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Cronache

Sea Watch a Catania, applausi e abbracci tra i migranti che scendono dalla nave

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Applausi, sorrisi e un accenno di intonazione dell’inno nazionale italiano. E’ diventata una festa lo sbarco a Catania dei 47 migranti da 13 giorni a bordo della SeaWatch 3 e al centro di un braccio di ferro tra l’Ong tedesca e il governo italiano che ha bloccato per cinque giorni la nave alla fonda al largo di Siracusa. I 32 maggiorenni sono stati portati con un autobus nell’hotspot di Messina in attesa della loro redistribuzione negli otto Paesi europei disponibili ad accoglierli, tra cui l’Italia. “Ne prenderemo uno” annuncia il ministro Salvini, in attesa di “sigillare i porti”, anche perche’, sostiene, “non possiamo farci dare lezione da qualche furbetto che viene dalla Germania con una nave…”. I 15 minorenni sono invece in un centro di accoglienza di Catania inserito nel progetto Fami del Viminale. Su loro la tutela del Tribunale per i minorenni che li rende “non trasferibili” senza l’autorizzazione del giudice. Ha avuto una navigazione lenta la Sea Watch 3, bloccata fino all’alba a Siracusa per un guasto al verricello dell’ancora. Infine la partenza, scortata da motovedette di Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto, fino alla destinazione finale: Catania. Subito dopo l’attracco e’ scattata la ‘festa’ con i migranti che hanno applaudito e si sono abbracciati tra loro e con l’equipaggio. Poi foto e video dalla nave sulla terra promessa. Che non conoscevano: alcuni di loro, dopo lo sbarco, hanno chiesto ai volontari della Cri “ma dove siamo?”; ricevendo chiarimenti, “siete in salvo, a Catania, in Italia, in Europa…”. “Le loro condizioni fisiche – spiega il presidente della Cri Siciliana, Luigi Corsaro – non destano particolare preoccupazione. Sicuramente il problema piu’ importante e’ quello psicologico di persone che per giorni sono state a bordo in attesa di sbarcare”. Felice per la soluzione adottata dal Tribunale per i minorenni e’ Giovanna Di Benedetto: “a ciascuno di loro e’ gia’ stato assegnato un tutore legale cosa per cui Save The Children si batte da tempo”. Ma lo sbarco non chiude la vicenda. Il ministro Salvini torna sui dubbi di correttezza sull’Ong: “Non mi sostituisco ai giudici, ma mi risulta che ci siano piu’ elementi di irregolarita’ nella Sea Watch: col mare in tempesta invece di andare in Tunisia sono venuti in Italia. Quanto meno strano”. Affermazioni che l’organizzazione non governativa contesta e, dopo avere scritto di essere “contenta che il calvario sia finito per i nostri ospiti”, ribadisce le perplessita’ per l’approdo alle pendici dell’Etna: “Dobbiamo andare a Catania – posta – un porto dove c’e’ un procuratore noto per la sua agenda sulle Ong che salvano in mare. Se questa non e’ una mossa politica, non sappiamo cosa sia. Speriamo per il meglio, ma ci aspettiamo il peggio”. Ma la temuta ipotesi di un sequestro o di un altro provvedimento giudiziario, almeno per il momento, non arriva. Poliziotti, finanzieri e uomini della Capitaneria di porto sono saliti sulla nave, ma per “indagini di routine” disposte dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, secondo “un protocollo consolidato nel tempo”. Polizia e fiamme gialle hanno sentito il capitano e l’equipaggio sulle operazioni di salvataggio e sulla rotta seguita. Accertamenti amministrativi sono in corso invece da parte della Capitaneria di porto. Al momento non ci sono indagati sostiene uno dei legali della Ong, l’avvocato Alessandro Gamberini, che anticipa la strategia di un’eventuale battaglia legale: “la competenza e’ radicata a Siracusa, dove la nave e’ approdata, non a Catania”. Da Torino intanto parte la battaglia di ‘Lasciateci entrare’ che ha denunciato il ministro per attentato alla costituzione, abuso in atti di ufficio, sequestro di persona, violenza privata e tortura. L’Unhcr, su Twitter, scrive che le Ong “hanno un ruolo vitale” per il salvataggio dei migranti nel Mediterraneo e, dunque, deve essere “ripristinata la capacita’ di soccorso e sbarco” per le navi umanitarie. E in serata il ministro apre un altro fronte immigrazione in Sicilia: “via al trasferimento degli ospiti dal Cara di Mineo: la partenza dei primi 50 e’ in programma il 7 febbraio, mentre entro fine mese lasceranno la struttura altri cento”. La chiusura entro l’anno.

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Cronache

Il Napoli di Conte è solo in testa, ma la classifica è sempre più corta

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Quando il gioco si fa duro tocca agli attaccanti fare la differenza e lanciare le big in una classifica ravvicinata che accende, dopo tanti anni di fughe, un campionato equilibrato. Dopo Morata, Lautaro e Vlahovic la domenica segnala Dia, che trascina la Lazio al successo sull’ex capolista Torino. In attesa del Napoli, ci sono nove squadre in tre punti. In seratail Napoli, invece,si affida più che a Lukaku ai suoi esterni offensivi, Politano e Kvaratskhelia, che segnano le due reti con cui la squadra di Antonio Conte, ora solitaria capolista del campionato, batte per 2-0 un Monza sempre più in crisi, al punto che ora il tecnico Nesta è a rischio. Cinte invece sorride, e rilancia le ambizioni da primato di una squadra, appunto il Napoli, decisa a riscattare la disastrosa annata del dopo scudetto.

La Roma ribalta con grande fatica la gara col Venezia e a decidere e’ il cucciolo della compagnia, Niccolo’ Pisilli. Segna il passo invece la Fiorentina nel derby toscano, ma l’Empoli sta meritatamente nel gruppo d’elite, e’ l’unica imbattuta insieme alla Juve. Sale a centroclassifica il Como superando il Verona con una doppietta di Cutrone e il sigillo di Belotti. Baroni si dimostra maturo per il salto di qualita’ in una squadra di rango. Il ko di Udine e Firenze sono stati metabolizzati dalla Lazio, Castellanos e Dia costituiscono una coppia bene affiatata, con la spinta a sinistra di Nuno Tavares e il peso a centrocampo di Guendouzi.

Dopo le vittorie con Venezia e Verona e’ arrivata una di ben diverso spessore, in casa del Torino di Vanoli, meritata e frutto di gioco di qualita’ e di un amalgama consolidato. Tante occasioni, vantaggio di Guendouzi, Provedel salva su Ilic, nella ripresa incursione vincente di Dia su velo di Zaccagni. Ma il Toro non si arrende: prima Adams e alla fine Coco, dopo il tris di Noslin, rendono ancora piu’ soddisfacente il successo della Lazio, promossa sul campo protagonista della nuova stagione.

Viaggio dall’infermo e ritorno per la Roma, fragile e spaesata nel primo tempo che il Venezia dell’amato ex Di Francesco domina passando in vantaggio con Pohjampalo. Sembra la fotocopia del flop con l’Empoli, che e’ costato il posto a De Rossi. Kone’ non incide, Soule’ gira a vuoto, Dovbyk non trova la porta. Juric, sentendo aria di bufera, richiama Kone’ e l’azzoppato Mancini, inserendo l’effervescente Baldanzi e il sempre piu’ convincente Pisilli che, al terzo tentativo di testa, trova all’Olimpico il gol dei tre punti che sognava da bambino, dopo che la fortuna fa incrociare un tiro di Cristante con una deviazione dell’ottimo Busio per il pareggio. Buono l’approccio dei veneti, veemente la reazione giallorossa, che da’ tempo a Juric per trovare un assetto in una squadra che ancora fa acqua da troppe parti. Impalpabile finora, a parte Dovbyk, il costoso mercato.

Sempre piu’ condizionato dai pareggi il torneo della Fiorentina, che si fa imporre il nulla di fatto dal roccioso Empoli che D’Aversa sta conducendo con perizia senza il suo migliore elemento, Fazzini, vicino al recupero. Kean si impegna molto, Colpani e’ sempre un po’ fumoso mentre Gudmundsson non ha lo stesso impatto della vittoria con la Lazio. Poche emozioni e alla fine l’Empoli difende con cura il pari. Sorride anche il Como di Fabregas che costringe il Verona alla terza sconfitta consecutiva. Paz costruisce e Cutrone conclude nella convincente manovra dei lombardi. Una doppietta dell’attaccante indirizza la sfida, dopo un rigore di Lazovic che la riequilibra per poco. Ma la svolta la fornisce un errore dell’arbitro Giua che da’ il secondo giallo impropriamente a Suslov. Il Como triplica con Belotti, troppo tardi arriva il 3-2 di Lambourde.

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Don Patriciello: Michele Di Bari è un prefetto tra la gente

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“Un prefetto tra la gente”. Così don Maurizio Patriciello intervenendo alla celebrazione della ricorrenza di San Michele, patrono della polizia, in corso al centro sportivo ‘Pino Daniele’ di Caivano, ha voluto sottolineare l’impegno del prefetto di Napoli, Michele di Bari. “Si chiama di Bari – ha proseguito – possiamo dire che è di Napoli per il suo impegno”.

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Trovato morto in una stalla, forse schiacciato da una mucca

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Un uomo di 56 anni è stato trovato senza vita in una stalla di Re, comune della val Vigezzo, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Il corpo è stato trovato dai vicini di casa, allertati dalla madre della vittima, preoccupata per il mancato rientro a casa del figlio. La stalla si trova a circa 500 metri dall’abitazione, in frazione Meis. Ancora non del tutto chiaro quanto accaduto. L’uomo potrebbe essere stato schiacciato da una mucca, che, secondo le prime informazioni disponibili, la vittima deteneva per hobby, oppure potrebbe aver avuto un malore.

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