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Spettacoli

Teatro, Alessio Chiodini firma e interpreta “La storia della Bella e la Bestia”

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Sarà in cartellone almeno fino al 6 gennaio prossimo la Storia di una bella e di una bestia , una performance teatrale scritta e diretta da Alessio Chiodini, liberamente ispirata alla favola originale nata dalla penna di Jeanne – Marie Leprince de Beaumont. Ad ospitare questa performance tratta da una delle favole più belle di tutti i tempi la suggestiva cornice della Cappella Orsini di Roma: Ambientata all’interno del castello della Bestia, si svolgeranno le vicende che vedono protagonisti una Bestia (lo stesso Alessio Chiodini), Belle (Ilaria Mariotti/Valentina Corti) e un Narratore (Federico Campaiola/Fabrizio Scuderi) che riserverà delle sorprese.

Alessio Chiodini

E’ una favola che fa incontrare le solitudini e le diversità e insegna ad amarle, dove l’amore è il perno di ogni sul quale far ruotare le vite dei protagonisti. Ci insegna che non ci può essere amore senza tenerezza. Il sacrificio diventa conoscenza di sé e alla fine del viaggio, per quanto breve, sembrerà di aver soggiornato in un castello in grado di fare vere magie.

Il cast è di giovanissimi attori, ormai noti grazie alle loro interpretazioni sia teatrali che in fiction di successo, da “Un posto al sole” a “Un Medico in famiglia” e tante altre, guidati dalla passione e dall’entusiasmo di Alessio Chiodini.

Romano, classe 1989, una passione per il teatro che coltiva fin da piccolo tanto da vincere un premio interpretando da ragazzino nientedimeno che Eduardo De Filippo, e una presenza anche nel cinema in diversi ruoli in “Vacanze di Natale a Cortina” e “Ma tu di che segno sei?”, Alessio Chiodini ha avuto ruoli in fiction di successo come “I Cesaroni”, “La Ladra” e “Don Matteo” e qualche anno fa è entrato nella case di tutti gli italiani con il ruolo di Sandro Ferri in “Un posto al sole”, un personaggio che prima o poi potrebbe riapparire nella fiction girata a Napoli. Questo giovane innamorato del mestiere di attore, che ha sfidato se stesso scrivendo e dirigendo la performance “Storia di una bella e di una bestia” ha iniziato anche un percorso di doppiatore e il suo sogno non tanto nel cassetto è di continuare a fare l’attore e di farlo nel migliore dei modi.

 

STORIA DI UNA BELLA E UNA BESTIA
Fino al 6 Gennaio nei giorni
Sabato: ore 16.00
Domenica: ore 21.00

Cappella Orsini Lab
Via di Grottapinta 21, Roma

Informazioni e prenotazioni
345 046 1304
stanzedorsini@gmail.com

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Musica

Il megashow Rock in Rio celebra i suoi 40 anni con Mariah Carey

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Il festival Rock in Rio, il più grande di musica rock del Brasile, celebra quest’anno i 40 anni dalla sua nascita, nel 1985, anno della fine dell’ultima dittatura militare. Tra le star internazionali più attese Ed Sheeran (il 19 settembre), Cyndi Lauper, che si esibirà il giorno dopo dando il cambio alla pop star verde-oro Ivete Sangalo e Mariah Carey, che salirà sul palco domenica 22 settembre, subito dopo il mitico cantante brasiliano Ney Matogrosso e prima di Shawn Mendes. A Rio de Janeiro, quella iniziata venerdì scorso e che si concluderà il 22 di settembre, è però solo la decima edizione perché le altre trenta si sono celebrate nella penisola iberica, in Portogallo col nome di “Rock in Rio Lisboa” e in Spagna come “Rock in Rio Madrid”. Il mega-evento si svolge nella City of Rock, una struttura di 385.000 metri quadrati situata nel Parco Olimpico di Rio de Janeiro, con sette palchi. Si attendono almeno 700 mila spettatori per i prossimi giorni.

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Spettacoli

Emmy, a sorpresa ‘Hacks’ è la miglior commedia

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‘Hacks’ ha vinto a sorpresa come miglior serie comica alla 76ma edizione degli Emmy. Lo show Hbo/Max su una matura comedian che deve riconquistare pubblico e verve, ha strappato il premio più pesante tra le commedie per il piccolo schermo alla favorita The Bear, che si aspettava di bissare con la seconda stagione il trionfo della passata edizione. ‘Hacks’ vince anche per la scrittura (nella squadra anche la sceneggiatrice italiana Lucia Aniello) e per la protagonista, la 73enne Jean Smart. Nessun imprevisto, invece, all’apertura della busta per la migliore serie drammatica: ‘Shogun’ si è portata a casa la statuetta senza smentire i pronostici, arrivando a un montepremi da record di 18 Emmy in un’unica stagione, se si sommano i 14 ottenuti nelle categorie tecniche. Finora, deteneva il primato l’ultima stagione di ‘Games of Thrones’, che aveva guadagnato 12 Emmys. Lo show prodotto da Hulu-Disney+ e girato anche in giapponese è il primo in lingua non inglese a ottenere il riconoscimento più prestigioso degli ‘Oscar della televisione’. Solo il sudcoreano ‘Squid Game’ era arrivato in finale due anni fa, ma poi aveva vinto ‘Succession’.

