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Cronache

Supplica del vescovo di Ischia Pietro Lagnese al procuratore generale di Napoli Luigi Riello: la supplico, sospendete la demolizione di quella casa

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Quella che leggete è una lettera che il vescovo (ancora in carica) della diocesi di Ischia, Pietro Lagnese, ha scritto al Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Napoli, Luigi Riello. Ha il sapore di una supplica. Ed è nella realtà la richiesta di sospensione dell’esecuzione dell’ordine di demolizione del fabbricato, destinato a civile abitazione di De Siano Domenico, sito in Forio alla via Colasirto 46 fissata per oggi. Ve ne diamo conto perchè siamo in tempi di pandemia, blocco degli sfratti e lo Stato è impegnato allo spasimo per aiutare i più deboli, quelli che da questa pandemia sanitaria ne usciranno a pezzi. Chi non aveva niente oggi ha problemi di fame. Siamo contro gli abusi edilizi, contro lo scempio del territorio. Non è il momento però di abbattere case, buttando fuori famiglie che non hanno dove andare. Non parliamo di abusi di palazzinari ma di abusi i necessità. In una scala di gravità, chi ha commesso questi abusi edilizi non è possibile metterlo sullo stesso livello di palazzinari di professione. Lo Stato non può essere inflessibile e forte con i deboli e arrendevole con i palazzinari.

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Ill.mo Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Napoli,

mi permetto di scriverLe in merito all’ esecuzione dell’ordine di demolizione del fabbricato, destinato a civile abitazione di De Siano Domenico, sito in Forio alla via Colasirto 46, fissata per domani 15.3.2021.

Senza entrare in merito alle dinamiche legali e giudiziarie che hanno portato al decreto di esecuzione dell’ordine demolizione della casa di abitazione del Signor De Siano e della sua famiglia, mi appello al Suo buon cuore e alla sensibilità che indubbiamente caratterizza un uomo di Giustizia, chiedendo la sospensione dell’ordine in oggetto.

Da oltre un anno ci troviamo ad affrontare una grave crisi sanitaria segnata dalla pandemia Covid 19, a cui è conseguita una smisurata crisi sociale ed economica.

Sull’isola d’Ischia, il disagio si è avvertito in maniera esasperante, in quanto molti abitanti che lavorano nel comparto turistico, purtroppo hanno trovato occupazione solo pochi mesi nel 2020, incrementando le fasce di povertà sul territorio.

Proprio per evitare un ulteriore dramma nella tragedia che la nostra popolazione sta vivendo, chiedo la sospensione del provvedimento di demolizione almeno fino a quando l’emergenza sanitaria sarà rientrata, assicurando il diritto alla casa ad una famiglia già devastata da notevoli problematiche.

Ill.mo Presidente, chiedo di sospendere con decreto l’esecuzione dell’ordine di demolizione di cui all’oggetto fissato per il 15.3.21 in quanto fonte di danno grave ed irreparabile per il Sig. De Siano, gravemente malato, e per la sua famiglia, anche perché gli è stato negato il diritto di procedere entro un ragionevole lasso di tempo alla autodemolizione.

Il mio pensiero e la mia preghiera stanotte andranno ad un padre devastato senza lavoro e senza un tetto per la sua famiglia, a due genitori anziani e soprattutto ad una figlia adolescente che dorme abbracciata al suo letto, che in un anno segnato dalla pandemia, perdono la casa, l’ultima certezza che rimaneva loro.

Prima di scriverLe, ho cercato di documentarmi sulla fattispecie: il Sig. De Siano risiede in casa di abitazione, sita in Forio alla via Colasirto 46 insieme alla moglie e alla figlia, che la Autorità giudiziaria ritiene non sanabile benché essa rientri nella fattispecie dell’art. 25 della legge 130/2018.

Essa è colpita dalla ingiunzione di demolizione 40/2007 RE.S.A., susseguente alla Sentenza del 0.3.2004 della Seconda Sezione della Corte di Appello di Napoli ed il Sostituto Procuratore Generale dr. CILENTI, con preavviso notificato 23.2.21 ha fissato per il 15.3.21 lo sgombero e la demolizione ed ha ordinato al Comune di Forio di portare alla discarica gli arredi che non siano stati rimossi.

