A quasi un mese dall’inizio dell’emergenza il numero dei guariti dal coronavirus fa registrare, finalmente, l’incremento piu’ alto: 527 persone in un solo giorno, il 36,7% in piu’ rispetto a venerdì. Un dato positivo che arriva pero’ nel giorno in cui esplode lo scontro – che da giorni covava sottotraccia – tra il governo e la Lombardia, con accuse reciproche e lo ‘schiaffo’ all’esecutivo del governatore Attilio Fontana che chiama come “consulente personale” per l’emergenza Guido Bertolaso, l’ex capo della Protezione Civile invocato da tutta l’opposizione. Ma al di la’ del numero dei guariti, c’e’ un altro numero che conferma pero’ quanto la situazione dell’Italia sia ancora di piena emergenza ed e’ quello dei malati, aumentati di 2.795 in sole 24 ore, anche questo il maggior incremento da quando a Codogno e’ stato ricoverato il paziente uno. Piu’ guariti ma anche piu’ malati, dunque, con 17.750 positivi, 1.518 dei quali ricoverati in terapia intensiva, e altri 175 morti in un giorno – compreso il primo operatore sanitario, un 47enne del 118 di Bergamo – che fanno salire il totale a 1.441. Tra i positivi anche i primi due esponenti del governo: i viceministri alla Salute Pier Paolo Sileri e all’Istruzione Anna Ascani. Che la situazione sia grave lo conferma anche la decisione della ministra De Micheli di eliminare i treni notturni – dopo che oltre 400 persone sono partire da Milano per il sud Italia (tutte controllate, avevano le ‘giuste motivazioni’ dice la Polfer) – e di bloccare i collegamenti da e per la Sardegna per tutti i passeggeri e il nuovo appello ai cittadini di palazzo Chigi. “Limitate gli spostamenti ai soli motivi essenziali e alle sole esigenze realmente indifferibili, lavoro, salute e stato di necessita’”. E’ pero’ lo scontro tra governo e Lombardia – che e’ quasi al collasso con le terapie intensive – a fare piu’ rumore. L’assessore al Bilancio Davide Caparini ha chiesto le dimissioni del commissario Angelo Borrelli, sostenendo che le mascherine inviate dalla Protezione Civile “non sono a norma”. Ancora piu’ duro l’assessore al Welfare Giulio Gallera: “a noi servono mascherine del tipo fpp2 o fpp3 o quelle chirurgiche e invece ci hanno mandato un fazzoletto, un foglio di carta igienica”.
Attilio Fontana. Presidente della giunta della Regione Lombardia
E, come se non bastasse, in serata e’ arrivato l’annuncio di Fontana: Bertolaso “consulente personale” per la realizzazione dell’ospedale alla fiera di Milano, proprio quello su cui gia’ ieri c’erano stati diversi attriti tra Regione e Protezione civile. Una polemica che sembrava chiusa con la nota del Dipartimento secondo la quale, d’intesa proprio con la Regione, si era deciso di potenziare i posti letto di terapia intensiva di tutti gli ospedali. Alle accuse ha replicato prima lo stesso Borrelli e poi il ministro delle Autonomie Francesco Boccia. “Ci sono in corso polemiche destituite di ogni fondamento e quindi mi auguro che anche da parte di tutte le restanti istituzioni si possa esser coesione – dice il Commissario – Siamo di fronte ad una grande pandemia, dobbiamo lavorare tutti insieme senza polemiche e lo dice chi da 20 anni e’ al servizio del paese”. Anche Boccia rispedisce al mittente ogni critica. “La Lombardia ha ricevuto quasi 550mila mascherine nei giorni scorsi, tra ffp2 e ffp3 e quelle chirurgiche, oltre a 113 ventilatori polmonari intensivi. Le critiche a Borrelli sono ingiuste e sgradevole, sono arrivate mascherine e non carta igienica, tocca alle singole regioni smistarle in funzione dei diversi usi”.
Guido Bertolaso. Consulente della Regione Lombardia per l’emergenza Coronavirus
Ma Luciano Nobili (Iv), ringrazia Fontana: “Bertolaso non sbaglia mascherine”. Quello dei dispositivi di protezione individuale resta comunque un problema, al di la’ delle polemiche, perche’ tutti i paesi stanno bloccando le esportazioni e l’Italia, come ha detto Borrelli, non ha una produzione nazionale di questo materiale. Ecco perche’ si stanno valutando due ipotesi: la prima e’ di riconvertire alcune linee produttive per aumentarne la dotazione; la seconda e’ quella di inserire in uno dei prossimi decreti una norma che consenta di produrre, con il via libera dell’Iss, mascherine “non sanitarie” da destinare ai lavoratori e alla popolazione in modo che quelle ‘mediche’ recuperate sul mercato siano destinate esclusivamente ai sanitari. Di tutti questi aspetti parleranno molto probabilmente anche Borrelli e Bertolaso nelle prossime ore, E si spera che la conoscenza tra i due, visto che hanno lavorato insieme per un decennio, possa mettere a tacere le polemiche. Inutili e dannose per tutti in un momento in cui la fine dell’emergenza e’ ancora lontana.
“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.
Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.
“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.
Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.
L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).
Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.
Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.
L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.