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Cronache

Tragedia al Festival Internazionale del Sordo: muore Ettore Cro’, era rimasto ferito in una sparatoria

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Ettore Cro’, il 53enne napoletano rimasto gravemente ferito nella sparatoria avvenuta al Festival Internazionale del Sordo il 13 luglio a Capaccio Paestum, non ce l’ha fatta. Dopo essere stato colpito da cinque proiettili esplosi dai fratelli Gaetano e Raffaele Ciccarelli, anch’essi non udenti e originari di Qualiano, Cro’ è deceduto presso l’ospedale “Ruggi” di Salerno, dove era ricoverato in gravissime condizioni dal 15 luglio.

La sparatoria, che ha sconvolto la comunità dei partecipanti al Festival, è avvenuta in circostanze ancora da chiarire completamente. Ettore Cro’ è stato raggiunto da cinque colpi di pistola calibro 9: tre al torace, uno alla clavicola e uno all’addome. I fratelli Ciccarelli, arrestati poche ore dopo l’episodio, si sono costituiti ai carabinieri 24 ore dopo la sparatoria.

Trasportato d’urgenza al “Ruggi” di Salerno, Cro’ ha lottato per la vita in condizioni critiche. Purtroppo, nonostante gli sforzi dei medici, le ferite riportate si sono rivelate troppo gravi. Cro’, che era divorziato, lascia due figli.

Con la morte di Cro’, la posizione dei fratelli Ciccarelli si aggrava ulteriormente. Già accusati di tentato omicidio, ora dovranno rispondere di omicidio. La vicenda ha sollevato molte domande e preoccupazioni all’interno della comunità sorda, mettendo in luce una tragica violenza che ha colpito un evento dedicato alla celebrazione e alla inclusione.

La morte di Ettore Cro’ rappresenta un doloroso epilogo per una tragedia che ha scosso profondamente tutti coloro che erano presenti al Festival Internazionale del Sordo. La comunità, insieme ai familiari e amici di Cro’, piange la perdita di un uomo coinvolto in un evento che avrebbe dovuto essere una celebrazione della cultura e della solidarietà tra persone non udenti.

Le indagini proseguono per fare piena luce su quanto accaduto e per assicurare alla giustizia i responsabili di questa inaccettabile violenza.

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Cronache

Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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Cronache

‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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