Collegati con noi

Ambiente

Sicilia sempre più assetata, scompaiono i laghi

Pubblicato

del

L’estate afosa con punte di 40 gradi da almeno due settimane sta aggravando, com’era prevedibile, il problema della siccità in Sicilia, con le zone dell’entroterra sempre più assetate: manca l’acqua nelle abitazioni e manca quella per l’irrigazione dei campi con gravi danni per l’agricoltura e per gli allevamenti. Dopo le immagini del lago di Pergusa (Enna) ridotto quasi a una pozzanghera, le riprese video dall’alto mostrano i terreni aridi negli alvei del lago Rosamarina e del Fanaco, entrambi nella provincia di Palermo, e del lago artificiale dell’Ogliastro, tra Enna e Catania. Tra le provincie più colpite ci sono Caltanissetta e Agrigento, dove è ricomparso il fenomeno del mercato nero dell’acqua, con le autobotti illegali che riforniscono i cittadini esasperati e il business delle cisterne piazzate sui tetti delle case. Nel pomeriggio a Caltanissetta, in piazza Garibaldi, s’è riunito il presidio del comitato “Vogliamo l’acqua”, su iniziativa di uno dei residenti di contrada Niscima, Sergio Cirlinci: qui l’acqua non arriva da 42 giorni. Molti sono ormai costretti a servirsi dalle autobotti che non sempre sono disponibili e hanno aumentato i costi. Per proprietari di bar e ristoratori il servizio costa da 250 a 400 euro al mese.

“L’iniziativa – spiega Cirlinci – è il tentativo, l’ennesimo, di fare squadra e cercare di dare una spinta per cercare di attenuare i disagi odierni e futuri”. Ad Agrigento il comitato “Vogliamo l’acqua” e il cartello sociale della città dei Templi hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella evidenziando i gravissimi disagi della popolazione e il disappunto “per non avere preso”, chi di competenza, “le dovute decisioni per tempo”. Nella missiva si chiede l’intervento del Genio militare e della Protezione civile, oltre a misure economiche immediate per superare la crisi. La lettera è stata sottoscritta da 1.400 cittadini. In città l’acqua viene erogata ogni 15 giorni, mentre a Ravanusa si è arrivati anche a turni di distribuzione di 20 giorni. Il sindaco Franco Micciché, parlando “della peggiore emergenza idrica degli ultimi anni”, ha firmato un’ordinanza che invita a non sprecare acqua per il lavaggio di marciapiedi e piazzali, per pulire auto, per innaffiare orti e giardini e per alimentare fontane ornamentali, vasche e piscine.

E ha persino dato l’ok a circolare alle autobotti non autorizzate per conto terzi, purché sia acqua prelevata nei punti di approvvigionamento di Aica, la società di gestione idrica. Nel trapanese c’è chi attende ore per un po’ d’acqua per poi andare via senza alcuna possibilità di averla a causa delle tubature rotte.

“È la storia di ordinaria follia che vivono gli agricoltori costretti a mettersi in fila davanti al cancello del consorzio di bonifica Trapani 1, addirittura dalla notte”, denuncia Coldiretti Sicilia. “Il rito arcaico per la prenotazione delle irrigazioni nelle zone di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Castelvetrano si basa sulla presenza e così agricoltori sono costretti a stare ore ed ore accampati per poi tornare in campagna delusi – spiega Coldiretti – La situazione è paradossale perché la condotta principale che dal lago Arancio porta l’acqua è piena di buchi”. Oggi a Palermo sarebbe dovuta scattare la turnazione in alcuni quartieri per l’erogazione dell’acqua potabile, secondo quanto aveva comunicato la scorsa settimana l’Amap, l’azienda che gestisce il servizio. Ma l’intervento del governatore Renato Schifani, che aveva criticato l’azienda per non avere interloquito con la cabina di regia istituita dalla Presidenza della Regione, ha indotto il sindaco Roberto Lagalla a stoppare l’Amap per concordare le azioni con l’organismo regionale anti-crisi che si dovrebbe riunire entro le prossime 72 ore.

