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Roma

Toti chiede incontro con Salvini, sul tavolo futuro Regione

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Giovanni Toti chiede di incontrare il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e i due assessori regionali Giacomo Giampedrone e Marco Scajola. L’istanza è stata depositata al giudice dall’avvocato Stefano Savi. Il leader della Lega sarà a Genova lunedì ma non è detto che l’incontro possa avvenire già quel giorno. I confronti serviranno in prima battuta a fissare la linea da seguire per mandare avanti la Regione dopo la decisione del Riesame che ieri ha deciso di lasciare Toti agli arresti domiciliari. Ma non è escluso che si possa iniziare a parlare anche del futuro del governatore e delle sue eventuali dimissioni.

Toti, ai domiciliari dal 7 maggio per corruzione, nelle scorse settimane aveva già incontrato il presidente facente funzioni Alessandro Piana e i sue due assessori fedelissimi, ma anche il deputato e coordinatore ligure di Fratelli d’Italia Matteo Rosso, il viceministro e segretario della Lega Liguria Edoardo Rixi e il coordinatore regionale di Forza Italia Carlo Bagnasco. A chiudere i summit erano stati Maurizio Lupi e Pino Bicchielli, rispettivamente leader e deputato di Noi Moderati. I confronti con gli assessori serviranno in prima battuta a fissare la linea da seguire per mandare avanti la Regione dopo la decisione del Riesame che ieri ha deciso di lasciare Toti agli arresti domiciliari.

Ma non è escluso che si possa iniziare a parlare anche del futuro del governatore e delle sue eventuali dimissioni. Gli stessi giudici del Riesame, nel provvedimento con cui hanno rigettato l’istanza di revoca dei domiciliari, hanno sottolineato come fosse corretto chiedere nuovi incontri de visu con esponenti politici. I giudici hanno anche sottolineato, nell’ordinanza, che i finanziamenti ricevuti dal presidente “non sono tutti regolarmente tracciati”, contrariamente a quanto da lui sostenuto anche nell’interrogatorio. Per il Riesame, Toti non avrebbe capito le accuse e per questo potrebbe reiterare il reato.

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Cronache

Neonata morta vicino Roma, si farà l’autopsia

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Si ipotizza una morte in culla per la neonata deceduta stamattina ad Albano Laziale, vicino Roma. Per fugare ogni dubbio verrà effettuata nei prossimi giorni l’autopsia al policlinico Tor Vergata. I carabinieri di Castel Gandolfo acquisiranno, inoltre, la documentazione clinica della bambina dalla nascita fino ad oggi. A dare l’allarme la mamma che quando è andata a controllarla stamattina perché non si svegliava l’ha trovata immobile nel lettino e ha notato che non respirava. Inutili i tentativi di rianimazione

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Cronache

Riconoscimento facciale a Roma, Garante apre istruttoria

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Il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato una richiesta di informazioni a Roma Capitale su un progetto di videosorveglianza nelle stazioni della metropolitana. Secondo alcune notizie stampa, in vista del prossimo Giubileo, l’Amministrazione prevede di installare telecamere con riconoscimento facciale, “in grado di verificare azioni scomposte” all’interno dei vagoni e sulle banchine da parte di chi in passato si è reso protagonista “di atti non conformi”. L’amministrazione ha 15 giorni per rispondere alla richiesta di informazioni del Garante privacy. Lo spiega l’autorità in una nota.

Nella risposta l’amministrazione deve fornire al Garante privacy, ”tra l’altro, una descrizione tecnica delle funzionalità di riconoscimento facciale, la finalità e la base giuridica di tale trattamento di dati biometrici e una copia della valutazione d’impatto sulla protezione dei dati. Fino a tutto il 2025, ricorda l’Autorità, vige una moratoria sull’installazione di impianti di videosorveglianza con sistemi di riconoscimento facciale attraverso l’uso di dati biometrici, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, da parte delle autorità pubbliche o di soggetti privati. Tale trattamento è consentito solo all’autorità giudiziaria, nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali, e alle autorità pubbliche, a fini di prevenzione e repressione dei reati, e comunque previo parere favorevole del Garante privacy”.

