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Politica

Toti verso la libertà. Nordio, dimissioni una sconfitta

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“Chi è legittimato da un voto popolare non ha solo il diritto, ma il dovere di restare in carica anche se sottoposto a un’indagine, che come tante altre può pure rivelarsi infondata. In caso contrario, devolveremmo alla magistratura il potere di condizionare la politica, cosa che purtroppo è accaduta con tangentopoli, e anche dopo. Naturalmente posso comprendere che lo stress cui è sottoposto un indagato possa condurlo a scelte diverse. Ma questa è una sconfitta della democrazia, fondata sulla separazione dei poteri”.

Il ministro della giustizia Carlo Nordio torna a parlare con un’intervista al Messaggero di quello che sta diventando, da un punto di vista giuridico-politico ‘il caso Toti’, ovvero la vicenda che ha visto l’ormai ex governatore della Liguria Giovanni Toti dare le dimissioni dopo circa 80 giorni di carcerazione domiciliare preventiva. “Sono perplesso quando una misura cautelare viene applicata dopo vari anni di indagine – ha detto Nordio al quotidiano romano – e soprattutto quando è ‘a pacchetti’ cioè con provvedimenti successivi a breve distanza l’uno dall’altro”. Dichiarazioni che il Guardasigilli ha reso spesso, sempre con i medesimi concetti a partire dalla ‘resa della democrazia’ da quando Toti è ai domiciliari, soprattutto quando è fallita la via del Riesame contro la custodia cautelare domiciliare.

Concetti che si sono rafforzati dopo le dimissioni dal ruolo istituzionale di Giovanni Toti. Con Nordio e sullo stesso tema si erano già espressi il ministro Salvini e il viceministro Rixi che nei giorni scorsi aveva ricordato persino il Savonarola. Ma per ora dice il Guardasigilli “niente ispettori: non c’è alcuna iniziativa in questo senso”. Domani, all’89^ giorno di detenzione dell’ex governatore che ha rassegnato le proprie dimissioni venerdì scorso si apre una settimana decisiva. Il legale di Giovanni Toti depositerà l’istanza di revoca dei domiciliari sulla quale la procura dovrà dare un parere (che, dopo le dimissioni, potrebbe essere un parere positivo).

Dopodiché Toti potrebbe tornare libero in settimana e lasciare la villetta di Ameglia, nello spezzino, dove ha trascorso tutti i 3 mesi di detenzione. Alla procura resterà la decisione se richiedere il giudizio immediato per l’ex governatore e per i tre maggiori coimputati: l’imprenditore della logistica Aldo Spinelli e l’ex presidente della port authority Paolo Emilio Signorini, entrambi ai domiciliari. Un processo immediato che “a noi va benissimo – aveva detto nei giorni scorsi Stefano Savi -. Non vogliamo farlo in costanza di misura cautelare. Ci fa anche comodo piuttosto che stare ancora due, tre anni sulla graticola”.

Una decisione che potrebbe essere presa prima del periodo di vaganza agostana. E questo, sempre che non si vada a un election day a metà novembre, potrebbe voler dire che il processo entrerebbe pari pari nella ‘coda’ della campagna elettorale.

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Il futuro del M5s, nuovo scontro Grillo-Conte

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Nuovo scontro fra Beppe Grillo e Giuseppe Conte sul futuro del M5S. La Costituente voluta dal leader del Movimento altro non sarebbe che una “farsa per farmi fuori”: questa la convinzione del garante cinquestelle. Si tratta solo dell’ennesima iniziativa di Grillo, volta a impedire lo svolgimento del percorso partecipativo e a delegittimare i risultati, la replica. E dunque il percorso andrà avanti, basta con “i finti vittimismi”, dicono dal Movimento.

