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Economia

Tim +4% in borsa, la migliore tra le tlc in Europa

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Tim rimbalza con decisione e recupera quanto perso nelle ultime settimane, in scia all’agosto pesantissimo per i mercati finanziari guadagnando il 3,92% che la fa tornare a 0,24 euro. La Borsa finora non ha premiato il riassetto del gruppo come ci si poteva immaginare e sul grafico delle quotazioni è ancora profondo il solco impresso durante il Capital Market Day quando perse in una sola seduta il 23,8% scivolando a 0,21 euro tra scambi ‘boom’, 12 volte la media che avevano messo in allarme la Consob.

Il rally si è innescato in concomitanza con l’annuncio di Nokia dell’accordo per il potenziamento della rete 5g in Brasile, che porterà la nuova tecnologia in 15 stati a partire dal prossimo mese di gennaio ma sono tutte le tlc europee a vivere un momento di riscatto, per la nona sessione consecutiva in rialzo. L’indice di settore ha guadagnato lo 0,6% con Telefonica (+1,2%), Nokia (+1,3%), Deutsche Telekom (+0,3%).

Le buone notizie per Tim non mancano, al closing della vendita di Netco a Kkr con un incasso di 18,8 miliardi, che ha portato al rialzo del rating da parte di tutte e tre le maggiori agenzie, Fitch, Moody’s e S&P, è seguita poi la vendita della quota che le rimaneva di Inwit. Più precisamente il gruppo ha ceduto il 10% della holding Daphne 3 (che detiene il 29,9% di Inwit) per 250 milioni, un incasso aggiuntivo rispetto a quelli di cui teneva conto la guidance 2024 e che potrebbe quindi portare a fine anno a risultati migliori delle attese.

E le operazioni straordinarie, che potrebbero piacere alla Borsa, non sono finite. Pietro Labriola, durante l’ultimo incontro con gli analisti, si era detto ottimista anche sulla cessione di Sparkle, per la quale è in corso una trattativa con il Mef per valorizzare la società 800 milioni di euro. Nelle casse di Tim dovrebbe inoltre arrivare a breve il miliardo che il Mef deve restituire’ in quanto canone non dovuto, pagato nel 1998. Intanto il Brasile marcia spedito nella realizzazione del suo piano e per espandere la copertura della rete di accesso radio 5G (RAN) rafforza la sua partnership con Nokia.

Secondo il responsabile tecnologico di Tim Brasil Marco Di Costanzo l’accordo costituisce una “pietra miliare nella partnership con Nokia” mentre il responsabile reti mobili di Nokia Tommi Ulitto la tecnologia fornita da Nokia consentirà a Tim Brasil di “offrire ai propri clienti la tecnologia di connessione 5G più veloce ed affidabile attraverso soluzioni radio ad elevata efficienza energetica”. Non ultimo, finite le Olimpiadi è tornata la stagione del calcio e da sabato scorso TimVision e DAZN offrono un unico abbonamento per vedere tutte le partite di Serie A e Serie B, una nuova offerta che conferma la strategia di riposizionamento.

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Economia

La space economy settore del futuro per il Made in Italy

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Le linee guida e gli obiettivi strategici per il progresso futuro del settore spaziale in Italia sono stati messi a punto nel corso della due giorni degli stati generali della Space Economy. Al termine dei lavori, svoltisi a Torino e Milano, è stato presentato il manifesto della Space Economy 2024. L’evento, promosso dall’Intergruppo Parlamentare per la Space Economy, ha visto un confronto tra istituzioni, aziende e rappresentanti dell’industria spaziale, dell’economia e dell’alta formazione e ricerca, con l’obiettivo di affrontare in maniera sinergica le sfide e le opportunità offerte dal settore.

Ad oggi sono 415 le aziende italiane attive nell’industria spaziale, un comparto che vale 3 miliardi di euro e che è destinatario entro il 2027 di 7,5 miliardi di investimenti. La filiera spaziale italiana, che impiega oltre 11 mila lavoratori, rappresenta per dimensioni delle imprese che ne fanno parte, uno spaccato peculiare del tessuto produttivo italiano: il 6% di esse sono aziende di grandi dimensioni, il 90% piccole e medie imprese e il restante 4% comprende piccole startup impegnate nella ricerca e nell’innovazione.

Numeri questi che testimoniano l’importanza di un settore che vale oltre 630 miliardi di dollari, con una previsione di crescita del 9% annuo composto fino al raggiungimento di 1.800 miliardi di dollari entro il 2035. In virtù del ruolo sempre più strategico ricoperto dal comparto e delle prospettive di sviluppo futuro, il consiglio dei ministri ha prodotto lo scorso 20 giugno, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la prima legge quadro italiana sullo Spazio e sulla Space Economy che sta per approdare in parlamento per l’iter di approvazione.

