“Non siamo un movimento di dissenso, ma un’unione di professionisti che, partendo dalle enormi carenze dimostrate dal ‘Sistema Italia’ durante la pandemia, vuole ripartire per restituire agli italiani una sanità territoriale rinnovata, il ripristino dei diritti fondamentali e delle libertà costituzionalmente garantite, ripresa economica e risposte”. Questo il messaggio veicolato oggi alla presentazione dell’Unione per le Cure, i Diritti e le Libertà, la cui nascita è stata ufficializzata oggi a Roma, a Palazzo Ferrajoli, proprio di fronte alla “casa delle istituzioni”.
Relatori della presentazione, il fondatore e avvocato Erich Grimaldi, la portavoce Valentina Rigano, giornalista, il notaio e vicepresidente di Ucdl Alessandro Zampaglione e il medico-chirurgo, nonché consigliere dell’ordine dei medici di Roma Giovanni Carnovale.
“La medicina territoriale, l’organizzazione della sanità pubblica a partire dai vertici, sono la nostra priorità”, ha spiegato Erich Grimaldi, “il vuoto a cui abbiamo assistito durante al pandemia, l’assenza di confronto tra il nostro comitato di supporto per le cure domiciliari, che è realtà autonoma rispetto ad Ucdl, ci ha portato a maturare la decisione di entrare in politica, partendo”. Inoltre Grimaldi ha spiegato il perché della scelta del 22 febbraio 2022, “data Palindroma che rappresenta il cambiamento, il taglio netto rispetto alla politica del passato”.
Un movimento nato dalla volontà di tornare ad “ascoltare le persone”, come ha sottolineato la portavoce Valentina Rigano, “per uscire dal dualismo dei ‘si qualcosa’ e dei ‘no qualcosa’”, del “mio diritto che per realizzarsi deve comprimere quello degli altri”, perché “la Politica negli anni ha smesso di ascoltare e trovare soluzioni, per concentrarsi sul contrasto all’avversario, da identificare con il nemico, per cercare il consenso popolare”. Oggi, ha concluso Rigano “parliamo di coraggio, rispetto e libertà, perché la politica deve ascoltare le richieste dei cittadini”. Tra i temi del futuro programma Ucdl, “oltre alla riforma della sanità pubblica che ha dato il via al nostro movimento”, ha concluso Rigano, “la riforma della Giustizia, sia dal punto di vista della separazione delle carriere che rispetto alla certezza della pena, perché gli italiani lo chiedono da decenni”.
E proprio rispetto alla riforma della sanità, “siamo giunti ad un bivio obbligato, o si recuperano l’universalità e l’uniformità delle terapie su tutto il territorio nazionale, o il sistema sanitario nazionale ha fallito”, ha detto Giovanni Carnovale, “la pandemia ha evidenziato definitivamente la fragilità della medicina del territorio”, con “l’assenza di un piano nazionale” a fronte di “tanti sistemi sanitari regionali autonomi e acefali nelle loro decisioni”. Poi Carnovale ha aggiunto: “la soluzione è far uscire la politica sanitaria regionale dalla sanità, eliminando il cordone ombelicale politico che lega a doppio filo i famosi governatori regionali ai direttori generali”, modificando “il criterio e le norme che regolano la selezione e nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie e dei policlinici universitari”, attraverso “una unica commissione nazionale che rediga una vera e propria Graduatoria”.
Altro punto cardine del futuro programma di Ucdl è a riforma fiscale. “È imprescindibile lavorare al taglio delle tasse, al contrasto dell’evasione fiscale ed alla semplificazione del sistema, per dare competitività alle imprese che intendono investire in Italia”, ha detto Alessandro Zampaglione, “tutto deve viaggiare in direzione di un regime fiscale diverso e snello, ma efficace, che dia certezza sull’ammontare del gettito e sia progressivo ed equo”.