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Cronache

Triplice tentato omicidio a Napoli, lite per un bottino conteso

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Sarebbe verosimilmente riconducibile a dissidi sorti a causa della spartizione del bottino, frutto di uno dei loro colpi messi a segno con la cosiddetta tecnica “del buco”, la sparatoria avvenuta lo scorso 9 maggio a Napoli nella quale rimasero ferite tre persone, tutte poi risultate rapinatori professionisti. Ieri la Squadra Mobile di Napoli e gli investigatori del commissariato San Carlo all’Arena hanno arrestato l’uomo che esplose quei colpi di pistola, accusato, ora, tra l’altro, di triplice tentato omicidio.

Quel giorno in quattro si recarono da un loro quinto complice per affrontare il discorso della spartizione ma l’ultimo reagì sparando e ferendone tre mentre il quarto rimase miracolosamente illeso. Le vittime si recarono ciascuna in un ospedale diverso della città, per non destare sospetti e far credere alle forze dell’ordine erano stati episodi ciascuno separato dall’altro. Ma le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona dove era scattato l’agguato, corso Amedeo di Savoia, passate al setaccio dalla Polizia, fornivano una rappresentazione chiara dell’accaduto: ritraevano lo sparatore prima in azione e poi, dopo avere ferito i complici, in fuga a tutta velocità in sella a uno scooter.

Grazie alle identificazioni è stato possibile scoprire che erano tutti componenti una banda di rapinatori professionisti, espertissimi, sopra la cinquantina, in grado di mettere a segno rapine, con la cosiddetta “tecnica del buco”, in tutt’Italia. Lo sparatore, dopo il raid, aveva fatto perdere per lungo tempo le sue tracce, per paura di una ritorsione. Ad incastrarlo, oltre ai video acquisiti dalla Polizia di Stato, anche l’esperienza dei poliziotti del commissariato San Carlo all’Arena i quali, quando è tornato nella loro zona di competenza, l’hanno subito rintracciato e bloccato, assicurandolo alla giustizia.

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A Napoli fiaccolata per Chiara, “Perdonaci”

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Centinaia di persone hanno preso parte a Napoli alla fiaccolata organizzata in serata in memoria di Chiara Jaconis, la giovane padovana morta dopo essere stata colpita in testa da un vaso domenica scorsa mentre passeggiava nei Quartieri Spagnoli. Dalla gente del quartiere si è più volte levato il grido “perdonateci” rivolto ai familiari della 30enne veneta. “Napoli forse non è la città più bella del mondo ma ha la popolazione più bella del mondo”, ha detto Gianfranco Jaconis, il padre di Chiara presente con la sorella della ragazza, Roberta. Centinaia i cittadini dei Quartieri Spagnoli che lo attendevano con in mano candele accese e palloncini bianchi, tanti lo hanno abbracciato.

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Turista morta a Napoli, video dell’incidente acquisito dalla Ps

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Su delega della Procura di Napoli è stato acquisito dalla Polizia il video registrato da un sistema di videosorveglianza che ritrae il momento in cui la statuetta colpisce al capo Chiara Jaconis, la turista padovana di 30 anni deceduta in ospedale a Napoli a causa delle gravi ferite riportate nell’incidente avvenuto domenica pomeriggio nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Le immagini – confluite nel fascicolo aperto dagli inquirenti che, al momento, potizzato l’omicidio colposo – ritraggono le fasi immediatamente precedenti la tragedia e l’esatto momento in cui la statuina, frantumatasi in pesanti schegge nell’impatto con un balcone, colpisce la giovane al capo.

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Cronache

Auto contro guardrail in A15, un morto

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Un uomo di 81 anni, originario della Campania, è morto in un incidente stradale avvenuto oggi pomeriggio lungo l’autostrada A15 nel tratto tra Pontremoli (Massa Carrara) verso Berceto, nel Parmense. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo, al volante di un’auto di grossa cilindrata, ha improvvisamente impattato il veicolo contro il guardrail. L’impatto violento ha costretto la chiusura temporanea del tratto stradale interessato, in particolare l’autostrada della Cisa, tra i caselli di Pontremoli e Berceto. Il personale di soccorso giunto sul posto non ha potuto fare altro che constatare il decesso del 61enne.

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