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Sinner: da caso doping ho capito chi è amico e chi no

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L’ansia di non essere padrone del proprio destino sul caso della contaminazione involontaria di clostebol, la ferma consapevolezza di non avere colpe, l’imbarazzo per gli sguardi e i bisbigli di avversari e amici, o presunti tali. Jannik Sinner racconta a Sky l’anno della sua entusiasmante consacrazione – due Slam vinti, Australia e Stati Uniti, e numero uno del ranking Atp – e della beffarda turbolenza sul caso doping, dal quale è stato scagionato dopo l’inchiesta ma sul quale la Wada ha fatto ricorso. “Era un periodo molto complicato, delicato, perché non sapevo come dovevo comportarmi io, non sapevo cosa sarebbe uscito, non sapevo cosa sarebbe successo con il team. Non mi potevo aprire con tante persone. Era facile perdere il controllo. Non dormivo, come la sera prima del match contro Medvedev a Wimbledon. Una mattina invece mi sono svegliato e ho realizzato che anche la decisione del giudice non dipendeva da me ma che io non avevo fatto nulla di sbagliato”.

Ma, qualità solo dei grandi, trovare spunti per crescere ancora, diventare sempre più forte. “Allo US Open, dopo che il caso era diventato di dominio pubblico, ho dovuto cambiare il mio programma di allenamento: mi sono allenato di sera, così ci sarebbe stata meno gente. Mi guardavo intorno per osservare gli sguardi degli altri per capire cosa pensassero veramente. Mi sono fatto tante domande. In fondo sono convinto che niente succede per caso, e forse questo è successo proprio per capire chi è tuo amico e chi non lo è. Ho capito che ci sono tanti giocatori che non pensavo fossero miei amici e c’è una quantità abbastanza grande che pensavo fossero amici e invece non lo sono. E a me questo alla fine non dico che mi ha fatto bene, però mi ha fatto capire tante cose. Sono contento di come l’ho gestita perché́ era molto difficile. Però nel momento in cui vado in campo e mi metto il cappellino, per me esiste solo la palla da tennis. In campo mi sento al sicuro”.

La classifica non mente e il bis alla Davis con la sua Italia e il primo sigillo alle Atp Finals renderebbero la stagione unica. “Quando sei il numero uno del mondo sei sempre il ricercato dagli avversari, come avere un bersaglio addosso, questo rende il gioco più bello. Ma perdere le partite da numero uno del mondo è diverso, più pesante. Come persona non sono cambiato – aggiunge Sinner, vincitore nel 2024 di due slam -, il successo non mi ha cambiato. Ora ho meno tempo libero ma dedico tutto il tempo possibile al lavoro, continuandomi a divertire”. E una speranza, che suona come una promessa: “Vorrei giocare a tennis per i prossimi 15 anni”.

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Economia

Quasi 4,8 milioni pensionati con meno di 1.000 euro

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Sono quasi 4,8 milioni i pensionati che possono contare su redditi da pensione inferiori a mille euro al mese, quasi tre su dieci: l’Osservatorio Inps sulle prestazioni pensionistiche e i beneficiari nel 2023 segnala che tra questi quasi 1,7 milioni hanno assegni inferiori a 500 euro, un livello nettamente al di sotto della soglia di povertà. Il Rapporto si concentra sulle singole prestazioni e sul reddito complessivo da pensione e non sugli altri eventuali altri redditi dei pensionati ma la fotografia ci racconta quanto sia ampia la fascia di coloro che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. I pensionati che prendono oltre 2mila euro al mese comunque sono il 38,4% del totale ma assorbono il 60% della spesa.

La spesa nel complesso dell’anno ha superato i 347 miliardi di euro con un aumento del 7,7% rispetto al 2022, crescita legata soprattutto al recupero dell’inflazione. Le pensioni rimangono quindi un grande capitolo di spesa per lo Stato. I dati confermano il divario tra uomini e donne nei redditi da pensione sulla scia di quello che accade nel mercato del lavoro con i maschi che possono contare su carriere più lunghe e retribuzioni più alte oltre a tassi di occupazione medi più elevati. Se l’importo medio annuo dei redditi percepiti in Italia è di 21.382 euro nel 2023 l’assegno medio da pensione incassato dagli uomini è superiore a quello delle donne del 35% con 24.671 euro contro 18.291.

Con l’aumento dell’occupazione femminile questo divario dovrebbe ridursi e diminuire la fascia delle donne che possono contare solo su pensioni assistenziali e di reversibilità. Nel 2023 le donne con pensioni inferiori a 1.000 euro al mese sono oltre tre milioni, oltre una pensionata su tre, e tra queste quasi un milione (959.986) può contare su prestazioni da pensione per meno di 500 euro al mese , l’11,5% del totale. L’intervento del governo sulle pensioni minime riguarda solo i trattamenti previdenziali, ovvero basati sul versamento dei contributi, e non quelle assistenziali, legate alle condizioni economiche disagiate, come ad esempio l’assegno sociale, o a invalidità non legate all’attività lavorativa.

Dovrebbero essere coinvolte nel passaggio tra i 614,77 euro al mese ai 617,92 euro circa 1,8 milioni di assegni. Un intervento definito dal leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte una “beffa” e da altre parte dell’opposizione una “elemosina” che non recupera neanche il potere d’acquisto perso con l’inflazione. Per gli assegni pensionistici i più sostanziosi, quelli superiori a 5mila euro lordi al mese, percepiti da poco più di 400mila persone, basati nella grande maggioranza di casi su un alto numero di anni di contributi e retribuzioni elevate, si spende più che per i 4,8 milioni di pensionati con i redditi più bassi, circa 34,4 miliardi a fronte di 33,5. Le prestazioni pensionistiche nel complesso sono 22.919.888, per la grande maggioranza Ivs (Invalidità vecchiaia e superstiti), pari a 17.752.596. Le indennitarie sono 627.143 e quelle assistenziali 4.540.149.

