati e’ stato inoltre rilevato nel gruppo placebo degli studi clinici: e’ il cosiddetto ‘effetto nocebo’ collegato alle reazioni ansiose. Le prime vaccinazioni in Italia vennero somministrate il 27 dicembre 2020 all’Istituto Spallanzani di Roma. In un anno, dunque, i dati hanno confermato la sicurezza dei vaccini e la rarita’ di eventi fatali: si registrano 456 eventi fatali dopo la prima dose, 267 dopo la seconda e 35 dopo la terza, ma al momento solo 22 di tali eventi sono risultati correlabili alla vaccinazione, pari a 0,2 casi per milione di dosi. Anche tra i bambini non sono stati segnalati particolari reazioni gravi ed un forte invito a vaccinare i piu’ piccoli e’ giunto dal coordinatore del Cts Franco Locatelli: “Sono 4 milioni 278mila le dosi somministrate alla fascia pediatrica fino ai 16 anni e la larghissima parte degli effetti collaterali sono reazioni locali. Nella fascia 5-11 anni ci sono state 1170 segnalazioni di eventi avversi e piu’ dei tre quarti sono eventi non gravi”. Da qui l’invito a immunizzare i piccoli perche’, ha detto Locatelli, “si sono comunque registrati dei decessi per Covid anche di bambini apparentemente sani che non avevano altre patologie”. Rinnovato pure l’invito a vaccinare le donne in gravidanza e allattamento: non emergono particolari problemi di sicurezza, mentre il Covid puo’ portare a conseguenze gravi. Smentito anche qualsiasi effetto negativo sulla fertilita’. Gli studi, ha inoltre sottolineato il direttore generale Aifa Nicola Magrini, “hanno sancito un’efficacia del 94-95% dei vaccini e c’e’ un dato di lunga durata dell’immunita’ di memoria oltre l’anno”. Intanto, il ministero della Salute ha comunicato che le certificazioni di esenzione dalla vaccinazione Covid sono emesse, dal 7 febbraio, solo in formato digitale come il Green Pass e avranno validita’ soltanto sul territorio nazionale. Fino al 27 e’ possibile usare anche il certificato cartaceo ma dal 28 bisognera’ avere quello elettronico per accedere a luoghi e servizi dove e’ richiesto il green pass. E un nuovo vaccino si aggiungera’ presto a quelli in uso: le prime consegne del vaccino Usa Novavax in Ue sono attese dal 21 febbraio.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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