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Politica

Gualtieri a giro boa, abolire frase ‘non si può fare’

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“Basta con le romanelle, con le soluzioni pasticciate. Abbiamo deciso di eliminare il concetto di scorciatoia” perché la città di Roma “non va solo manutenuta ma trasformata”, nella “condivisione tra giunta e Consiglio” e tenendo in gran conto gli stimoli che arrivano dal tessuto della città, perché “non abbiamo la verità in tasca”. E con un’ambizione: “Voglio abolire la frase ‘non si può fare’, questo concetto per cui i romani non hanno il diritto, chissà perché, di pretendere soluzioni ai problemi ereditati e a quelli nuovi”. Roberto Gualtieri è al giro di boa: due anni e mezzo da sindaco alle spalle, due anni e mezzo davanti. I Rapporti alla Città, il sindaco li presenta a cadenza annuale, con tutta la maggioranza (e non solo quella) all’Auditorium. Per questo metà mandato invece si riunisce con il suo partito, il Pd, nel teatro di Villa Lazzaroni, nel quartiere popolare dell’Appio Latino. Che non sembra un caso: “Si dà di più a chi ha di meno, perché è così che si produce l’eguaglianza – dice nel suo intervento – dobbiamo fare, e stiamo facendo, un gigantesco investimento sulle periferie”.

L’evento si chiama ‘Roma. Verso la direzione giusta’, e l’ha organizzato proprio il gruppo capitolino dei dem. In platea fa gli onori di casa il minisindaco Francesco Laddaga, c’è il segretario cittadino Enzo Foschi, e ci sono tutti i consiglieri, a partire dalla presidente dell’Assemblea Capitolina Svetlana Celli, che rivendica il lavoro d’aula (“dal suo insediamento si è riunita 215 volte, ha votato 380 delibere e 325 mozioni”) e snocciola i provvedimenti approvati in due anni e mezzo. Dice la capogruppo Valeria Baglio: “Abbiamo approvato atti importantissimi e abbiamo mantenuto gli impegni per il rilancio e il risanamento delle partecipate. Su lavoro, diritti, servizi e giovani rilanciamo il nostro lavoro per la seconda parte della consiliatura, per la crescita e lo sviluppo, senza lasciare nessuno indietro”.

“Siamo orgogliosi – aggiunge Celli – Non fermiamoci, proseguiamo insieme verso la direzione giusta, una bella e significativa stagione di trasformazione grazie all’attenta e incisiva azione della amministrazione Gualtieri”. Il sindaco ricambia l’omaggio: tra Sala delle Bandiere e Aula Giulio Cesare deve esserci concordia: “Ci deve essere condivisione non perché altrimenti non passano le delibere ma per essere tutti parte della squadra di governo della città. Nella distinzione dei ruoli, ma nella collaborazione. Stiamo, e state, dando un bellissimo esempio di buona politica. Voi – dice ancora – avete avuto il coraggio di provare a rendere memorabile questo ciclo di governo, alto, bello e necessario”, anche col “coraggio di fare le scelte giuste, che anche se all’inizio sono impopolari, alla fine pagano. Una persona non può perdere l’assistente sociale perché abbiamo paura di aumentare la tassa di soggiorno…” Sul metodo, Gualtieri rivendica il sistema del “percorso più lungo, e anche se qualcuno diceva ‘il sindaco dove sta?’, stavamo lavorando perché accadessero le cose che si vedono oggi”.

Per trasformare, afferma, “le parole che sembrano ormai vacue all’opinione pubblica, come ‘sostenibilità’, in fatti concreti: un conto è dire ‘decarbonizzazione’, altro è dire ‘pianteremo un milione di alberi'”. E anche se le casse comunali di certo non traboccano, i fondi per le iniziative, assicura, ci saranno: “Potevamo dire: lo Stato non ci da i soldi e i poteri, quando ce li avrete dati faremo, intanto ci lamentiamo. Noi invece i soldi intanto ce li siamo trovati, con la Bei, col Pnrr, con il Fnc”. La trasformazione della città deve avvenire “coi connotati dei nostri valori, con l’obiettivo specifico di rimozione delle diseguaglianze. Non è una concessione – conclude – ma una condizione per essere una città più forte e più moderna, una necessità per essere più prosperi”.

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