Tra i dieci monumenti più visitati al mondo l’Italia piazza il Colosseo al primo posto con 7,4 milioni di presenze, al secondo i musei Vaticani e al 10 Canal Grande
Colosseo superstar, con record di visitatori e prenotazioni. I visitatori dell’Anfiteatro Flavio sono aumentati nel corso del 2018, arrivando a 7,4 milioni, 400mila (5,7%) in più rispetto all’anno scorso. Un dato annunciato oggi dal direttore del Parco archeologico Alfonsina Russo che, all’interno della Curia del Foro Romano ha illustrato le novità di un Parco che diventa per tutti e in cui tutti, dal 2019, entreranno gratuitamente una volta al mese. Il successo del Colosseo è confermato anche dalla classifica delle “esperienze” su TripAdvisor dove è l’attrazione più popolare al mondo nel 2018 in base alle prenotazioni ricevute sul sito.
Se si considera anche il secondo gradino del podio mondiale occupato dai Musei Vaticani (che tecnicamente si trovano nella Città del Vaticano) e il decimo con il Canal Grande di Venezia, l’Italia occupa ben tre attrazioni tra le dieci più prenotate al mondo, primato che condivide solo con la Francia (che è presente con Museo del Louvre quarto, Torre Eiffel quinta e Reggia di Versailles nona). Le attrazioni italiane dimostrano quindi di essere tra le preferite dei viaggiatori globali quest’anno, superando icone internazionali come la Statua della Libertà (terza), la Sagrada Familia (sesta), il Golden Gate (settimo) e Stonehenge (ottavo). Intanto, il Colosseo, si rinnova cambiando look al simbolo grafico del sito archeologico: il ‘logos’ ruba la scena all’ ‘imago’ e racchiude in un’unica parola la storia del linguaggio, le forme e i colori dei secoli. Da oggi in poi tutto ciò che identifica l’Anfiteatro Flavio e il sito archeologico dei Fori sarà contrassegnato dal logo P.Ar.Co. (dove la ‘o’ si inserisce all’interno della ‘C’ a ricordare la pianta ovale del Colosseo a ordini coassiali) che è un acronimo oltre che una sineddoche intervallata da punti a mezza altezza propri dell’epigrafia romana dalla quale deriva anche la legatura tra le due lettere finali; il carattere che verrà utilizzato per tutto cio’ che riguarda il Parco è una versione digitale del Garamond le cui matrici sono le più antiche, giunte fino a noi, di un carattere a stampa rinascimentale. Per i colori, invece, si è scelta una palette che richiama la differenza della cromia provocata dalla luce o dal passare del tempo. E non è questa l’unica novità: il P.Ar.Co. diventa più social attraverso il rafforzamento dei profili Facebook, Instagram, Twitter e @parcocolosseo e soprattutto con un nuovo sito internet (www.parcocolosseo.it), online da oggi, bilingue, dinamico, funzionale ed accessibile per rispondere alle esigenze dei circa 7 milioni di visitatori che a ogni click si immergono in una vera e propria pre visita con informazioni dettagliate e immagini. Infine, nell’ottica dell’inclusività sono stati installati undici pannelli tattili in italiano, inglese e braille che ripropongono la modellazione dei monumenti e, nel caso dei reperti del Museo Palatino, anche la riproduzione in 3D. “L’accessibilità è per il Parco archeologico del Colosseo una priorità – ha concluso Russo – un tema affascinante che ha come obiettivo un modello inclusivo di accoglienza attento alle numerose richieste del pubblico. Le novita’ introdotte offrono a cittadini e turisti l’opportunità di vivere un parco sempre più aperto alle esigenze di tutti”.
Avrebbe occultato beni mobili e somme di denaro per oltre 450mila euro e trasferito la sua attività commerciale da Cava De’ Tirreni a Santa Teresa di Gallura per sottrarre i suoi averi al recupero forzoso: un affermato imprenditore campano di 60 anni, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta, frode fiscale e reati tributari. Firmato anche un decreto di sequestro preventivo dei beni finalizzato alla confisca. Le indagini che hanno portato all’applicazione della misura cautelare nei confronti dell’industriale, molto conosciuto nella provincia di Salerno, sono partite dalla Procura di Tempio Pausania e affidate alla tenenza della Guardia di Finanza di Palau e altri reparti. E’ stato così possibile ricostruire la vicenda fiscale dell’imprenditore attivo nel settore del commercio di abiti da cerimonia. A Santa Teresa di Gallura, attraverso il figlio, gestiva un bar ristorante, dichiarato poi fallito nel luglio del 2021.
Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in via Domenico Cirillo 30, in seguito a una segnalazione ricevuta al numero di emergenza 112. L’intervento si è reso necessario dopo che ignoti, probabilmente agendo durante le ore notturne, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico della Quarta Municipalità Napoli San Lorenzo.
All’interno del locale, i malintenzionati hanno provocato disordine, mettendo a soqquadro gli spazi. Nonostante i danni causati, dalle prime verifiche effettuate non sembrerebbe che siano stati sottratti oggetti di valore o documenti importanti.
Sul posto sono intervenuti gli specialisti del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi tecnici necessari per raccogliere elementi utili all’identificazione dei responsabili. Le indagini sono attualmente in corso per risalire agli autori dell’atto vandalico e chiarire le motivazioni dietro l’accaduto.
Questo episodio si aggiunge a una serie di atti vandalici e intimidatori registrati negli ultimi tempi in diverse città italiane, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori misure di tutela per le sedi di partiti e associazioni sul territorio.
La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).
Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.