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Siccità in Sicilia, sfrattati i pesci dagli invasi

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Il d-day non è ancora deciso, ma tecnici ed esperti sono al lavoro per studiare nei particolari l’operazione: il trasferimento di tonnellate di pesci da tre invasi siciliani ormai quasi a secco. L’Autorità di bacino della Presidenza della Regione, costretta a fare i conti con una gravissima siccità, ha invitato gli enti gestori di Fanaco, Ragoleto e Ancipa a prepararsi al “trasloco” della fauna ittica con un doppio scopo: evitare che in poca acqua muoia, e consentire un utilizzo massimale delle risorse idriche. Quintali di pesci morti in un invaso renderebbero anche inutilizzabile l’acqua a fini potabili. Del’intervento si occuperà Siciliacque, ente a partecipazione mista, per un 75% di Italgas e per un 25% della Regione, che provvede al servizio idrico sovrambito in quasi tutte le province siciliane. Siciliacque coordinerà il progetto nonostante due dei tre invasi a rischio (Ancipa e Ragoleto) siano gestiti da Eni ed Enel. Il progressivo svuotamento degli invasi, che rende necessario l’utilizzo dei cosiddetti “volumi morti”, dunque, non può essere effettuato in presenza dei pesci.

Da qui l’incarico a una associazione privata, la Macrostigma di Noto, anni di esperienza nella tutela ambientale, di spostare carpe, persici e carassi in due bacini che al momento godono di migliore salute: lo Sciaguana, in provincia di Enna, e il lago Biviere di Lentini, in provincia di Catania. Il trasferimento, però, è tutt’altro che semplice. “C’è tutto un lavoro da fare – spiega il presidente della Macrostigma Piero Armenia – Intanto vanno classificate le specie da trasferire, poi l’Asp deve accertare la salute degli esemplari, perchè non si possono portare pesci malati in un altro habitat rischiando di contaminarlo.Poi c’è da verificare temperatura e ossigenazione dell’acqua per scongiurare uno choc termico”.

Mentre per il trasferimento nello Sciaguana (che ospiterà pesci del Fanaco e dell’Ancipa), serve il sì della Provincia di Enna, per il Biviere, che è una riserva, e in cui verranno immessi quelli del Ragoleto, occorre una valutazione di incidenza ambientale che dovrà essere fatta dalla Regione. Insomma i tempi non saranno immediati. Per l’associazione siracusana, che collabora anche con diverse università per la fecondazione di specie autoctone, è il primo intervento del genere determinato dalla crisi idrica. “Solitamente – dice Armenia – ci occupiamo di ripopolamenti”. Quando tutti i dati saranno disponibili scatterà l’operazione.

“La quantità di pesci da spostare dipende dall’acqua esistente nei bacini, noi comunque siamo pronti a trasferirne dai 2900 ai 4000 chili al giorno per invaso”, aggiunge Armenia. Gli animali verranno catturati con nasse o reti a parete, portati nell’acqua bassa, messi con dei secchi in vasche con temperature e ossigenazione apposite e poi caricati sugli autocarri della Macrostigma.

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Al Beccaria il nuovo comandante, ancora in fuga 3 evasi

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Proseguono le ricerche dei tre ragazzi evasi ieri dal carcere minorile Beccaria di Milano, due fratelli di 16 e 17 anni accusati di rapina e un altro 17enne in custodia cautelare per tentato omicidio. Tutti e tre i detenuti sarebbero riusciti a fuggire scavalcando il muro di cinta: i fratelli, di origini egiziane, si sono allontanati insieme intorno alle 15.45, il terzo, di Pavia, da solo in serata. Le forze dell’ordine sono in allerta da oltre 24 ore, ma al momento i fuggitivi non sono stati ancora rintracciati. Il più piccolo degli evasi aveva tentato di scappare anche lo scorso giugno insieme a un altro detenuto, ma la sua fuga era durata meno di 12 ore. Entrambi i fratelli, poi, sono stati tra i promotori della rivolta avvenuta nella notte tra gli scorsi 31 agosto e 1 settembre, quando in quattro avevano cercato di evadere, approfittando del caos generato da alcuni incendi appiccati ai materassi. In giornata, come annunciato ieri dal Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità insieme all’arrivo di un’unità di sostegno agli agenti, si è insediato nell’Ipm il nuovo comandante Raffaele Cristofaro.

