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Spalletti ritrova l’Italia: la mia estate bruttissima

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“In questi mesi le riflessioni sono state tante, ho passato un’estate bruttissima perché pensavo sempre a cosa era successo”. Luciano Spalletti non ha ancora spazzato via le scorie del fallimento sportivo della sua Italia agli ultimi Europei. E non potrebbe essere altrimenti. Il commissario tecnico ha ancora negli occhi la figuraccia fatta, sente ancora forti la delusione, lo sconcerto, la rabbia “per non aver onorato la nostra storia”. Un peso che si prende e porta tutto sulle sue spalle: “Mi sento responsabile al 100%, i giocatori come gli ho detto parlandoci stamani sono sollevati da questa responsabilità, ho messo loro troppa pressione”. Il tecnico azzurro ha parlato oggi a Coverciano in occasione del primo raduno della stagione in vista delle trasferte con Francia (6 settembre) e Israele (9 settembre) valide per la Nations League.

L’obiettivo, ovviamente, è ripartire cercando di creare un nuovo gruppo e aprire un nuovo ciclo che possa proiettare gli azzurri con fiducia verso i Mondiali 2026. “La cosa che mi ha dato più fastidio? Le brutte prestazioni che abbiamo fatto contro la Spagna e soprattutto la Svizzera, in 30 anni di carriera non ricordo che le mie squadre non abbiano mai lottato come accaduto all’Europeo – ha ammesso Spalletti – Abbiamo mostrato tanta arrendevolezza e questo al di là del risultato è ciò che ha fatto più male a me e agli italiani. C’è stato un problema anche di condizione fisica e di poco possesso palla, soprattutto però ci sono mancate la voglia e la determinazione: spero che i giocatori abbiano avuto il malessere che ho avuto io”.

“Quest’estate – dice spiegando che ‘vacanze’ ha vissuto – sono stato tre giorni a Ponza poi sono sempre rimasto in campagna a casa mia, dispiaciuto per aver fatto vivere ai tifosi della Nazionale un momento come quello della gara con la Svizzera. A livello personale non mi disturba nulla, è giusto che la gente mi critichi dopo una simile prestazione, devo assumermi le responsabilità e abbassare gli occhi. Adesso si deve chiacchierare e pedalare”. Tradotto: bisogna voltare pagina, vale per lui come per i giocatori. “Devo vedere cosa va corretto e cosa devo cambiare, io devo essere il primo a credere che abbiamo una forza diversa e a non arrendermi davanti alle difficoltà. Al di là dei moduli, e comunque d’ora in poi l’Italia giocherà in difesa sempre a tre, non voglio ingabbiare il talenti dei miei ragazzi, voglio si sentano liberi. Abbiamo tutte le caratteristiche per fare bene e alzare il nostro livello”, ha rimarcato il ct che da subito ha incassato la fiducia del presidente Gravina e della Federazione.

“La mia volontà di proseguire – puntualizza – passa anche dall’aver capito che la partita con la Svizzera non aveva fatto cambiare la considerazione del presidente federale nei miei confronti. Questa fiducia mi ha permesso di mettermi subito al lavoro per correggere gli errori e ripartire. Chi mi compatisce di solito genera in me una reazione, quelli che mi mostrano fiducia mi fanno piacere”. Stamani insieme al capodelegazione Buffon si è confrontato con i 23 azzurri convocati, un gruppo più ristretto al solito “perché voglio che tutti si sentano dentro al progetto di queste due partite, non scontenti o stressati per pochi minuti di lavoro. Li voglio tutti coinvolti nella causa. Come ho visto i giocatori? Con lo sguardo giusto. La Nations League è una competizione importante che ci può permettere di riscattarci prima di affrontare le qualificazioni per i prossimi Mondiali”. Molti gli esclusi anche fra quelli che erano all’Europeo, fra questi Jorginho e Cristante (“ma le porte restano sempre aperte per tutti”), mentre sono tornati Tonali dopo la lunga squalifica (“ha riflettuto molto su quanto accaduto”) e Kean reduce da tre gol in cinque partite con la Fiorentina: ”Ha trovato continuità, lui e Retegui daranno fisicità al reparto”.

Manca Chiesa ma non è una bocciatura: “Ci ho parlato, ha bisogno di abituarsi ai ritmi e ai metodi del suo nuovo club”. Lo stesso Spalletti adesso sente di avere bisogno di rinnovamento: “Voglio creare un gruppo e dare la possibilità di mettere in mostrare i propri valori, voglio concedere questa possibilità soprattutto ai più giovani, deve esserci in loro una voglia straordinaria di conquistare anche una rimessa laterale in più. Intanto dobbiamo andare a Parigi per fare una grande partita”.

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Tennis: Jasmine Paolini quinta nel ranking Wta

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Jasmine Paolini si conferma al quinto posto del ranking Wta. Pressoché invariate la prime 10 posizioni della classifica mondiale che vede in testa Iga Swiatek. Alle spalle della polacca la bielorussa Aryna Sabalenka, la statunitense Jessica Pegula e la kazaka Elena Rybakina. Dietro l’italiana la statunitense Coco Gauff, la cinese Qinwen Zheng e la statunitense Emma Navarro. Esce dalla top 10 la ceca Barbora Krejcikova (undicesima) a vantaggio della greca Maria Sakkari (nona) e della statunitense Danielle Collins (decima).

