Collegati con noi

Corona Virus

Stretta nel Regno Unito, al via hotel-quarantena per arrivi

Pubblicato

del

Gli “hotel quarantena”, destinati da questa settimana a prendere in consegna sotto stretta sorveglianza i viaggiatori provenienti da una lista rossa di 33 Paesi a piu’ “alto rischio” Covid, hanno accolto questa mattina i primi ospiti. La Gran Bretagna serra cosi’ le maglie ai confini mentre sul fronte interno accelera ancora nella campagna dei vaccini, passando alla fase 2 e all’obiettivo di coprire tutti gli over 50 residenti entro fine aprile dopo aver completato in anticipo su chiunque altro in Europa – e sulle stesse promesse del governo di Boris Johnson – la somministrazione delle prime dosi ad oltre 15 milioni di persone fra le piu’ anziane, le piu’ vulnerabili e le piu’ esposte. Nonostante qualche multa salata per chi aveva dimenticato di prenotarsi sul portale dedicato, e la frustrazione di coloro che ritengono eccessiva la misura, la prima giornata della stretta – imposta per contenere il rischio d’importare dall’estero nuove varianti del virus – non ha fatto registrare particolari contrattempi: code tutto sommato contenute ai controlli doganali, contatti limitati con gli altri passeggeri (e i dipendenti dell’aeroporto), trasporti rapidi verso le strutture alberghiere dedicate a bordo di pullman riservati. Mentre anche l’Ue si appresta a valutare un giro di vite anti varianti alle frontiere, pur intimando ai 27 – Germania in primis, rea d’aver chiuso le porte all’Austria – di non procedere in ordine sparso. Non si conosce ancora l’esatto numero dei passeggeri coinvolti nel Regno, ma fonti governative stimano che non saranno meno di 1.300 a settimana contando soltanto gli Emirati Arabi (inserito in quanto Paese di scalo sfruttato da molti pure come meta per sfuggire al divieto di viaggiare per vacanze in pieno lockdown), il Sudafrica e alcune nazioni sudamericane (Brasile in testa): inserite nella lista assieme al Portogallo e a vari Stati africani poiche’ indicati come i piu’ pericolosi lungo le rotte da cui potrebbero diffondersi le temute mutazioni ‘sudafricana’ o ‘brasiliana’. Secondo le nuove misure tutti i passeggeri provenienti da questi Paesi dovranno trascorrere 11 notti per precauzione negli alberghi sorvegliati, pagando di tasca propria 1.750 sterline. “E’ un prezzo folle – ha commentato Roger Goncalves, appena rientrato da Belo Horizonte -. Non so come potro’ pagare, meno male che non dovro’ farlo subito”. Una lamentela condivisa da Wagner Araujo e da sua moglie Elaine, sbarcati a loro volta all’aeroporto di Heathrow da un volo proveniente dal Brasile con scalo a Madrid. “E’ un sistema ridicolo, senza senso – la protesta di Araujo -. Sul volo da Madrid eravamo in mezzo agli altri passeggeri, che ora non dovranno rinchiudersi in albergo come noi”. Il premier Boris Johnson, interpellato al riguardo durante il briefing di giornata a Downing Street, ha tuttavia difeso la misura come una scelta di buon senso, rimanendo prudente anche sulla durata del lockdown nazionale in vigore e indicando la necessita’ di tutelare il Regno piu’ che mai in attesa che “i successi” della campagna vaccinale si completino e diano risultati certificati sull’impatto immunitario. Mentre ha escluso qualunque deroga, ricordando che viaggiare, nella situazione attuale, deve necessariamente rappresentare un’eccezione (e un costo). Durante il soggiorno obbligatorio in hotel, i passeggeri interessati dovranno trascorrere dunque l’intera giornata, salvo circostanze particolari, nelle camere, dove verranno loro consegnati i pasti. Non senza sottoposti a due test anti-Covid obbligatori in piu’ (al secondo e all’ottavo giorno della quarantena) al pari di chi potra’ invece continuare a isolarsi a domicilio provenendo da Paesi (Italia inclusa) non inseriti nella lista rossa.

Advertisement

Corona Virus

A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

Pubblicato

del

“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

Continua a leggere

Corona Virus

Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

Pubblicato

del

Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

Continua a leggere

Corona Virus

Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

Pubblicato

del

Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto