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Cronache

“Uccisa a calci e pugni”, indagato il vicino di casa

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Potrebbe essere a una svolta l’indagine sull’omicidio di una settantenne di origini tedesche che all’inizio di dicembre venne trovata morta nella casa nella quale abitava in una frazione del comune di Citerna, nell’alto Tevere dell’Umbria. Con l’accusa di omicidio volontario è stato infatti indagato un vicino di casa, un cinquantenne originario dell’est europeo. Accusato di averla uccisa con calci e pugni anche se lui nega ogni responsabilità nella morte della donna.

Dei sospetti sul suo conto formalizzati dalla Procura di Perugia con l’iscrizione ne registro degli indagati ha appreso quando negli ultimi giorni i carabinieri hanno compiuto una perquisizione nella sua casa, vicina a quella della vittima. Gli hanno così contestualmente notificato un avviso di garanzia nel quale si ipotizza appunto l’omicidio volontario compiuto con calci e pugni ma anche “mezzi naturali e altri oggetti”, come descrive il capo d’accusa. Nessuna indicazione sul movente o su come sia maturato l’omicidio. Gli inquirenti mantengono il riserbo sugli accertamenti che sono soprattutto di natura scientifica. Ritengono però di essere in possesso di un solido quadro accusatorio nei confronti dell’indagato per il quale non è stato comunque applicato alcun provvedimento restrittivo e nemmeno è stato sentito.

La settantenne viveva da sola e a dare l’allarme fu una congiunta alla quale da qualche giorno non rispondeva al telefono. Venne quindi trovata nel letto, con i segni di diversi colpi sul corpo. Nessun segno di effrazione su porte e finestre della casa, particolare sul quale i carabinieri hanno lavorato in questi mesi. Fino alla perquisizione. L’attenzione degli investigatori si è concentrata in particolare sulle scarpe dell’uomo le suole delle quali sono state fotografate e catalogate. Evidentemente per mettere a confronto le impronte con altre tracce. Sequestrate anche tre biciclette, due telefoni cellulari e un computer.

Altro particolare al vaglio dei carabinieri il fatto che la moglie dell’uomo (ritenuta comunque estranea alla vicenda) dopo il lavoro come operaia si recava in alcune case della zona per le pulizie. Talvolta accompagnata proprio dal marito. Tra le persone dalle quali andavano – secondo la versione della coppia – non ci sarebbe stata però la vittima dell’omicidio. Che lui – ora difeso dall’avvocato Donatella Donati – conosceva avendo abitato a poche decine di metri di distanza.

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Cronache

Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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Cronache

‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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