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Cronache

Trieste a lutto, oggi i funerali di Pierluigi Rotta e Matteo Demenego

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Sono giunte ieri  sera alle 18 all’interno del famedio della Questura di Trieste i feretri avvolti dal tricolore di Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, gli agenti della Polizia di stato uccisi venerdì 4 ottobre all’interno dello stesso edifico dai colpi di pistola esplosi da Alejandro Stephan Meran, 29enne  dominicano detenuto nel carcere del Coroneo del capoluogo giuliano. Ad accogliere i feretri, portati a spalle dai colleghi agenti della Polizia di Stato, nella camera ardente, un picchetto d’onore con il capo della Polizia Franco Gabrielli e le famiglie dei due agenti uccisi mentre rieccheggiavano le note del “silenzio”.

Centinaia le persone all’esterno della Questura che hanno accolto l’arrivo dei feretri con un lungo applauso per un saluto pieno di commozione. Presenti, oltre a Forze dell’ordine, il prefetto di Trieste Valerio Valenti, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e il Vescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi che questa mattina alle 11.30 celebrerà la messa solenne nella chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo. Alle esequie prenderanno parte il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese e il capo della Polizia Franco Gabrielli, nonchè le autorità civili, militari e religiose cittadine. Prima del loro ingresso in chiesa i un picchetto in armi renderà gli onori alle salme dei due poliziotti.

 

Nel famedio è stata celebrata poco dopo l’arrivo del feretro una breve cerimonia, con la benedizione da parte del vescovo Crepaldi. Il capo della polizia, Gabrielli, si è poi congedato per stare assieme ai familiari delle vittime. Più tardi è giunto anche il Procuratore capo di Trieste, Carlo Mastelloni. “È incredibile come la citta’ si sia unita nel dolore”, e’ stato il commento di Dipiazza lasciando il famedio dove campeggiano i gonfaloni di Velletri e Pozzuoli, le città dei due agenti. La camera ardente ha chiuso intorno a mezzanotte. Con un lungo pellegrinaggio di gente comune, triestini che hanno voluto rendere omaggio ai due poliziotti.

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Cronache

Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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