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Ambiente

Thailandia chiude accesso a isola dopo sbiancamento dei coralli

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L’accesso all’isola di Pling e alle barriere coralline attorno al Parco nazionale Sirinart a Phuket, nel sud della Thailandia, è stato temporaneamente chiuso a causa del significativo sbiancamento dei coralli causato dall’aumento della temperatura dell’acqua osservato sul posto, ha affermato il Dipartimento dei parchi nazionali e della conservazione della fauna selvatica (Dnp) thailandese.

La chiusura dell’accesso ai due siti è dovuta allo stress termico subito dalle barriere coralline a seguito dell’eccezionale ondata di caldo che ha colpito nelle ultime settimane la Thailandia e tutto il Sud-Est asiatico. La DPA sta inoltre monitorando la situazione nei parchi nazionali di Koh Chang, Koh Samet, Chumphon, Koh Surin, Phang Nga Bay, Phi Phi Islands e Lanta. Ad aprile, la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) ha avvertito che il mondo stava vivendo, per la seconda volta in dieci anni, un massiccio episodio di sbiancamento dei coralli a causa delle temperature record degli oceani. Le colonie di coralli stanno soffrendo in tutto il mondo, dall’Australia alla Florida, a causa dell’innalzamento della temperatura dell’oceano.

In Thailandia, che nel 2023 ha accolto 28 milioni di turisti, molti dei quali vengono a godersi le sue spiagge paradisiache, un sovraffollamento che minaccia un ecosistema fragile, vengono decise periodicamente le chiusure degli accessi ai parchi nazionali. Nel 2018 Maya Bay, baia dell’arcipelago di Koh Phi Phi diventata famosa grazie al film hollywoodiano “The Beach”, è stata chiusa per più di quattro mesi per consentire il ripristino delle barriere coralline e della natura danneggiata dall’afflusso di orde di turisti .

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In 10 anni 146 disastri meteo, agricoltura in ginocchio

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In Italia negli ultimi dieci anni, in particolare dal 2015 al 20 settembre 2024, sono stati registrati 146 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, pari al 7,4% del totale degli eventi avvenuti nello stesso periodo in Italia. Lo evidenzia il report Città Clima – speciale Agricoltura di Legambiente realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol – indicando che “preoccupa in particolare l’accelerata degli ultimi due anni 2023-2024, con 79 eventi meteo estremi con danni al settore, che è oltre la metà del totale registrato negli ultimi 10 anni. Sei le regioni più colpite: Piemonte con 20 eventi, seguito da Emilia-Romagna (19), Puglia (17), Sicilia e Veneto (ciascuna con 14), Sardegna (11) con danni alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole, frutteti e vigneti che sono stati sradicati.

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Ambiente

Trovato un ecosistema preistorico fossile in Valtellina

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Orme di anfibi e rettili, ma anche piante, semi, impronte di pelle e persino gocce di pioggia: è un vero e proprio ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria, quello scoperto nel Parco delle Orobie Valtellinesi in provincia di Sondrio. Riportato alla luce dallo scioglimento di neve e ghiaccio causato dal cambiamento climatico, conserva tracce di vita risalenti a 280 milioni di anni fa. I primi reperti, recuperati pochi giorni fa a 3.000 metri di quota con una spettacolare operazione supportata da un elicottero, sono stati mostrati per la prima volta al Museo di Storia Naturale di Milano.

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Copernicus: 2024 l’anno più caldo, sforerà limite 1,5 gradi

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Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, probabilmente più di 1,55 gradi. Lo scrive in un comunicato il servizio meteo della Ue, Copernicus.

“L’anomalia media della temperatura globale per i primi 10 mesi del 2024, da gennaio ad ottobre – scrive Copernicus -, è stata di 0,71 gradi superiore rispetto alla media 1991-2020: è la più alta mai registrata per questo periodo, e di 0,16 gradi più alta dello stesso periodo del 2023”.

Secondo il servizio meteo della Ue, “è ora virtualmente certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. L’anomalia della temperatura media per il resto del 2024 dovrebbe crollare quasi a zero perché il 2024 non risulti l’anno più caldo”. Inoltre, prosegue Copernicus, “dato che il 2023 è stato 1,48 gradi sopra il livello pre-industriale, è virtualmente certo che la temperatura globale annuale per il 2024 sarà di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale, ed è probabile che sarà superiore di più di 1,55 gradi”.

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