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Sinner, il caso doping non è ancora chiuso: la Wada ha preso altro tempo per ricorrere ma….

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La vicenda Clostebol non è ancora chiusa. Mentre Jannik Sinner è atteso in Italia dopo il trionfo agli US Open, diretto poi verso Bologna dove sosterrà gli azzurri impegnati in Coppa Davis (domenica sarà in tribuna), tiene ancora banco il caso doping che ha coinvolto il tennista altoatesino, assolto dalla Itia (International Tennis Integrity Agency).

La Wada, l’agenzia internazionale antidoping, ha ancora tempo per un eventuale ricorso al Tas di Losanna. Infatti, mentre in rete, sui siti e sui social, si accavallavano gli annunci della parola fine sul caso doping, regolamenti alla mano in realtà la situazione è questa: l’agenzia antidoping mondiale ha ancora tempo per un eventuale ricorso al Tas contro la sentenza dell’Itia, che ha assolto il giocatore per l’assunzione involontaria del Clostebol. La Wada infatti  ha richiesto la scorsa settimana i fascicoli completi all’ITIA e per presentare appello al Tas ha 21 giorni di tempo dal momento in cui ha ricevuto i documenti. Entro la fine del mese, così come da regolamento, dovrebbe quindi esserci una decisione della Wada che nel frattempo conferma anche che “la revisione del caso è ancora in corso” e che “per il momento non è stata presa alcuna decisione in merito”.

Anche il Tas, infatti, per ora non ha ricevuto alcun ricorso. Alla Wada le norme antidoping (gli articoli 13.2.3.5 l’art. 13.8.1.1) concedono ulteriori 21 giorni dopo quelli concessi alle altre parti per un eventuale ricorso, e quindi i termini, solo per la Wada, sono ancora aperti. Anche se appare improbabile che possa impugnare la sentenza di assoluzione. Se lo facesse il Tas sarebbe chiamato ad esprimersi: improbabile che il tribunale arbitrale sconfessi la decisione presa dall’Itia e dunque avalli l’ipotesi di un doping volontario e consapevole. Ma certo se si arrivasse al Tas qualche rischio, magari una squalifica parziale, potrebbe esserci. Intanto anche l’altro soggetto interessato ad un eventuale ricorso, ovvero Nado Italia non si è appellato a quella decisione. Sinner è risultato positivo il 10 marzo, durante il torneo di Indian Wells.

Tracce del metabolita del clostebol, ovvero quello che rimane dopo che la sostanza proibita è stata metabolizzata nell’organismo ma non ancora completamente espulsa, sono emerse anche in un secondo controllo effettuato fuori dal torneo otto giorni dopo. In entrambi i casi Sinner si è appellato con successo contro la sospensione provvisoria che scatta in queste situazioni e ha potuto così continuare a giocare. Il numero 1 del mondo ha spiegato di essere venuto a contatto con il clostebol per contaminazione.

La sostanza è infatti contenuta nel Trofodermin, farmaco da banco in Italia utilizzato per trattare una piccola ferita del suo allora fisioterapista, Giacomo Naldi, che ha effettuato in quei giorni massaggi e altri trattamenti a Sinner. Per l’altoatesino sono stati mesi difficili, come ha sottolineato anche uno dei suoi allenatori, Darren Cahill, che ha voluto evidenziare “L’onestà e la resilienza’ dell’azzurro. “Nel team di Jannik io non sono l’allenatore più importante, che è Simone Vagnozzi, ma sono quello che ha più esperienza. Negli ultimi quattro mesi sono successe tante cose all’interno del gruppo e molte di queste sono ricadute sulle mie spalle. Ho cercato di mantenere il senso delle cose e il focus di Jannik su quelli che erano i nostri obiettivi, gli ripetevo in continuazione che non aveva fatto nulla di sbagliato e che qualunque cosa fosse successa sarebbe dovuto restare con la testa alta. Siamo riusciti ad attraversare questo periodo, non certo senza stress”.

L’australiano ha poi parlato del suo rapporto con Sinner: “Devo parlare anche di Jannik come persona. Il mio lavoro era quello di aiutarlo a maturare e a diventare la persona a cui tutti guardano, una figura dalla quale i bambini possano trarre ispirazione. Anche prima della finale gli ho detto che il modo in cui si è comportato nelle ultime settimane ha mostrato onestà e resilienza, deve essere molto orgoglioso di sé stesso. Ora è giusto che si diverta, se lo merita tanto”.

