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Sinwar al posto di Haniyeh, ‘forte messaggio a Israele’

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Con un colpo di scena esplosivo, Yahya Sinwar è stato proclamato capo politico di Hamas e quindi successore di Ismail Haniyeh, ucciso sei giorni fa a Teheran in una foresteria dei pasdaran. Un omicidio che ha scatenato il desiderio di vendetta di Teheran atteso nelle prossime ore. “Il movimento di resistenza islamica Hamas annuncia la nomina del leader Yahya Sinwar a capo dell’ufficio politico del movimento”.

E ancora: “Un forte messaggio di resistenza” inviato a Israele a dieci mesi dall’inizio della guerra a Gaza. “Un messaggio forte all’occupante che Hamas sta continuando sulla via della resistenza”, ha detto un funzionario della fazione palestinese. Una decisione che spariglia le carte e dimostra che chi comanda dentro Hamas è lui, “il terrorista fino al midollo, l’ideatore del massacro del 7 ottobre”, Yahya Sinwar.

Che ora, secondo gli analisti, dopo la morte di Haniyeh ha “le mani libere” per decidere da solo come continuare a combattere contro Israele, gestire i colloqui – sospesi al momento – per la tregua e il rilascio degli ostaggi. Nascosto dentro i tunnel di Gaza da dieci mesi, Sinwar ha mostrato questa sera al mondo tutto il suo potere. Spazzando via con una nota ufficiale il leader politico in pectore, evidentemente acclamato solo da Doha e Teheran, Muhammad Ismail Darwish, capo del Consiglio della Shura e vero “boss dell’impero economico e finanziario di Hamas”.

La figura ombra che da anni dirige i trasferimenti di denaro dall’Iran alla milizia islamica e negli investimenti in tutto il mondo, è stata liquidata nel giro di qualche ora. La comunicazione tra lui e Darwish – hanno sottolineato in mattinata analisti israeliani – “non è così fluida e corrente”. Certamente la nomina del tesoriere di Hamas a capo politico, annunciata ampiamente dai media arabi in giornata e data come assodata, non è piaciuta sotto i tunnel della Striscia. E Sinwar ora si è preso interamente Hamas.

La previsione era arrivata pochi giorni fa dall’esperto di Medio Oriente Michael Milshtein: “Con la morte di Haniyeh, Sinwar è l’uomo che veramente comanda nella Striscia. Lui disprezzava Haniyeh perchè era tra quelli in giacca e cravatta, senza esperienza militare, che non hanno sofferto in prigione come lui e non capiscono che la visione è la jihad, non i progetti politici”, aveva commentato. Per l’analista, alla morte di Haniyeh, Sinwar “non ha brindato, ma sicuramente la sua uccisione ha creato uno spazio operativo più confortevole”. Effettivamente ora sulla strada di Sinwar non c’è più nessuno.

Nessun capo politico da Doha, che viaggia tra le capitali arabe e tesse trame politiche che possono disturbare il sonno di Gaza. Sinwar è rimasto solo. Anche personalmente, poiché gli uomini a lui più vicini sono stati eliminati da Israele. Prima fra tutti l’amico di sempre, il fidatissimo Muhammad Deif, ucciso in un edificio nel sud della Striscia il 13 luglio. Anche lui terrorista nell’animo, e architetto del male nella pianificazione dell’assalto a Israele il 7 ottobre. Ora tutto è nelle mani di Sinwar, sporche di sangue. Betty Lahat, ex direttrice del carcere dove era detenuto, in Israele, lo descrive come un uomo volubile come un gatto, ma anche fragile e codardo come quando gli venne comunicato che aveva un cancro alla testa, curato poi con successo dai medici israeliani. E l’analista israeliano Ehud Yaari, che lo intervistò durante la prigionia, lo definisce “uno psicopatico astuto e sofisticato”.

Mentre Michael Koubi, ufficiale dello Shin Beth che lo interrogò per ore durante la sua prigionia, lo ricorda come un essere “duro e privo di emozioni , con gli occhi di un assassino”. Sinwar tornò in libertà nello scambio tra mille detenuti palestinesi e il soldato Gilad Shalit tenuto per 5 anni e mezzo nei tunnel, con una decisione presa dal premier Benyamin Netanyahu. Per l’Idf “c’è solo un posto per Sinwar. Ed è accanto a Deif”.

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Breton: von der Leyen non mi voleva, gestione dubbia

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Il francese Thierry Breton accusa Ursula von der Leyen di aver chiesto a Parigi di sostituire il suo nome nel quadro dei negoziati per la formazione della nuova Commissione Ue. Sviluppi che “testimoniano ulteriormente una governance dubbia” e che lo hanno portato alle dimissioni. “Lei ha chiesto alla Francia di ritirare il mio nome – per ragioni personali che in nessun caso lei ha discusso con me direttamente – e ha offerto alla Francia, come scambio politico, un portafoglio che sarebbe più influente. Le sarà ora proposto un altro candidato”, si legge nella lettera di dimissioni di Breton indirizzata a von der Leyen.

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Kiev invita Onu e Croce Rossa nella zona occupata del Kursk

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Il nuovo ministro degli Esteri dell’Ucraina, Andriy Sybiha, ha invitato le Nazioni Unite e il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) a visitare la porzione della regione russa di Kursk che le truppe di Kiev occupano. “L’Ucraina è pronta a facilitarne il lavoro ed a provare che rispetta il diritto umanitario internazionale” in quel territorio russo, ha scritto Sybiha su X.

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Comore, il presidente Assoumani accoltellato: è fuori pericolo

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Il presidente delle Comore, Azali Assoumani, è “fuori pericolo” dopo essere stato ferito venerdì in un attacco con coltello da parte di un poliziotto di 24 anni che è stato trovato morto nella sua cella il giorno dopo. Lo rendono noto le autorità dello Stato africano insulare, citate dai media internazionali. L’attentato è avvenuto intorno alle 14 ora locale a Salimani Itsandra, subito a nord della capitale Moroni. “Il presidente sta bene. Non ha problemi di salute, è fuori pericolo. Gli sono stati dati alcuni punti di sutura”, ha detto ieri sera il ministro dell’Energia comoriano Aboubacar Said Anli in una conferenza stampa. Azali è stato aggredito mentre partecipava a un funerale. Il movente dell’attacco non è stato ancora determinato.

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