A parlare per primo stavolta è il fondatore: fonti a lui vicine raccontano di una “lettera privata” inviata da Conte, i cui toni sarebbero “al limite del ricatto”. Un’iniziativa che avrebbe “estremamente infastidito” Grillo, certo che se i contenuti venissero resi pubblici metterebbero in “seria difficoltà” l’ex premier. Tutt’altro, è la risposta che arriva dopo qualche ora. Non saranno certo “diffide, carte bollate e sgambetti di ogni tipo a fermare questo processo democratico”, è la tesi. Le distanze fra Grillo e Conte non sono certo una novità ma la tensione continua a salire. Il primo, accusato spesso di comportarsi come “un padre padrone”, ribalta l’addebito: nel mirino l’apertura di Conte al campo largo sancita dal “patto della birra” con la leader del Pd Elly Schlein e i vertici di Avs.

La linea politica andrebbe condivisa: “queste scelte perché non vengono decise alla Costituente? E viene esclusa la Comunità 5 Stelle?”, le domande di Grillo ai suoi interlocutori. E non servirebbe dunque a rilanciare il dibattito interno neanche la scelta di convocare l’Assemblea Costituente e tantomeno il suo percorso. Perché Conte – è la tesi di Grillo – vuole farsi “un partito tutto suo”. Parole pesanti, “esternazioni e tentativi” che “delegittimano l’assemblea degli iscritti” e “contrastano con gli specifici obblighi contrattuali che il Garante ha sottoscritto con il M5S per ciò che concerne malleveria e consulenza comunicativa”, mettono in chiaro fonti del Movimento.

Modi e toni che appaiono come un sabotaggio, secondo la lettura sempre del M5s, che temono anche conseguenti “danni di immagine”. E’ ora, l’ultimo invito che arriva da chi è vicino a Conte, che Grillo “dimostri di avere ancora a cuore il Movimento” lasciando che “la comunità si misuri in questo percorso democratico che ha sinora raccolta tanto entusiasmo”. Qualora il clima non dovesse rasserenarsi, avvertono infine dal Movimento, lo stesso “carteggio” potrebbe essere pubblicato dal Movimento” e così “tutta la Comunità potrà esserne informata”.

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Economia

Lavoro, Mattarella: c’è bisogno delle donne, basta barriere e basta divario con uomini

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“Il lavoro è motore di crescita sociale ed economica: il nostro Paese, al pari degli altri, non può permettersi di rinunciare all’apporto delle donne, che costituisce un fattore indispensabile”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una lettera inviata al Corriere della Sera, organizzatore del festival Il Tempo delle Donne in corso a Milano. “Il divario del quasi 20% tra occupazione maschile e femminile costituisce un punto critico di sistema: ogni sforzo va compiuto per ridurlo sempre di più. Il lavoro è anche libertà, dignità e riscatto. Nei rapporti di lavoro occorre rispettare i diritti di parità e di eguaglianza, previsti dalla nostra Costituzione. Ancora oggi nel lavoro femminile sono presenti ostacoli, rallentamenti e disparità, per l’accesso, nella retribuzione, nella progressione di carriera, negli incarichi di vertice” ha aggiunto il capo dello Stato. “Le barriere possono alzarsi fino a giungere a inaccettabili e odiose discriminazioni: licenziamenti, dimissioni in bianco, pressioni indebite, persino forme di stalking e di violenza, fisica o psicologica. Il rispetto delle norme e dei diritti va assicurato anche attraverso una vigilanza ferma ed efficace. Allo stesso modo, vanno rimossi gli ostacoli rendono difficile la conciliazione tra occupazione e cura della famiglia” ha continuato.

“Il lavoro non allontana la donna dalla maternità. È vero il contrario: l’occupazione femminile è un fattore che sostiene in modo decisivo la famiglia e le nascite. Per cercare di frenare l’impoverimento demografico. ma anche per venire incontro ai legittimi desideri delle giovani coppie, sarà sempre più necessario impegnarsi per una migliore gestione dei servizi, per la conciliazione dei tempi di lavoro, per una più forte cultura di sostegno della famiglia” ha proseguito. “Ringrazio il ‘Tempo delle Donne’ e tutti coloro che vi hanno preso parte in questi giorni. Anche quest’anno dall’ormai tradizionale appuntamento del Corriere della Sera dedicato all’universo femminile, sono venute idee, proposte, provocazioni utili per un dibattito sul ruolo della donna nella società all’altezza dei tempi e delle sfide a cui siamo tutti chiamati” ha concluso.