Ha conferito l’incarico all’arch. Francesco Gaudioso e alla Impresa COSEM srl di procedere alla esecuzione forzata per una spesa di 100.000 euro mentre il Comune ha preventivato la spesa di euro 22.000. L’esecuzione che viene posta in essere ignora le direttive del protocollo dettato dal Procuratore Generale dr. Luigi Riello, che detta i criteri di graduazione delle demolizioni dando la precedenza a quelle costruzioni, che non siano destinate a civile abitazione, per la grave carenza abitativa che esiste in Campania.

In un momento così drammatico è di fondamentale importanza tenere conto del grave stato di salute in cui versa il Sig. De Siano con senescenza invalidante di tutte le principali funzioni di mobilità e di azione, che non gli consentono di fare fronte alle normali esigenze di vita e, quindi, sussiste l’assoluta impossibilità di reperire altro alloggio, di trasferire altrove gli arredi in così poco tempo e con gravissimo ed ingiusto danno economico in quanto vi è stata una maggiorazione del costo di demolizione, quantificato dal Comune di Forio in euro 22.000 con delibera 183/2014, maggiorata dal perito della Corte di Appello di Napoli ad euro 100.000 in maniera immotivata.

Ribadisco che la mia richiesta non riguarda la revoca dell’ordine di esecuzione di demolizione dell’immobile, ma la sua sospensione in questo momento di crisi sociale in cui ad Ischia si ripresenta l’incubo delle ruspe insieme agli altri gravi problemi che attanagliano la nostra società: in tal modo si darebbe la possibilità alla famiglia del Sig. De Siano di trovare una sistemazione dignitosa (ora dovrebbero essere ospiti di parenti) appena terminata la pandemia.

Con la speranza che la mia richiesta possa essere accolta temporaneamente, l’occasione mi è gradita per salutarLa distintamente”.

La firma in  calce a questa lettera è di monsignor Pietro Lagnese.

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Imprenditore campano arrestato in Gallura per frode fiscale

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Avrebbe occultato beni mobili e somme di denaro per oltre 450mila euro e trasferito la sua attività commerciale da Cava De’ Tirreni a Santa Teresa di Gallura per sottrarre i suoi averi al recupero forzoso: un affermato imprenditore campano di 60 anni, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta, frode fiscale e reati tributari. Firmato anche un decreto di sequestro preventivo dei beni finalizzato alla confisca. Le indagini che hanno portato all’applicazione della misura cautelare nei confronti dell’industriale, molto conosciuto nella provincia di Salerno, sono partite dalla Procura di Tempio Pausania e affidate alla tenenza della Guardia di Finanza di Palau e altri reparti. E’ stato così possibile ricostruire la vicenda fiscale dell’imprenditore attivo nel settore del commercio di abiti da cerimonia. A Santa Teresa di Gallura, attraverso il figlio, gestiva un bar ristorante, dichiarato poi fallito nel luglio del 2021.

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Napoli, sede Pd vandalizzata nella notte. Indagini in corso

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Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in via Domenico Cirillo 30, in seguito a una segnalazione ricevuta al numero di emergenza 112. L’intervento si è reso necessario dopo che ignoti, probabilmente agendo durante le ore notturne, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico della Quarta Municipalità Napoli San Lorenzo.

All’interno del locale, i malintenzionati hanno provocato disordine, mettendo a soqquadro gli spazi. Nonostante i danni causati, dalle prime verifiche effettuate non sembrerebbe che siano stati sottratti oggetti di valore o documenti importanti.

Sul posto sono intervenuti gli specialisti del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi tecnici necessari per raccogliere elementi utili all’identificazione dei responsabili. Le indagini sono attualmente in corso per risalire agli autori dell’atto vandalico e chiarire le motivazioni dietro l’accaduto.

Questo episodio si aggiunge a una serie di atti vandalici e intimidatori registrati negli ultimi tempi in diverse città italiane, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori misure di tutela per le sedi di partiti e associazioni sul territorio.

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Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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