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L’Udinese rimonta e passa a Parma, è la nuova capolista

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L’Udinese e tutto il Friuli sognano. La formazione di Kosta Runjaic ribalta una partita incredibile al Tardini di Parma e conquista un successo che vale la prima posizione in classifica. Dieci punti dopo quattro gare, tutti meritati, per una squadra che sta davvero sorprendendo. Contro il Parma alla fine ha meritato ma i padroni di casa possono recriminare. Avanti di due reti, gli emiliani hanno chiuso il primo tempo praticamente con la vittoria in tasca ma nella ripresa, complice anche un cartellino rosso, si sono sciolti di fronte agli avversari che hanno colpito tre volte, imponendosi per 3-2 in una gara davvero spettacolare. Pecchia aveva rinforzato l’attacco schierando sulla trequarti Cancellieri alle spalle di Bonny e confermando Mihaila e Man sulle fasce. In porta Chichizola al posto dello squalificato Suzuki.

Runjaic invece ha puntato su un centrocampo più muscolare con Lovric preferito a Brenner e, in avanti, Thauvin a fare coppia con Lucca. L’obiettivo era chiaro per entrambe le squadre: vincere senza se e senza ma. L’Udinese però deve subito rincorrere. Dopo soli due minuti il Parma è avanti. Angolo dalla destra, cross basso in area piccola di Mihaila per Delprato che, in mezzo a due avversari, infila la palla di piatto alla sinistra di Okoye. Per il capitano è il primo sigillo in carriera in serie A ed è subito pronto anche in difesa smorzando, al 6′, un tiro di Thauvin. Ma il Parma c’è, due minuti dopo, con Cancellieri ben servito da Coulibaly, ma impreciso nella conclusione.

Al 16 è invece Okoye ad opporsi a Man, mentre l’Udinese sfiora il pareggio al 19′ con Thauvin in rovesciata. Ma non si possono elencare tutte le azioni pericolose del primo tempo, viste anche le occasioni capitate a Mihaila, Lovric, Lucca e Payero. Al 28′, su respinta sbagliata di Coulibaly, il Parma rischia l’autorete con palla sulla traversa. L’Udinese gioca più palloni ma i padroni di casa sono implacabili. Bonny al 43′ raddoppia. Man si accentra e serve in area l’attaccante crociato, Bijol è attaccato alle sue spalle ma non può nulla col colosso francese che si gira e segna. Sfortunati invece i friulani due minuti più tardi con Lucca: tiro perfetto ma dritto dritto sul palo alla destra di Chichizola.

A inizio ripresa Runjaic getta nella mischia Kabasele ed Ekkelenkamp, forze fresche senza stravolgere la squadra e l’Udinese va a segno al 5′ con Lucca, di testa, su cross di Kamara. Il Parma soffre e al 23′ subisce il pari. Davis, appena entrato per Lucca, trova l’assist perfetto per Thauvin che deve solo appoggiare in rete. Male invece Keita nel Parma: l’acquisto più oneroso dell’estate (prelevato per 12 milioni dall’Anversa) entra al 10′ ed esce per doppia ammonizione dopo soli 18 minuti. L’Udinese a quel punto deve solo affondare il colpo, e lo fa. Al 32′ Thauvin, ancora su un’iniziativa di Davis, va a segno. L’arbitro annulla per fuorigioco, ma il Var, giustamente, lo corregge e convalida la rete friulana. Le forze cominciano a calare e gli innesti freschi di Pecchia non sortiscono alcun effetto. Unico guizzo, nei minuti di recupero, di Camara, entrato al posto di Mihaila, ma il risultato non cambia. Vince l’Udinese, vince la nuova capolista del campionato di serie A.

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Alla Lazio basta un tempo, con il Verona sono 3 punti

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Grazie ad un avvio scoppiettante la Lazio coglie i tre punti contro un bel Verona e si accomoda al sesto posto in classifica. La seconda vittoria in campionato arriva al termine di una partita non facile, prima molto fisica, quindi meno dinamica ma più ragionata e tattica. Il 2-1 finale, con tutte le marcature concentrate nei primi 20 minuti, è lo specchio di 90′ ben interpretati da entrambe le squadre, decisa da quel tanto di intraprendenza in più mostrata dai padroni di casa. Baroni, che ritrova il suo club della scorsa stagione, conferma Castellanos come vertice offensivo.