Advertisement
Continua a leggere

Ambiente

Copernicus, quella del 2024 l’estate più calda di sempre

Pubblicato

del

Gli scorsi mesi di giugno e agosto sono stati i più caldi mai registrati e nel complesso, l’estate boreale 2024 (ovvero giugno-luglio-agosto) è stata la più calda di sempre. E’ quanto spiega Samantha Burgess, vicedirettrice del Copernicus Climate Change Service, il servizio europeo sul clima. “Questa serie di temperature record sta aumentando la probabilità che il 2024 sia l’anno più caldo mai registrato. Gli eventi estremi legati alla temperatura osservati quest’estate diventeranno solo più intensi, con conseguenze più devastanti per le persone e il pianeta, a meno che non adottiamo misure urgenti per ridurre le emissioni”.

Continua a leggere

Ambiente

Greenpeace, aziende petrolifere paghino per crisi climatica

Pubblicato

del

Le aziende petrolifere paghino per la crisi climatica. E’ la richiesta ribadita da Greenpeace in una nota a commento dello studio del World Weather Attribution, sulla siccità in Sicilia e in Sardegna. «A pagare il prezzo della siccità estrema in Sardegna e in Sicilia – amplificata da un uso inefficiente delle risorse idriche e da infrastrutture inadeguate – sono le persone che subiscono razionamenti di acqua, gli ecosistemi naturali e persino interi settori produttivi come l’agricoltura e il turismo. Danni gravissimi di cui si dovrebbe invece chiedere conto alle aziende del petrolio e del gas, come Eni, che con le loro emissioni di gas serra sono i principali responsabili della crisi climatica”, sostiene Federico Spadini, campaigner Clima di Greenpeace Italia.

“Gli sconvolgimenti climatici causati dalla nostra dipendenza da petrolio, gas e carbone sono destinati a peggiorare se non metteremo al più presto fine allo sfruttamento delle fonti fossili”, si legge ancora nella nota che ricorda la produzione di gas nell’impianto Cassiopea a largo della Sicilia. “Al di là dei proclami, il governo non intende far nulla per le Regioni italiane più colpite dalla siccità e dagli altri eventi climatici estremi”, sostiene ancora Greenpeace che ricorda la causa intentata contro il gruppo energetico.

Continua a leggere

Ambiente

Avvistato a Trieste un grosso banco di barracuda boccagialla

Pubblicato

del

Un grosso banco di un centinaio di esemplari di barracuda boccagialla (Sphyraena viridensis) è stato avvistato nelle acque di Miramare a Trieste. Lo rende noto l’Area marina protetta di Miramare attraverso i canali social. “Che il mare sia sempre più caldo per effetto della crisi climatica in corso – osserva l’Amp su facebook – è un dato oggettivo. Che molte specie marine ne stiano pagando il conto mentre altre, avvezze a mari ben più caldi del nostro, ne stiano approfittando, lo vediamo con i nostri occhi”. Sul social network è postato anche un video degli esemplari, girato da una delle guide snorkeling dell’Amp e istruttrice subacquea, Amanda Vertovese.

“Diversi – ripercorre l’Area marina protetta – sono stati negli anni passati gli avvistamenti di singoli esemplari ma mai finora di un banco così grande, segno che questa specie sta sempre più colonizzando i nostri mari per effetto del riscaldamento globale che porta alla meridionalizzazione dell’Adriatico e del Golfo di Trieste”. Il barracuda boccagialla, concludono gli esperti, “un tempo era circoscritto in un ristretto bacino dell’Atlantico orientale ma da una quindicina di anni, con il riscaldamento progressivo del mare, ha iniziato a diffondersi anche nel Mare nostrum, tanto che ormai è ormai comunemente indicato come barracuda del Mediterraneo. Da non confondere con l’unico altro sfirenide presente nelle nostre acque, il luccio di mare (Sphyraena sphyraena), dal quale si differenzia per le caratteristiche bande scure verticali”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto