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Cronache

Troppi debiti, coop suocera Soumahoro in liquidazione

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Liquidazione coatta per la Karibu, schiacciata da una montagna di debiti, e scioglimento per il Consorzio Aid, a causa di “irregolarità non sanabili”. Il colpo di grazia per le due cooperative di Latina dei familiari del deputato Aboubakar Soumahoro arriva proprio nell’Aula di Montecitorio, dove l’ex sindacalista dei braccianti è entrato meno di due mesi fa, dalla voce del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Che si dice pronto a passare dalle parole ai fatti, nominando “i liquidatori”. E mentre la Procura di Latina si appresta a chiudere le indagini, i sindacati si rivolgono al prefetto: faccia avere ai lavoratori gli stipendi che gli spettano. Il ministro, nel corso del question time, ha messo in fila tutti i dati raccolti finora dai ministeri sulla vicenda che vede protagonista la suocera del deputato, Marie Terese Mukamitsindo, unica indagata per truffa aggravata, false fatturazioni e malversazioni di erogazioni pubbliche. E anche al netto delle indagini giudiziarie, il quadro è fosco. Tanto per cominciare c’è il Viminale, che ha informato che la Prefettura di Latina “negli anni dal 2017 al 2019, a seguito di 22 ispezioni, ha applicato circa 491 mila euro di sanzioni” alla Karibù; tra il 2018 e il 2022 invece gli ispettori hanno fatto visita 32 volte alla Aid, “e sono state comminate sanzioni per un ammontare complessivo di circa 38 mila euro”. C’è poi il faldone del Ministero del Lavoro, con 20 richieste di intervento e l’attivazione della “procedura conciliativa” per riconoscere gli stipendi non versati. E’ all’Ispettorato del Lavoro pontino infatti che ormai da mesi fanno la spola gli ex lavoratori, battendo cassa con le coop. Ieri, per esempio, è stato raggiunto un accordo per restituire a una lavoratrice circa 20mila euro di buste paga non saldate; giorni fa un’altra s’è vista riconosciuti 8mila euro. E c’è, infine, il capitolo relativo al ministero di Urso stesso, il Mimit, che vigila sulle cooperative e che ha subito inviato gli ispettori. Da Aid hanno bussato il 28 novembre e hanno trovato “irregolarità non sanabili nel merito all’assenza di un reale e autentico scambio mutualistico e l’assenza di partecipazione dei soci alla vita democratica e alle decisioni dell’ente”. Inoltre, ha spiegato ancora il ministro, “è stata accertata la natura di cooperativa e non di consorzio” perché “non risulta espletare attività di coordinamento di cooperative collegate”. Aid va dunque sciolta, è la conclusione degli ispettori. Per quanto riguarda Karibu, in prima battuta gli ispettori del Mimit hanno trovato i locali chiusi. E’ partita una diffida e solo a quel punto sono riusciti ad avere accesso alle carte. “Si è conclusa ieri l’istruttoria, culminata con la proposta di messa in liquidazione coatta amministrativa per eccessivo indebitamento. Mi appresto dunque a nominare i commissari liquidatori”, ha concluso Urso aggiungendo che anche dal suo ministero “risultano aiuti concessi dal Fondo di garanzia per le Pmi per un totale di circa 55 mila euro per il 2020 e circa 55mila euro per il 2021”. Un rigagnolo rispetto al fiume di circa 60 milioni di euro in totale che sarebbe arrivato nelle casse delle due cooperative in circa vent’anni di attività. E la sola Karibu avrebbe un debito con l’erario di circa un milione di euro. Un flusso di denaro che ora è sotto la lente della Guardia di Finanza, per capire se parte di quei fondi sono stati dirottati altrove e non nelle tasche dei dipendenti. Al sindacato si sono rivolti in 26, per un totale di circa 400 mila euro di buste paga non saldate. Le coop si sono finora difese sostenendo di essere a loro volta ‘vittime’ dell’insolvenza degli enti locali, e per questo non sarebbero riuscite a pagare gli stipendi. Motivo in più, il ragionamento della Uiltucs di Latina che dalla scorsa estate ha preso la difesa dei dipendenti, per sedersi tutti attorno a un tavolo e dare ai lavoratori il dovuto. Oggi il segretario provinciale Gianfranco Cartisano ha scritto ufficialmente al prefetto perché convochi urgentemente tutti gli enti, tra cui i Comuni di Latina e Roccagorga e la Regione Lazio, che “hanno attivato progetti a favore” delle due cooperative, che peraltro utilizzavano, si legge, “in maniera promiscua il personale a prescindere dalla stazione appaltante e dal progetto interessato”. Tutti gli stipendi non pagati ai lavoratori, chiede il sindacato, vengano saldati con la modalità della sostituzione del pagamento.

