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Cronache

Truffa all’Asl di Napoli: 8 indagati, tra dipendenti in servizio ed ex

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Sono otto le persone, tra dipendenti e ormai ex dipendenti dell’Asl Napoli 1 Centro, indagate dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Napoli nell’ambito di una indagine che ipotizza la truffa ai danni dell’ente pubblico. Le attività investigative hanno consentito di individuare nella veste di beneficiari 68 persone, tra cui figurano imprenditori e amministratori di società, nelle cui tasche sarebbero finiti pagamenti di prestazioni solo fittizi, illecitamente inseriti nel sistema informatico. I mandati venivano poi vidimati dai dirigenti (che non risultano indagati) che così davano il via libera all’erogazione del denaro. L’inchiesta è nata da una serie di denunce presentate dal direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva tra il 4 e l’11 gennaio 2023. Sono due le tipologie di frode riscontrate dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli: la prima riguarda pagamenti per lavori mai autorizzati e mai eseguiti dall’Asl.

Gli episodi riscontrati fanno riferimento al periodo che va dal 2019 al 2022 quando uno dei dipendenti infedeli ha disposto e inserito nel sistema informatico ordini di pagamento urgenti – anche quando risultava in malattia – per importi inferiori a 150mila euro (quindi sotto la soglia che prevede la gara e delibera) ricoprendo, in maniera anomala, la doppia veste di responsabile unico del procedimento e di direttore dei lavori, fornendo anche l’autorizzazione agli uffici amministrativi. La seconda tipologia di truffa invece riguarda mandati di pagamento risultati non dovuti e neppure giustificati, anche per prestazioni inesistenti. Lo scorso 21 dicembre 2022 la Guardia di Finanza aveva già sottoposto a sequestro 4,7 milioni di euro. Il secondo decreto di sequestro invece ammonta a circa 2,2 milioni di euro. I finanzieri, durante le perquisizioni hanno anche sequestrato documentazione a casa degli indagati, tre ancora in servizio, due sospesi e tre andati in pensione.

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Cronache

Scippa un orologio da 110 mila euro a Napoli: arrestato dai Carabinieri

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Avrebbe rapinato un turista messicano del suo prezioso orologio: i suoi Carabinieri della Compagnia di Napoli Centro hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica, a carico di un giovane di 21 anni, sospettato di una rapina aggravata. Il reato è avvenuto nei famosi Quartieri Spagnoli, a poca distanza dall’iconico murales dedicato a Diego Armando Maradona, uno dei simboli di Napoli.

Il giovane è accusato di aver strappato dal polso di un turista messicano un orologio di lusso, un Patek Philippe del valore di circa 110mila euro. Secondo le ricostruzioni investigative, l’accusato, agendo con estrema rapidità, avrebbe afferrato il braccio della vittima per sfilargli l’orologio e poi sarebbe fuggito a bordo di uno scooter, condotto da un complice ancora non identificato.

L’operazione è stata portata a termine grazie all’attento lavoro dei Militari del Nucleo Operativo di Napoli Centro, coordinati dalla Procura partenopea. Le indagini sono state facilitate dall’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti nell’area e dalle testimonianze della vittima e di alcuni testimoni oculari.

Il 21enne è stato sottoposto agli arresti domiciliari, mentre le indagini proseguono per identificare e rintracciare il complice. Si sottolinea che il provvedimento eseguito è una misura cautelare adottata durante la fase preliminare dell’inchiesta; pertanto, il giovane è da considerarsi innocente fino a eventuale condanna definitiva.

Questo episodio si inserisce nel contesto di una crescente attenzione per la sicurezza pubblica e la protezione dei visitatori in una delle aree turistiche più frequentate della città.

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Famiglia di spacciatori scoperta dai carabinieri a Sessa Aurunca

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Una famiglia di spacciatori è stata scoperta dai carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca (Caserta), che hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare, disposta dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura, a carico di 5 persone: due sono state arrestate (un 48enne e un 23enne), mentre per gli altri tre (una 42enne e due giovani di 20 e 19 anni) è stato disposto il divieto di dimora nella provincia di Caserta. L’accusa è spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Il provvedimento è giunto al termine di indagini dei carabinieri che si sono protratte dall’inizio dell’anno fino al mese di giugno e che, attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali, video riprese, hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati.

I cinque, secondo l’accusa, “in concorso ed accordo tra loro, agevolati dal vincolo familiare che li univa”, avrebbero “organizzato e gestito una fiorente attività di spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e ‘hashish dry'”. Droga che veniva acquistata da fornitori all’ingrosso nel comune di Casavatore (Napoli) e veniva poi rivenduta, “in regime di monopolio”, nelle piazze di spaccio del Casertano di Sessa Aurunca, Cellole e nella località turistica di Baia Domizia. Documentati oltre 150 episodi di spaccio ed identificati numerosi assuntori, che sono stati segnalati all’autorità amministrativa. Rinvenute e sequestrate numerose dosi sostanze stupefacenti, pronte per essere immesse sulle piazze di spaccio.

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Cronache

Donna trovata morta nel Tarantino, ipotesi omicidio

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Il cadavere di una donna di circa 70 anni è stato trovato riverso in una pozza di sangue all’interno di un’auto parcheggiata nel cortile di una villa sulla litoranea ionico-salentina, nel territorio di Leporano (Taranto). Sul posto sono intervenuti i carabinieri, il pm di turno Salvatore Colella e il medico legale. Si sospetta l’omicidio, ma sono in corso gli accertamenti per comprendere la natura delle ferite e fare piena luce sull’accaduto.

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