Nel manifesto della space economy 2024 si evidenzia che l’Italia considera lo Spazio un settore altamente strategico, per la sua connotazione tecnologica, forte e innovativa. Per il settore, secondo quanto emerge dal documento illustrato al termine deli stati generali della space economy, l’Italia intende rafforzare la propria posizione nell’ambito delle politiche europee dello spazio; sostenere le Regioni e i distretti aerospaziali come motore della space economy; favorire investimenti e finanziamenti nella space economy; sostenere la formazione del capitale umano per lo sviluppo dell’industria e dei servizi in ambito spaziale.

Tra gli obiettivi che si vogliono raggiungere c’è anche quello di sfruttare tutte le potenzialità dell’intelligenza artificiale applicata in sicurezza alla space economy; proteggere le infrastrutture spaziali italiane e garantire l’autonomia strategica del Paese per l’accesso e l’uso sicuro dello spazio e favorire l’accesso alle opportunità della space economy anche alle aziende non-spazio. Agli stati generali della space economy hanno partecipato, tra gli altri, il ministro delle Imprese e del Made In Italy Adolfo Urso; il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Regione Piemonte Alberto Ciri e Andrea Mascaretti, presidente intergruppo parlamentare per la space economy.

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Economia

Imposta di soggiorno per tutti i comuni su base volontaria

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Questa mattina presso la sede del ministero si è svolto l’incontro tra la ministra del Turismo Daniela Santanchè, il viceministro all’Economia Maurizio Leo ed il presidente Anci Roberto Pella sul tema della possibile revisione dell’imposta di soggiorno. “Le parti – si legge in una nota – hanno convenuto la necessità di uniformare e semplificare la disciplina su tutto il territorio nazionale e di renderla applicabile a tutti i comuni su base volontaria. Al centro del confronto il tema di far diventare l’imposta di soggiorno imposta di scopo per restituire soldi al settore del turismo”.

“Al centro del confronto – si spiega nella nota – il tema di far diventare l’imposta di soggiorno imposta di scopo per restituire soldi al settore del turismo, garantendo gli ambiti e la possibilità, come richiesto da Anci, di destinare l’imposta anche a decoro urbano e sicurezza; sarà convocato per questo la prossima settimana un tavolo tecnico. Al tempo stesso il tavolo studierà le fasce di prezzo per rendere l’imposta proporzionale al costo della stanza e pagabile a persona”.

“L’intenzione è razionalizzare gli oneri dichiarativi a carico degli albergatori e allo stesso tempo permettere ai comuni di effettuare i controlli sulla componente finanziaria. Sono necessarie regole uniformi su tutto il territorio nazionale”, commenta il viceministro all’Economia Maurizio Leo. “L’industria del turismo è importante per il Pil e anche per i comuni e i soldi vanno quindi rilasciati sul settore. Non dobbiamo far vivere ai residenti il turismo come una minaccia ma come un’opportunità. Non dobbiamo essere ideologici quando ci sediamo al tavolo per trovare soluzioni. Noi cerchiamo di distribuire meglio questa imposta”, dichiara la ministra del Turismo Daniela Santanchè. “Apprezziamo la decisione di ampliare la platea a tutti i comuni perché è giusto dare opportunità a tutti. Condividiamo il tema della semplificazione e trovare garanzie per tutelare gli albergatori e i Sindaci”, commenta il presidente Anci Roberto Pella.

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Fs, 5 miliardi di euro in 10 anni per riqualificare stazioni Rfi

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Rfi punta a riqualificare più di 600 stazioni, con un investimento di oltre 5 miliardi di euro e interventi da realizzare gradualmente per gli edifici di stazione, alcuni di “notevole importanza storico-artistica” e il miglioramento dell’accessibilità. Lo rende noto la società del gruppo Fs, spiegando che ad oggi sono 274 le stazioni che sono state rese accessibili da parte delle persone a ridotta mobilità. Il piano punta, inoltre, “a rendere le stazioni luoghi sempre più sostenibili, promuovendo interventi con materiali innovativi e a risparmio energetico”. E nella nuova visione di stazione “un ruolo importante è ricoperto dai piazzali antistanti limitrofi gli scali ferroviari, in cui troveranno spazio sempre più aree verdi”.

Nel dettaglio, saranno riqualificate 9 stazioni delle città del centro-Italia colpite dal sisma del 2016 e 10 stazioni delle località che ospiteranno le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026. Coinvolte nel Piano Stazioni di RFI anche 7 stazioni di Roma, in vista del Giubileo del 2025. Tra gli interventi principali messi in campo da RFI figura quello di Venezia Mestre, del valore complessivo di 100 milioni di euro, altre stazioni coinvolte sono Bergamo, Bari Centrale, Palermo e Perugia, che prevede la realizzazione nei locali della stazione di uno studentato universitario.

Nel 2023, il numero di viaggiatori in transito nelle stazioni ferroviarie è aumentato del 19% rispetto all’anno precedente, per un totale di 1,35 miliardi di viaggiatori. Un livello quasi pre-pandemia, visto che nel 2019 il loro numero si attestava a 1,43 miliardi. Anche le principali stazioni, come Milano Centrale, Roma Termini e Napoli Centrale, hanno registrato lo stesso incremento rispetto al 2022, spiega Rfi.

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