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In Evidenza

Arianna Meloni: mi tirano sempre in mezzo, è solo gossip

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Arianna Meloni torna a parlare e si riprende la scena. Lo fa senza risparmiarsi, rispondendo a tutte le domande che le vengono poste sul palco della festa di FdI a Lido degli Estensi. A cominciare da quelle sulla polemica che si protrae da settimane e che la vedono protagonista di voci insistenti. Parla di un’estate “curiosa”. “Ma non è solo questa estate”, aggiunge. “È parecchio tempo – spiega – che qualsiasi cosa succede mi tirano in mezzo. Io mi ritrovo ovunque molto spesso senza nessun motivo, con narrazioni inventate ad arte”.

Respinge le voci e contrattacca: “a un certo punto, viene il dubbio… mi dico: qual è il gioco?”. E dà una risposta: “hanno provato ad attaccare Giorgia in tutti i modi ma non ci sono riusciti, poi sono passate alle persone vicine, prima Giambruno, poi Lollobrigida, un atteggiamento decisamente esagerato con una morbosità curiosa”. Arianna Meloni, alla guida della segreteria politica, difende il governo, il partito, e la presidente del Consiglio, sua sorella. E anche il suo ex compagno, il ministro Francesco Lollobrigida: “fa il ministro perché è bravo, non c’è nessuna ragione di familismo. Adesso è partita la moda di dire che lo cacceranno dal governo. Ma pietà, noi siamo gente seria”. Poi mette una pietra sopra il caso che riguarda il ministro Gennaro Sangiuliano, senza mai citare Maria Rosaria Boccia: “la vicenda, che è dolorosa, è chiusa”. “Sangiuliano – dice – si è dimesso per una faccenda del tutto personale, una faccenda di gossip montata dalla stampa in maniera decisamente eccessiva. Direi, anche basta”.

E riduce le polemiche a “ricostruzioni fantasiose, lo hanno confermato tutti”. E non rinuncia a mettere i puntini sulle ‘i’: “Non essendo ricattabili, noi siamo qui solo grazie agli italiani, e questa è una cosa che dà fastidio, perché non abbiamo mai fatto inciuci, non ci siamo mai venduti”. Anche se ammette: “vorrei essere più rilassata, ma il periodo è un po’ teso le pressioni sono tante”. commossa di essere qui Per Arianna Meloni vuole lasciarsi l’estate alle spalle e rilancia la campagna d’autunno. Si dice “commossa” di essere tra la sua gente, “un esercito di persone che fa politica”. E suona la carica: “se ne facciano una ragione, perché noi non molliamo, se ci devono attaccare, lo facciano sui temi”.

E annuncia: “oggi si apre una nuova fase che ci deve vedere ancora più determinati e concentrati, arrivare al governo non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza”. Lo sguardo è soprattutto rivolto alle prossime Regionali. E infatti quello sul palco della festa di FdI in Emilia-Romagna non è il solo evento in programma nei prossimi mesi per la sorella della premier. Una buona fetta dello stato maggiore di Fratelli d’Italia, sui lidi ferraresi per l’occasione, conferma che questo è solo l’inizio di un impegno in prima persona della primogenita Meloni nella battaglia per le Regionali. Dopo Lido degli Estensi c’è Cesenatico, già in agenda. E poi, almeno, l’Emilia e l’Umbria. “Arianna è la nostra frontwoman”, spiega una figura di peso di FdI. Anche se lei ci tiene a ribadire: “c’è la narrazione che tutto passa per me nel partito, ma non è vero, passa per me quello che mi compete”.

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