1. Iga Swiatek (POL) 10885 pts

2. Aryna Sabalenka (BLR) 8716

3. Jessica Pegula (USA) 6220

4. Elena Rybakina (KAZ) 5871

5. Jasmine Paolini (ITA) 5398

6. Coco Gauff (USA) 4983

7. Zheng Qinwen (CHI) 3980

8. Emma Navarro (USA) 3705 9. Maria Sakkari (GRE) 3416 (+1)

10. Danielle Collins (USA) 3178 (+1)

 

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Tennis: Sinner in testa al ranking Atp. nove italiani in top 100

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Jannik Sinner è saldamente al comando della classifica Ata. L’italiano guida con 11180 punti davanti il tedesco Alexander Zverev (6875) e allo spagnolo Carlos Alcaraz (6690), Quarto Novak Djokovic (5560). Invariate le prime 20 posizioni del ranking mondiale.

  • 1. Jannik Sinner (ITA) 11180
  • 2. Alexander Zverev (GER) 6875
  • 3. Carlos Alcaraz (SPA) 6690
  • 4. Novak Djokovic (SRB) 5560
  • 5. Daniil Medvedev (RUS) 5475
  • 6. Andrey Rublev (RUS) 4645
  • 7. Taylor Fritz (USA) 4060
  • 8. Hubert Hurkacz (POL) 4060
  • 9. Casper Ruud (NOR) 4010
  • 10. Grigor Dimitrov (BUL) 3965
  • 11. Alex De Minaur (AUS) 3655
  • 12. Stefanos Tsitsipas (GRE) 3390
  • 13. Tommy Paul (USA) 3005 14. Holger Rune (DAN) 2780
  • 15. Sebastian Korda (USA) 2585
  • 16. Frances Tiafoe (USA) 2560
  • 17. Ben Shelton (USA) 2490
  • 18. Ugo Humbert (FRA) 2370
  • 19. Lorenzo Musetti (ITA) 2345
  • 20 Jack Draper (GBR) 2315

Primo degli azzurri, dopo Sinner, è Lorenzo Musetti che è 19mo.

Ma sono ben nove gli italiani tra i primi 100:

  • Flavio Cobolli (32)
  • Matteo Arnaldi (33)
  • Luciano Darderi (41)
  • Matteo Berrettini (43)
  • Lorenzo Sonego (50)
  • Fabio Fognini (78)
  • Luca Nardi (86)

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Sinner tifoso eccellente spinge l’Italia, Olanda battuta

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Forse ispirati dal sostegno del tifoso eccellente Jannik Sinner, che la sera prima, a cena, aveva anche tenuto un discorso alla squadra, a Bologna Matteo Berrettini e Flavio Cobolli non hanno tradito le attese, e battendo rispettivamente Botic Van de Zandschulp e Tallon Griekspoor hanno regalato all’Italia il successo sull’Olanda e anche la certezza del primato nel girone che ha dato loro l’accesso alle finali di Coppa Davis che si svolgeranno a Malaga, dove è presumibile che il n. 1 del mondo ci sarà non solo per fare il tifoso. L’obiettivo dell’Italtennis, nemmeno tanto nascosto, è di riconquistare l’insalatiera, intanto i successi dell’Unipol Arena sono un bel viatico sulla via della speranza di farcela.

Ad aprire le danze è stato Berrettini, che a fine partita per prima cosa è andato ad abbracciare proprio Sinner, con il quale prima del match aveva chiacchierato a lungo, e la cui presenza, ha poi spiegato Matteo, “mi ha dato una bella spinta e anche un po’ di pressione. Ma Jannik – ha aggiunto parlando a Super Tennis – è stato la ciliegina di una settimana spettacolare”. Per poi aggiungere che a Malaga “ci proveremo con tutto noi stessi e spero di esserci. Abbiamo il giocatore più forte del mondo, la squadra più compatta del mondo e il tifo più caldo del mondo”.

Intanto battere Van de Zandschulp in 2 ore e 22′ di gioco, è stato più complicato del previsto perché il tennista romano ha vinto in rimonta dopo aver ceduto al rivale il primo set, perso per 6-3. In campo non c’era il Berrettini migliore, che però è stato capace di riprendersi l’incontro, nonostante nel secondo set abbia sprecato troppo, leggi sei palle break. Tutto ciò non gli ha comunque impedito di imporsi per 6-4, per poi ripetersi, con identico punteggio, nel terzo set. “Tutta la squadra mi ha spinto al successo – ha poi voluto sottolineare Matteo -. E poi sarà l’aria di casa, il pubblico, il fatto che giocare davanti a voi è speciale e che l’ho sognato fin da quando ero bambino.

Oggi mi aspettavo un match difficile, e il mio avversario mi ha sorpreso in positivo ma alla fine era un break, sapevo che dovevo stringere i denti e provare a strapparne uno, e così è stato nel secondo mentre nel terzo me ne sono serviti due. Sono orgoglioso di come ho lottato oggi perché così è davvero speciale”. Sorride anche l’esordiente Flavio Cobolli che, contro Griekspoor, ha vinto di testa e di cuore. Il romano è sceso in campo dopo il successo dell’amico Matteo Berrettini su Botic Van de Zandschulp, contro il numero 1 olandese Tallon Griekspoor. E ha iniziato al meglio, vincendo il primo set al tie-break 7-4.

Ma l’olandese ha allungato il match al terzo set, in cui è stato bravo a sapersi isolare da cori, tamburi e assordanti trombette, ma alla fine non è stato abbastanza per vincere. Cobolli, che ha evidenziato progressi concreti, ha chiuso il match con un diritto lungolinea da sinistra che per l’azzurro e tutto il pubblico è stato anche un grido di vittoria. “Ho realizzato il sogno che avevo da bambino – le parole del giovane romano -, sono contento e fiero di me stesso. Questa non è la vittoria mia, ma di squadra. Senza il calore e supporto di tutti non sarebbe finita così. Sinner? Prima della partita mi ha detto di divertirmi, detto da lui è molto importante per me”.

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