L’epopea sugli intrighi del Giappone feudale ha vinto anche per la regia e per i migliori protagonisti con Hiroyuki Sanada, che interpreta l’imponente lord Yoshii Toranaga, e Anna Sawai, per il suo ruolo della finta placida Lady Mariko. La miniserie che è piaciuta di più alla Television Academy è stata la black comedy di Netflix ‘Baby Reindeer’, che conquista altri tre premi per la sceneggiatura e per il ruolo da protagonista a Richard Gadd, che ha raccontato la propria esperienza di vittima di stalking, e all’attrice secondaria Jessica Gunning, che veste i panni dell’ossessiva Martha. “Non pensavo che avrei rimesso insieme i cocci della mia vita dopo quello che mi è successo – ha detto il comedian accettando la statuetta, sul palco del Peacock con il kilt a ricordare le origini scozzesi -. Questa è per tutti quelli che attraversano periodi difficili: niente dura per sempre, alla fine la situazione migliora”. Anche ‘The Bear ha vinto quattro Emmy che, sommati a quelli vinti ai Creative Arts dello scorso fine settimana, diventano 11 vittorie quest’anno, rispetto alle 10 ottenute nella 75ma edizione del premio, che si è tenuta a gennaio, in ritardo rispetto alla consueta data di metà settembre, per via degli scioperi a Hollywood.

Anche se i Berzatto non sono più la commedia dell’anno, lo chef tormentato Carmy è ancora il miglior protagonista di una serie comica: un bis sul palco del Peacock per Jeremy Allen White, che ha dichiarato: “Questo show mi ha cambiato la vita e racconta che cambiare è sempre possibile. Basta crederci”. Vince per ‘The Bear’ anche Liza Colón-Zayas, 52 anni, alla prima nomination. La sua Tina, la cuoca latina che trova una seconda occasione proprio tra i fornelli e i piatti rotti del ristorante che dà il nome alla serie Fx, le ha fatto ottenere l’Emmy come miglior interprete non protagonista. Ebon Moss-Bachrach trionfa per la seconda volta di fila per il ruolo secondario del cugino Richie. Lo showrunner Chris Storer ha vinto per la regia, anche lui bissando la vittoria per la prima stagione. ‘Ripley’, la serie Netflix girata in Italia, ha portato a casa l’Emmy per la miglior regia di una serie limitata a Steven Zaillian, che era già stato nominato nel 2017 per ‘The Night Of’. “Fare ‘Ripley’ in Italia è già un premio, è stato un sogno. Condivido questo premio con le centinaia di persone che hanno lavorato con me, gli attori, la troupe e le maestranze”. Secondo il produttore romani Enzo Sisti, era italiano il 97% della crew che ha creato le otto puntate sull’enigmatico artista della truffa interpretato da Andrew Scott.

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Danza: morta a 29 anni Michaela DePrince, star in video Beyonce’

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E’ morta a 29 anni Michaela Mabinty DePrince, la ballerina nata durante la guerra civile in Sierra Leone, diventata famosa dopo la sua partecipazione al video dell’album ‘Lemonade’ di Beyonce’. L’annuncio e’ comparso sulla sua pagina Instagram ufficiale, senza nessuna informazione sulle cause del decesso. “E’ stata un faro di speranza per molti, dimostrando che, indipendentemente dagli ostacoli, la bellezza e la grandezza possono emergere dai luoghi piu’ oscuri”, si legge nel post, che riassume alcuni passaggi chiave della sua carriera. Michaela Mabinty DePrince e’ stata la piu’ giovane prima ballerina del Dance Theatre di Harlem, prima di trasferirsi nei Paesi Bassi per ballare con il Dutch National Ballet.

Al rientro negli Stati Uniti ha danzato come seconda balleria nel Boston Ballet. Rimasta orfana dopo l’uccisione del padre durante la guerra civile in Sierra Leone e la morte della madre per fame, DePrince era finita in un orfanotrofio, dove veniva chiamata ‘la figlia del diavolo’ e maltrattata dagli assistenti a causa della vitiligo che chiazzava la sua pelle nera di bianco. All’eta’ di tre anni era rimasta affascinata dalla copertina di una rivista trovata fuori dall’orfanotrofio in cui compariva una ballerina; l’aveva conservata, sognando di diventare un giorno come lei.

Poi la bambina era stata adottata, assieme alla sorella Mia, da una coppia statunitense del New Jersey, che ha incoraggiato la sua passione per la danza facendole prendere lezioni. Ma anche negli Stati Uniti ha inizialmente subito discriminazioni, da danzatrice nera in un ambiente dominato da ballerine bianche. La sua storia e’ raccontata nell’autobiografia, ‘Taking Flight: From War Orphan to Star Ballerina’, scritta assieme alla madre adottiva e pubblicata nel 2014. DePrince e’ stata anche ambasciatrice per l’organizzazione War Child Holland, impegnata a promuovere il benessere e la salute mentale dei bambini che vivono in zone di guerra.

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