Alle spalle dell’argentino Isaksen, Dia e Zaccagni. Zanetti in avanti si affida a Harroui e Lazovic per innescare Tengstedt, preferito a Mosquera. Il quinto minuto non è ancora trascorso e Dia si conferma uomo partita con la seconda rete consecutiva. Servito da Zaccagni, l’ex Salernitana si libera di Dawidowicz e con un rasoterra angolato batte Montipò. La reazione del Verona è però istantanea, favorita dal momento di euforia laziale. Kastanos vede un buco al centro della difesa per servire Tengstedt che a tu per tu con Provedel non sbaglia e fa 1-1 al 7′. La Lazio non ci sta e Rovella (16′) con un gran tiro costringe il portiere gialloblù a deviare in angolo.

Ma è Castellanos il protagonista del nuovo vantaggio laziale: prima si procura un angolo con una spettacolare ‘rabona’, poi devia la battuta di Zaccagni alle spalle di Montipò con un tocco al volo. E’ solo il 20′ e l’Olimpico ha già visto tre reti. Oltre che ricco di emozioni, il match è molto fisico e l’arbitro Zufferli deve distribuire un paio di gialli (Rovella e Tchatchoua) per farsi sentire. Dopo un avvio senza tatticismi, col passare dei minuti la Lazio prende l’iniziativa del gioco, col Verona pronto a pressare e ripartire. I padroni di casa vanno negli spogliatoi meritatamente in vantaggio, contro un avversario sempre presente nel flusso della partita. Poco dopo la ripresa, é Zanetti il primo a ricorrere alla panchina, inserendo Mosquera per Castanos. Il Verona è vivo e mostra di avere dei buoni palleggiatori. L’iniziativa è ancora prevalentemente laziale, ma con più fatica nel conservare il possesso palla.

Quando trovano spazio i biancocelesti sono però pericolosi. Al 16′ doppio miracolo di Montipò per impedire il 3-1 prima a Castellanos e poi Dia. Baroni ha visto i suoi abbassarsi troppo ed ordina un doppio cambio: fuori Castellanos e Isaksen, dentro Castrovilli e Tchaouna. Rispetto alla frenesia iniziale, ora la Lazio cerca di ragionare. Le discesa sulla sinistra di Tavares sono un pericolo costante per la difesa scaligera, ma non sempre sono assecondate dai compagni come meriterebbero. Tchaouna ci prova dalla distanza, gli risponde Montipò con l’ennesima parata.

Rischia anche la Lazio, come sul tiro di Tchatchoua, sul quale si immola Lazzari. Esce Rovella, in debito di lucidità, per Vecino. E’ il momento per la Lazio di gestire il vantaggio (dentro Marusic e Noslin per Lazzari e Zaccagni), per il Verona di alzare il ritmo (in campo Cisse e Sarr, escono Dailiuc e Dani Silva). Ma il forcing gialloblù non trova terminali. Guendouzi e Tavares sono l’ultima diga e dopo 5′ di recupero la Lazio può festeggiare.

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Tennis: Jasmine Paolini quinta nel ranking Wta

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Jasmine Paolini si conferma al quinto posto del ranking Wta. Pressoché invariate la prime 10 posizioni della classifica mondiale che vede in testa Iga Swiatek. Alle spalle della polacca la bielorussa Aryna Sabalenka, la statunitense Jessica Pegula e la kazaka Elena Rybakina. Dietro l’italiana la statunitense Coco Gauff, la cinese Qinwen Zheng e la statunitense Emma Navarro. Esce dalla top 10 la ceca Barbora Krejcikova (undicesima) a vantaggio della greca Maria Sakkari (nona) e della statunitense Danielle Collins (decima).

1. Iga Swiatek (POL) 10885 pts

2. Aryna Sabalenka (BLR) 8716

3. Jessica Pegula (USA) 6220

4. Elena Rybakina (KAZ) 5871

5. Jasmine Paolini (ITA) 5398

6. Coco Gauff (USA) 4983

7. Zheng Qinwen (CHI) 3980

8. Emma Navarro (USA) 3705 9. Maria Sakkari (GRE) 3416 (+1)

10. Danielle Collins (USA) 3178 (+1)

 

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