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Cronache

Napoli, sede Pd vandalizzata nella notte. Indagini in corso

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Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in via Domenico Cirillo 30, in seguito a una segnalazione ricevuta al numero di emergenza 112. L’intervento si è reso necessario dopo che ignoti, probabilmente agendo durante le ore notturne, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico della Quarta Municipalità Napoli San Lorenzo.

All’interno del locale, i malintenzionati hanno provocato disordine, mettendo a soqquadro gli spazi. Nonostante i danni causati, dalle prime verifiche effettuate non sembrerebbe che siano stati sottratti oggetti di valore o documenti importanti.

Sul posto sono intervenuti gli specialisti del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi tecnici necessari per raccogliere elementi utili all’identificazione dei responsabili. Le indagini sono attualmente in corso per risalire agli autori dell’atto vandalico e chiarire le motivazioni dietro l’accaduto.

Questo episodio si aggiunge a una serie di atti vandalici e intimidatori registrati negli ultimi tempi in diverse città italiane, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori misure di tutela per le sedi di partiti e associazioni sul territorio.

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Cronache

Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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Dati rubati: oggi a Milano l’interrogatorio di Del Vecchio jr

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E’ stato fissato per oggi pomeriggio un interrogatorio, davanti ai pm, di Leonardo Maria Del Vecchio (foto Imagoeconomica in evidenza) – 29 anni e uno dei figli del patron di Luxottica morto nel 2022 – indagato nell’inchiesta milanese sui presunti dossieraggi illegali per concorso in accessi abusivi a sistema informatico. L’interrogatorio, da quanto si è saputo, è stato richiesto dallo stesso Del Vecchio per difendersi dalle accuse e chiarire. L’audizione si terrà, da quanto si è appreso, non al Palazzo di Giustizia milanese ma in un altro luogo, una caserma degli investigatori.

“Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa. Altri, infatti, sarebbero eventualmente i responsabili di quanto ipotizzato dagli inquirenti”, aveva già spiegato l’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, che aveva parlato della “infondatezza delle accuse ipotizzate a proprio carico”.

Stando agli atti dell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, del pm della Dda Francesco De Tommasi e del collega della Dna Antonello Ardituro, Nunzio Samuele Calamucci, hacker arrestato, uno dei presunti capi dell’associazione per delinquere di Equalize e che avrebbe creato dossier con dati riservati prelevati in modo illecito, avrebbe realizzato anche un falso “atto informatico pubblico” per “offuscare l’immagine di Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo”.

Calamucci avrebbe creato, in particolare, un finto “rapporto” della Polizia di New York con cui “si dava atto” falsamente “di un controllo eseguito in quella città” nei confronti del fratello di Leonardo. Nel falso report, redatto all’apparenza nel 2018, si segnalava che era “in compagnia” di una persona “registrata” per “crimini sessuali” dal Dipartimento di Giustizia americano.

Il gruppo di hacker, poi, avrebbe dovuto inserire nell’estate 2023, secondo l’accusa per conto di Leonardo Maria Del Vecchio, un “captatore informatico” sul cellulare della fidanzata e modella Jessica Serfaty, ma non ci riuscì malgrado diversi tentativi di inoculare “il trojan”. A quel punto, sarebbero stati creati falsi messaggi tra lei e “un illusionista di fama mondiale”.

Tra gli indagati anche il collaboratore dell’imprenditore, Marco Talarico. Secondo le indagini, le ricerche di informazioni di Del Vecchio jr, richieste al gruppo di Equalize attraverso i suoi collaboratori, si sarebbero inserite nella contesa in corso sull’eredità di famiglia. Nel procedimento milanese una nomina come persona offesa è stata depositata nei giorni scorsi da Claudio Del Vecchio.

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