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Cronache

Simone Boccaccini esce dal carcere, pedinava Marco Biagi ucciso dai terroristi

Simone Boccaccini, ex brigatista legato all’omicidio di Marco Biagi, è stato rilasciato dal carcere di Alessandria dopo aver scontato la pena ridotta per buona condotta. La sua liberazione solleva nuove polemiche sulla giustizia e la memoria delle vittime del terrorismo in Italia.

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Dopo aver trascorso quasi due decenni in prigione per il suo coinvolgimento nell’omicidio del giuslavorista Marco Biagi, Simone Boccaccini è stato rilasciato dal carcere di Alessandria. L’uomo, oggi 64enne, era stato condannato per aver preso parte ai pedinamenti che portarono all’uccisione di Biagi, avvenuta il 19 marzo 2002 a Bologna per mano delle Brigate Rosse-Partito Comunista Combattente (BR-PCC).

Boccaccini, che lavorava come idraulico per il Comune di Firenze ed era sindacalista delle Rdb, era stato arrestato grazie alle indagini condotte dal “Gruppo Marco Biagi”, sotto la guida dell’attuale numero due dell’Aise, Vittorio Rizzi. Durante il processo, si era inizialmente dichiarato militante del Partito Comunista Combattente, salvo poi ritrattare, sostenendo di non aver mai fatto parte di organizzazioni eversive.

Condannato all’ergastolo nel 2005, la pena di Boccaccini fu successivamente ridotta a 21 anni in Appello, una sentenza confermata dalla Corte di Cassazione nel 2007. Nel 2019, la pena complessiva fu ulteriormente ridotta a 25 anni e 10 mesi, grazie a uno sconto di pena di 10 mesi per la continuazione tra la sentenza relativa all’omicidio di Biagi e un’altra condanna per associazione sovversiva legata all’omicidio di Massimo D’Antona, per il quale Boccaccini fu assolto dall’accusa di omicidio ma condannato per il reato associativo.

La buona condotta e il tempo trascorso in carcere hanno infine permesso a Boccaccini di uscire dal penitenziario prima del termine naturale della sua pena, una decisione che non ha mancato di sollevare polemiche.

L’omicidio di Marco Biagi rimane una delle pagine più oscure nella storia recente del terrorismo in Italia. Biagi, consulente del governo per le politiche del lavoro, aveva richiesto più volte, senza successo, una scorta per la sua protezione, ritenendo di essere in pericolo. La sua morte, avvenuta sotto casa, fu un duro colpo per l’intero Paese e portò a un’intensa caccia ai colpevoli, che si concluse con l’arresto di diversi membri delle BR-PCC, tra cui Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi, Diana Blefari Melazzi e lo stesso Boccaccini.

Nonostante la sua partecipazione indiretta, Boccaccini è stato identificato come uno dei complici nell’attuazione dell’attentato, contribuendo alla sorveglianza della vittima nei giorni precedenti l’agguato. La sua uscita dal carcere, dunque, riapre il dibattito su quanto sia stata effettivamente fatta giustizia per le vittime del terrorismo.

La liberazione di Boccaccini ha suscitato il disappunto della famiglia di Marco Biagi, che ha sempre richiesto che i responsabili scontassero per intero la pena inflitta. Lorenzo Biagi, figlio del giuslavorista ucciso, aveva espresso nel 2019 il suo disappunto per il primo sconto di pena concesso a Boccaccini, sottolineando come tale decisione rappresentasse un’ulteriore ingiustizia, dopo il mancato riconoscimento della necessità di protezione per suo padre.

La storia di Simone Boccaccini e il suo coinvolgimento nel delitto Biagi continueranno probabilmente a suscitare discussioni accese su temi come giustizia, terrorismo e memoria storica.

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Strage in famiglia: 17enne rivede i nonni in carcere

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A distanza di poco più di due settimane dalla strage di Paderno Dugnano, nel Milanese, avvenuta nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre, il 17enne, che ha ucciso a coltellate padre, madre e fratello di 12 anni, oggi ha incontrato nel carcere minorile Beccaria i nonni. Nonni che da giorni avevano chiesto di vederlo perché, comunque, malgrado ciò che è successo e che resta senza una vera spiegazione, hanno deciso di non abbandonare il nipote e di “sostenerlo”. Cinque giorni fa il Tribunale per i minorenni di Milano aveva autorizzato, su richiesta della difesa, il colloquio, dopo che sia il 17enne che i nonni, così come gli altri familiari, avevano manifestato la loro disponibilità. I nonni, ma allo stesso modo gli zii del ragazzo, hanno più volte ripetuto, infatti, che vogliono rimanergli vicino e vogliono aiutarlo nel suo percorso giudiziario. E oggi si è trattato ovviamente, da quanto si è saputo, di un incontro toccante, fatto di lacrime, parole e silenzi.

