Oggi senza Iv e con il difficile percorso di rafforzamento della maggioranza sono in molti, non solo Mattarella, a chiedere a Giuseppe Conte di fare in fretta prima che tutto precipiti.
L’ inchiesta, con il coinvolgimento del segretario udc Lorenzo Cesa, indagato, è un colpo simbolico forte. Per questo sono usciti allo scoperto prima Alessandro Di Battista, poi Luigi Di Maio.
Perché i 5 Stelle non possono accettare accostamenti del genere. Ma le trattative sull’uso del simbolo per la maggioranza non sono mai state realistiche. E, al contrario, la deriva del partito di Cesa potrebbe convincere alcuni (a cominciare da Paola Binetti) a mollare il gruppo. Si apre anche un vuoto al centro, che il nuovo gruppo contiano centrista potrebbe riempire.
Ma come? I numeri sono sempre quelli. Si aspettano una decina di deputati e tre senatori da Forza Italia. E si confida in una spaccatura di Italia viva. Alcuni sono pronti ad andarsene, ma Matteo Renzi li trattiene con una promessa: “Vedrete che entro una settimana non potranno fare a meno di noi e torneremo in maggioranza”. Voci danno Luigi Marattin in partenza per il Pd: “Non è vero – smentisce -. O il governo trova un’ altra maggioranza o torniamo noi. Conte che non parla con Renzi è da asilo nido”. Detto questo, annuncia, “non voteremo la relazione di Bonafede”.
Non è l’ unico orientato in questo senso. Molti sono i mal di pancia nel Pd, per esempio sulla prescrizione, ma anche nel Movimento, che ricorda il caso della scarcerazione dei mafiosi. Alcuni potenziali costruttori, come il forzista Luigi Vitali, si spingono oltre: “Non tornerò mai in un governo con Bonafede”. Come dire che “potrei tornare se non ci fosse lui”. Per questo si guarda alle mosse di Conte. Potrebbe agire entro mercoledì. Tornando al Quirinale, lanciando il Conte ter con un nuovo governo. E imbarcando la pattuglia dei costruttori.
In quale gruppo? Centro democratico sta crescendo alla Camera, ma a Palazzo Madama non ha senatori. C’è Emma Bonino, ma è su posizioni opposte. Quindi non si può usare da solo il nome Centro democratico: al limite si potrebbe aggiungere a un altro simbolo. Quale? Il Psi di Riccardo Nencini? Il Maie? Cambiamo di Toti?
A ora i numeri preoccupano. All’ultima fiducia al Senato erano 156, ai quali bisogna aggiungere un senatore M5S assente per Covid. Si conta di recuperarne 4-5 dall’ Iv, 3 da Forza Italia, 2 dall’ Udc. E siamo a 167. Togli tre senatori a vita si arriva a 164. Abbastanza per vivacchiare, non abbastanza per governare sereni.