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Economia

Eni, a Kkr il 25% di Enilive per 2,93 miliardi

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Eni ha chiuso la trattativa per la cessione di una quota di Enilive con l’ingresso del fondo americano Kkr che ne ha rilevato il 25% per 2,938 miliardi. “Rappresenta un nuovo e importante passo avanti nella nostra strategia di business legata alla transizione energetica”, commenta Claudio Descalzi (nella foto in evidenza di Imagoeconomia), l’a.d. dell’Eni che compie così un passo atteso nel “percorso molto largo” – come lo aveva definito nei mesi scorsi – che per il polo del gruppo oltre all’ingresso di un partner per la mobilità green punta come approdo finale alla quotazione in Borsa, come anche per Plenitude. Si guarda così alle condizioni di mercato per il collocamento, probabilmente nel 2025.

L’accordo con Kkr è per Eni “uno sviluppo significativo del modello satellitare” impostato dalla società con l’obiettivo di creare le condizioni per una crescita indipendente dei suoi business a elevato potenziale. E’ una operazione che, inoltre, “ottimizza la struttura del capitale di Eni, riducendone la posizione finanziaria netta e mantenendo in capo a Eni il consolidamento e il controllo di Enilive”. Intanto Eni, come aveva preannunciato con il piano strategico 2024-2027, ha messo a punto il piano di trasformazione e rilancio del business della chimica, anche in una ottica di decarbonizzazione. Sarà implementato entro il 2029. Prevede circa 2 miliardi di investimenti e un taglio in termini di emissioni di circa 1 milione di tonnellate di CO2, circa il 40% delle emissioni di Versalis in Italia, con nuovi impianti industriali mentre cesseranno le attività gli impianti cracking a Brindisi e Priolo e del polietilene a Ragusa.

Eni punta così ad un rilancio della profittabilità e dei livelli occupazionali per Versalis, nella chimica, contrastando così “le inevitabili conseguenze negative che la crisi strutturale e consolidata del settore a livello europeo avrebbe in questo ambito”. Con il supporto di Kkr, Enilive “è – rileva Claudio Descalzi – nelle condizioni di valorizzare i propri ambiziosi piani di crescita e proseguirà nell’offerta di soluzioni reali e scalabili, legate alla transizione energetica. Enilive, insieme a Plenitude, è fondamentale per il nostro impegno nel fornire soluzioni energetiche decarbonizzate e ridurre progressivamente le emissioni generate dall’uso finale dei nostri prodotti”. Sia Enilive che Plenitude, evidenzia l’a.d. di Eni, “hanno incontrato un grande interesse da parte di partner internazionali di primo piano e conseguito valutazioni di mercato importanti, e questo significa che c’è apprezzamento per come stiamo affrontando la transizione energetica.

E crediamo che per affrontarla con successo questa sia la strada giusta: creare dei business low o zero carbon che rispondano a una domanda reale ed esistente di prodotti energetici e crescano in modo autonomo, in ragione del successo dei loro modelli e dei loro prodotti”. Kkr rileva il 25% di Enilive (la società di Eni dedicata a bioraffinazione, produzione di biometano, soluzioni di smart mobility come il car sharing Enjoy, dalle colonnine elettriche a idrogeno e biocarburanti nelle Enilive Station, ai servizi di ristorazione) in parte con la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato per 500 milioni e con l’acquisto di azioni Enilive da Eni per 2,438 miliardi, corrispondente ad una valutazione post-money del 100% pari a 11,75 miliardi. Prima del completamento nell’operazione Eni effettuerà un aumento di capitale da 500 milioni per azzerare la posizione finanziaria netta. “Siamo pronti – commenta Alberto Signori, partner del team ‘european infrastructure’ di Kkr- a sostenere Enilive nell’accelerare il proprio impatto nella decarbonizzazione dei trasporti e ad espandersi a livello internazionale”.

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Cronache

Tragedia in Germania: Antonella Ribisi e i suoi due figli piccoli investiti e uccisi da un SUV

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Una donna italiana di 39 anni, Antonella Ribisi, e i suoi due figli piccoli, Gabriel e Alessio di 6 e 3 anni, sono stati investiti e uccisi da un SUV a Esslingen, vicino Stoccarda. Il tragico evento si è verificato mentre la madre stava accompagnando i suoi bambini al centro sportivo, percorrendo il marciapiede. Improvvisamente, l’Audi Q3 guidata da un uomo di 54 anni ha perso il controllo, piombando sui tre.

L’impatto è stato devastante. Nonostante l’intervento immediato dei soccorsi, la madre e i due bambini sono morti sul posto a causa delle gravi ferite riportate. Il conducente del veicolo è rimasto lievemente ferito ed è stato trasportato in una clinica per cure ambulatoriali. Anche un’altra vettura, una Ford, è rimasta coinvolta nell’incidente: il conducente è stato portato in ospedale con ferite lievi.

Le indagini, tuttora in corso, sono condotte dalla polizia stradale di Reutlingen, che sta cercando di stabilire le cause esatte dell’incidente. Tra le ipotesi vi è quella di un possibile malore del conducente, ma al momento non ci sono prove che suggeriscano l’assunzione di alcol o altre sostanze. Le autorità hanno coinvolto anche un esperto, su richiesta della procura di Stoccarda, per fare chiarezza sulla dinamica dell’accaduto.

La notizia della tragedia ha scosso profondamente anche la comunità di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, paese di origine della donna. Il sindaco del comune siciliano, Stefano Castellino, ha  annunciato per il giorno dei funerali il lutto cittadino.

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