“Istanbul tornerà ai suoi giorni più belli, ora è in un vicolo cieco ma la salveremo”. La sfida più importante per Recep Tayyip Erdogan alle amministrative di domenica in Turchia si gioca nella città sul Bosforo, il centro economico del Paese dove è stato sindaco nel 1994 lanciando la sua carriera, che il suo movimento politico ha perso cinque anni fa dopo oltre vent’anni. “Mostreremo rispetto per la volontà popolare ma sono certo che nessuno permetterà che altri cinque anni vengano sprecati”, ha detto il leader turco, promettendo che accetterà i risultati, al contrario di quanto successe nel 2019, quando vinse il candidato del maggior partito di opposizione Chp, Ekrem Imamoglu. Le obiezioni vennero accolte e si tennero nuove consultazioni che decretarono una sconfitta ancora più pesante per Erdogan. “Ho votato per Imamoglu cinque anni fa e lo farò ancora, ha lavorato molto bene”, ha detto Tugrul, 47enne dirigente di una piccola azienda di Kasimpasa, il quartiere popolare del centro di Istanbul dove Erdogan è nato e cresciuto. “Qui la maggior parte delle persone sostengono l’attuale presidente ma non avevo mai visto in quartiere una manifestazione dell’opposizione così partecipata, significa che vinceremo”, dice l’uomo, durante un comizio a Kasimpasa di Imamoglu, che si è nuovamente candidato ed è riuscito a riempire la piazza del quartiere del sultano.
“Dopo avere vinto ancora a Istanbul, spero che Imamoglu possa essere il candidato alle presidenziali del 2028 e con lui speriamo di potere cambiare questo Paese”, afferma Tugrul, mentre a Istanbul si preannuncia un testa a testa tra Imamoglu e il candidato di Erdogan, l’ex ministro dell’Ambiente e dell’Urbanizzazione Murat Kurum. “Dicono ‘troveremo una soluzione’ ma poi i problemi restano. La situazione dei mezzi pubblici è insostenibile, cosa fareste se arrivaste in ritardo al compleanno di vostra figlia solo perché la metro non funziona? Spero che se ne vadano e che non tornino mai più!”, dice Yasemin, impiegata di 45 anni, mentre si reca ad uno degli ultimi comizi di Erdogan, che raccoglie grande partecipazione anche se non c’è la folla oceanica vista alle manifestazioni del leader turco durante la campagna per le presidenziali dello scorso anno.
Traffico, carenza di parcheggi, mancanza di edifici preparati ad affrontare un terremoto e prezzi degli affitti sempre più alti, sono questi i problemi principali di Istanbul secondo gli elettori del leader turco, che ha dominato la campagna elettorale con decine di comizi, trasmessi quasi a reti unificate in tutto il Paese, dove i candidati che sostiene si presentano sul palco soltanto alla fine del discorso del presidente e parlano per pochi minuti. Secondo le rilevazioni, Erdogan non avrà problemi a mantenere il controllo dell’Anatolia centrale. La costa dell’Egeo e del Mediterraneo resterà in mano all’opposizione, con i sondaggi che danno favorito Mansur Yavas ad Ankara, dove già vinse nel 2019, strappando la capitale al partito di Erdogan che la governava dal 2004. La formazione filo curda e di sinistra Dem potrebbe dominare nel sud est, al confine con Siria ed Iraq, dove ha già trionfato nel 2014 e nel 2019 ma molti tra i sindaci eletti sono stati poi accusati di legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), ritenuto da Ankara terrorista, e sostituiti con amministratori di nomina governativa.
“Quello che questo governo ha da offrire alla regione curda è povertà e mancanza di rispetto per la loro volontà politica”, ha detto Ceylan Akça Cupolo, 38enne deputata del Dem, accusando gli amministratori nominati di corruzione e di avere venduto beni delle municipalità, impoverendo la regione. La rimozione dei sindaci eletti nelle due precedenti amministrative ha portato l’affluenza nella regione ad abbassarsi ma la deputata ritiene che il suo partito vincerà ancora, conquistando anche altre province.