“Volevo proprio cancellare tutta la mia vita di prima”, aveva messo a verbale, interrogato, il ragazzo parlando di un suo “malessere” che durava da tempo, ma che si era acuito in estate, e dicendo di sentirsi “estraneo” rispetto al mondo. E aveva spiegato, però, che non ce l’aveva con la sua famiglia nello specifico e non aveva, dunque, fornito un movente preciso per la strage. La difesa, con legale Amedeo Rizza, intanto, punta su una consulenza psichiatrica affidata ad un esperto per una successiva richiesta di perizia, affinché venga accertato se al momento dei fatti il giovane avesse o meno un vizio di mente. Per la difesa, inoltre, non può reggere nel procedimento l’aggravante della premeditazione, contestata, invece, dalla procuratrice facente funzione per i minori di Milano, Sabrina Ditaranto, e dalla pm Elisa Salatino nell’accusa di triplice omicidio. Aggravante riconosciuta dalla gip Laura Pietrasanta nella misura cautelare.

Il ragazzo, dopo l’incontro con i nonni di oggi, è stato poi trasferito, da quanto si è saputo, dal carcere minorile Beccaria di Milano a quello di Firenze.

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Maltempo: temporali e forti venti, allerta gialla in 10 regioni

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Una vasta perturbazione, attualmente centrata sull’area balcanica, determinerà un graduale inasprimento delle condizioni di maltempo sull’Italia, con precipitazioni sparse sul territorio, specie settori adriatici, più diffuse e persistenti su Emilia-Romagna e Marche. Inoltre, la formazione di un’aera di bassa pressione sul basso Tirreno genererà una intensificazione dei venti nord-orientali sui settori adriatici centro-settentrionali. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

L’avviso prevede dalle prime ore di domani precipitazioni diffuse e persistenti, anche a carattere di carattere di rovescio o temporale, su Emilia-Romagna e Marche, dalla mattinata, precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Abruzzo e Molise, specie settori costieri, e su Campania, Puglia e Basilicata. Tali fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Attesi, inoltre, dal primo mattino di domani, venti da forti a burrasca nord-orientali, su Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Marche, specie su settori costieri e appenninici, con mareggiate sulle coste esposte. Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani allerta gialla su parte di Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, sugli interi territori di Molise, Basilicata e Puglia, su parte di Campania e Sardegna.

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Auto contro scooter, omicidio volontario dopo una lite

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Un incontro, questa volta casuale. Gli animi che si scaldano, ancora, per quella relazione sentimentale con sua sorella che proprio non gli andava giù. Il finestrino della sua auto frantumato con un martelletto, la rabbia che monta e l’inseguimento dello scooter a bordo del quale viaggiavano i due rivali. Infine la tragedia provocata da una collisione, a quanto pare voluta, che trasforma un diciannovenne nell’assassino di un ventenne. E’ il drammatico epilogo di una lite che andava avanti da qualche mese, caratterizzata anche da altri episodi su cui adesso si sta cercando di fare luce, la morte di Corrado Finale, speronato mentre era in fuga su uno scooter con un altro giovane che, per fortuna, è rimasto solo ferito. Contrariamente a quanto si era pensato in un primo momento non si è trattato di un incidente, uno dei tanti che funestano i weekend, ma di un atto voluto, deliberato, finalizzato a punire quei giovani suoi rivali.

E così ha trasformato la Fiat 500 in un ariete, facendo carambolare a terra i ragazzi che prima finiscono con lo scooter contro un palo e poi su una fioriera. Le condizioni di Corrado, disarcionato dal Beverly, sono sembrate subito molto gravi. E, purtroppo, il suo decesso è sopraggiunto poco dopo, per le gravi ferite riportate. Sarà l’esame autoptico disposto dalla Procura di Napoli Nord, a fornire l’esatta causa della morte. L’altro centauro, il ragazzino protagonista dell’osteggiata liaison amorosa, invece se l’è cavata: la sua prognosi è di 30 giorni, ma è vivo. E’ stato proprio lui a raccontare ai carabinieri la dinamica dell’accaduto (peraltro confermata dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza acquisite dagli investigatori), insieme con il movente: una relazione sentimentale contrastata con la sorella del 19enne fermato il quale, dopo l’incidente, si è allontanato senza prestare soccorso alcuno.

Solo successivamente si è consegnato in caserma accompagnato dall’avvocato. Ieri, l’investitore, che viaggiava su una Fiat 500, al termine dell’interrogatorio è stato sottoposto a fermo, non per omicidio stradale, come sembrava logico in un primo momento, ma per i ben più gravi reati di omicidio volontario e tentato omicidio. Nell’auto c’era anche la sorella la quale ha confermato la lite che da mesi andava avanti tra il fratello e il fidanzatino. In caserma, davanti al pm, sono stati convocati e ascoltati anche alcuni parenti del sopravvissuto. Uno ha fatto riferimento a un grave episodio risalente a qualche settimana fa, quando è stata lanciata una bottiglia incendiaria contro il portone della sua abitazione. Un episodio inquietante ma non denunciato. Secondo questa persona sarebbe stato proprio quel giovane fermato l’autore del gesto intimidatorio, ma lui, che ha reso dichiarazioni parzialmente confessorie, ha smentito di avere compiuto quell’attentato. Sequestrati per le perizie la vettura, il parafango bianco di una Fiat 500 trovato su via del Mare, teatro dell’incidente, e lo scooter sul quale viaggiava la vittima.

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