“Il Beccaria deve essere chiuso e devono essere abolite le carceri per minori”, ha detto l’eurodeputata Ilaria Salis, commentando la situazione “allarmante” in cui versa il carcere minorile di Milano. “Questo è l’effetto del decreto Caivano – ha aggiunto -, che ha ampliato la possibilità di ricorrere alle misure cautelari in carcere per i minorenni”. A chi la accusa di una politica svuota carceri, Salis dice di essere “per costruire nel lungo termine una società che superi il carcere”, favorendo le “misure alternative”.

“E invece di aumentare le fattispecie di reato e le pene – ha concluso – bisognerebbe depenalizzare alcuni reati minori”. Mentre la Fp Cgil Milano esprime preoccupazione, tramite il segretario Cesare Bottiroli, per quello che “non è un luogo sicuro”, con “evidenti limiti strutturali” e “fatiscente”, l’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp) chiede alla Corte dei Conti “accertamenti urgenti sul Dipartimento per la Giustizia minorile e sul Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”, in quanto è “assolutamente incomprensibile” che “l’unica soluzione” individuata per far fronte alle emergenze del carcere “riguardi l’ulteriore invio presso la struttura di unità di polizia penitenziaria per una spesa aggiuntiva di almeno altri 500mila euro”. Stamattina, intanto, è stato catturato Antonio Luzzi, 43 anni, il detenuto evaso dal carcere di Avellino ieri sera intorno alle 20, scavalcando il muro di cinta. Le ricerche durate incessantemente per tutta la notte per rintracciare l’uomo, accusato di furti e rapine, hanno visto impegnate anche decine di pattuglie della polizia penitenziaria.

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Poche speranze per gli alpinisti sul Monte Bianco

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La sopravvivenza di due alpinisti italiani dispersi sul Monte Bianco resta appesa al filo della speranza. Sono ormai passate due notti, e sta per sopraggiungere la terza, da quando Sara Stefanelli e Andrea Galimberti, lei ligure e lui lombardo, hanno chiesto aiuto ai soccorritori. “Non vediamo nulla, veniteci a prendere, rischiamo di morire congelati”, hanno detto poco sotto la vetta, sul versante francese. Ma sul ‘tetto delle Alpi’ il maltempo non dà tregua e i soccorritori non riescono a raggiungerli. Ricerche impossibili, sempre sul Bianco, anche per altri due alpinisti coreani di cui non si hanno più notizie da sabato. La pagina Facebook del 53enne Andrea Galimberti racconta la sua passione per l’alpinismo e le arrampicate.

Laureato al Politecnico di Milano, maratoneta, centochilometrista e sky runner, residente nel Comasco, Andrea ha dedicato l’ultimo post sul suo profilo, il 3 settembre, alla scalata del Cervino fatta con la “mia Sara”. “Dopo il classico corso di alpinismo tre mesi fa Sara inizia ad arrampicare con me. Davvero tanta roba da subito, in alta quota sul facile non ha problemi anzi va da Dio”. “A causa della situazione meteo non ci sono evoluzioni per il momento”, fanno sapere oggi dal Peloton de gendarmerie de haute montagne di Chamonix. Nella cittadina francese è piovuto tutto il giorno. Sul versante italiano, a Courmayeur, le condizioni nel fondovalle sono migliori ma in alta quota la situazione è la stessa. Questa mattina l’elicottero si è alzato in volo, nella speranza che la cima del Bianco spuntasse fuori dalle nuvole.

Con una schiarita le guide avrebbero potuto essere calate per iniziare le ricerche sul terreno. “Ma è stato impossibile avvicinarsi”, spiegano dal Soccorso alpino valdostano. Domani sono previste condizioni migliori che potrebbero permettere nuovi tentativi. I due alpinisti italiani sabato sono riusciti a fornire le proprie coordinate, prima che i loro telefoni si spegnessero. Si trovavano a 4.600 metri di quota, lungo la via normale francese del Goûter. Ai 4.750 metri di quota del colle Major, sul Bianco, la temperatura misurata la notte scorsa da una centralina di Arpa Valle d’Aosta è scesa a quasi -13 gradi. I soccorritori sperano che i due italiani siano riusciti a ripararsi dal gelo e dalla bufera scavando una profonda buca nella neve, o calandosi in un crepaccio. Il rifugio più vicino è Capanna Vallot, a 4.362 metri. La salita iniziata alle 2 di notte di sabato dal rifugio des Cosmiques per affrontare la via normale francese dei Trois Mont Blanc è durata più del previsto: la cordata è arrivata ai 4.810 metri della vetta intorno alle 13. Undici ore, rispetto a un tempo che di solito va dalle quattro alle sei. Proprio una volta iniziata la discesa, lungo la via normale del Goûter è iniziato il loro incubo: l’arrivo della nebbia, la perdita dell’orientamento e la chiamata, disperata, ai soccorritori.

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Nicola Gratteri: abbattimenti di case abusive, lotta alla criminalità e il ruolo della cultura a Napoli

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In un intervento determinato e pieno di energia, il Procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, ha annunciato misure incisive contro l’abusivismo edilizio e ribadito l’importanza della lotta alla criminalità organizzata. Durante la manifestazione “Un borgo di libri”, tenutasi nella Cattedrale di Casertavecchia, Gratteri ha dichiarato di aver intensificato gli abbattimenti di edifici abusivi, portandoli a 12 al mese, contro i cinque o sei degli anni precedenti.

Tra i suoi prossimi obiettivi, ha annunciato la demolizione di 60 edifici abusivi nei Campi Flegrei, sottolineando che chi ha costruito in quelle aree sapeva di trovarsi in una zona rossa, dove l’indice di edificabilità è zero. “Non ci sono sconti da fare e non mi fermeranno”, ha affermato con decisione.

Gratteri, giunto da un anno nel suo ruolo a Napoli, ha riflettuto sull’importanza della cultura nella città partenopea. A suo avviso, Napoli è una città con una vivacità culturale unica, dove si vendono più biglietti per il teatro che a Roma o Milano. Questo è segno di una popolazione che non si limita alla criminalità di strada e alle infiltrazioni camorristiche, ma che mantiene anche un forte impegno intellettuale e sociale.

Rispondendo alle domande del giornalista Dario Del Porto, Gratteri ha evidenziato anche il capillare controllo del territorio grazie alla tecnologia: le 1.400 telecamere installate in città hanno contribuito alla soluzione di ben 20 degli ultimi 25 omicidi.

Il Procuratore ha inoltre sottolineato come la criminalità organizzata sia stata una delle prime a sfruttare i social media, utilizzando piattaforme come Facebook non appena la tecnologia si è resa disponibile. Questo, ha ricordato, evidenzia la necessità di un uso efficace della tecnologia anche da parte delle forze dell’ordine, soprattutto di fronte alle carenze di personale, sia nel tribunale di Napoli che nella Procura, dove mancano rispettivamente 50 giudici e 22 magistrati.

Gratteri non ha evitato di esprimere un giudizio severo su temi delicati come il rapporto tra magistratura e informazione. Ha criticato la recente norma che impedisce la pubblicazione dei contenuti dei provvedimenti restrittivi, definendola una “involuzione democratica” e un colpo alla libertà di stampa. Tuttavia, ha anche puntato il dito contro i giornalisti, colpevoli a suo dire di non aver preso posizione contro la riforma Cartabia al momento opportuno.

Il Procuratore ha poi lanciato un avvertimento contro i modelli negativi proposti ai giovani, come i neomelodici che inneggiano alla violenza contro le forze dell’ordine. Gratteri ha ribadito il suo impegno a parlare nelle scuole, uno dei rari inviti che accetta volentieri, pur mettendo in guardia i dirigenti scolastici sulla scelta degli ospiti. Ha citato un episodio in cui si è trovato a parlare contro le droghe accanto a un parlamentare che invece ne difendeva la liberalizzazione, con il plauso di molti studenti.

Nicola Gratteri continua a rappresentare una figura di riferimento nella lotta alla criminalità e all’abusivismo a Napoli. Il suo lavoro mira non solo a colpire le infrastrutture illegali e le reti criminali, ma anche a rafforzare la cultura e il senso civico di una città che, nonostante le difficoltà, mostra una vivacità e un potenziale unico.

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