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Scoppia il “Barça-gate”, l’accusa: pagato un milione ad una società per screditare sui social Messi e soci

Se non è il ‘Barçagate’, poco ci manca. I fatti risalgono allo scorso mese di aprile, quando il Barcellona dà incarico alla società di investigazioni Metodo 3 di spiare quattro dei suoi cinque vicepresidenti (Jaume Ferrer, Joan Boix, Joan Franquesa e Rafael Yuste), possibili candidati alla successione di Joan Laporta nelle elezioni presidenziali del 2010. La richiesta all’agenzia è partita da Joan Oliver, Direttore Generale del club, il quale non ne ha informato Laporta né gli interessati, tranne Franquesa che ha accettato volontariamente di sottoporsi all’indagine.

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Si complica la vicenda che vede Cadena Ser accusare il Barcellona di aver pagato un milione di euro alla società privata I3 Ventures per screditare alcuni giocatori sui social network. Ieri il club aveva smentito decisamente, ma la radio è tornata all’attacco confermando quanto rivelato domenica notte nel corso del programma ‘El larguero’. Lo ha fatto pubblicando un dossier di 36 pagine nelle quali si conferma la gestione da parte di I3 Ventures di alcuni account di social media che avrebbero trasmesso messaggi negativi contro tesserati dello stesso Barcellona – tra i quali Leo Messi e sua moglie Antonela, Piquè, Xavi, Guardiola – con il fine di metterli in cattiva luce o di creare loro pressioni. Cadena Ser sostiene inoltre di poter provare che il denaro per pagare i servizi di I3 Ventures sarebbe inserito nella contabilità non ufficiale del club catalano. Davanti ad una valanga di accuse così gravi, la società ha convocato una riunione del direttivo del Barcellona. Non solo, c’è stata anche una riunione del presidente Josep Maria Bartomeu con i giocatori per chiarire il caso della società privata I3 Ventures sollevato dalla rivelazioni di Cadena Ser. Fonti vicine a Bartomeu fanno sapere, secondo quanto riporta ‘Mundo Deportivo’, che “in nessun momento la società ha voluto screditare i giocatori, perchè sono un patrimonio del club”. Oltretutto, la presidenza considera “senza senso” questo tipo di attività. Ecco quindi che Bartomeu ha deciso di riunirsi con i giocatori per tranquillizzarli. Allo stesso tempo il Barca, prossimo rivale del Napoli negli ottavi di Champions, sta studiando quali azioni legali intraprendere per tutelarsi.

Il presidente del Barça. Josep Maria Bartomeu assieme alla bandiera del calcio catalano Piquet

La notizia, vero o presunta che sia, in Spagna ovviamente monta. I giornali spagnoli e quelli argentini l’hanno già rubricata come il ‘Barcagate’. E cresce l’indignazione della maggioranza dei membri del consiglio di amministrazione del club, che – scrive Sport – non sapeva nulla sul costo del contratto tra il Barcellona e I3 Venture, e tanto meno che questa società ha creato account su Twitter e Facebook per screditare diversi giocatori blaugrana. Lo stupore cresce con il passare delle ore perchè non si capacitano come il rapporto commerciale con I3 Venture sia stato nascosto al cda, perchè non sia mai stato esposto durante la riunione bisettimanale della commissione esecutiva, perche’ non sia passato attraverso la commissione di premi e come è possibile che siano stati pagati un milione di euro per monitorare account con così pochi follower. Ieri sera, riferisce ancora Sport, c’è stata una riunione d’emergenza convocata da Bartomeu a cui hanno partecipato l’amministratore delegato del club, Carscar Grau, il capo dell’area della presidenza, Jaume Masferrer e diversi membri del cda, tra i quali Jordi Cardoner e Maria Teixidor.

Ma qual è la posizione ufficiale del Barcellona? Che cosa risponde a queste accuse il presidente del Barcellona Josip Maria Bartomeu? “Voglio che sia ben chiaro di fronte ai soci, e che nessuno abbia dubbi: il Barcellona – sostiene Josip Maria Bartomeu – non ha mai contrattato alcuna impresa affinchè screditasse i nostri giocatori o gli ex, o politici, presidenti e dirigenti vari. È tutto falso, e ci difenderemo nei modi dovuti: mai abbiamo voluto gettare fango su qualcuno”. Bartomeu ha ammesso il rapporto del club con la societa’ ‘I3 Ventures’, con cui ora ci sarà la rescissione contrattuale. “Alla fine del 2017 – ha spiegato il presidente – noi come Barca ci siamo accordati con un’impresa, a proposito della quale in mattinata ho dato disposizione di interrompere ogni rapporto. Alla domanda se li abbiamo incaricati di occuparsi sui social di preservare la nostra immagine, rispondo positivamente. Alla domanda se li abbiamo incaricati di screditare l’immagine di determinate persone, la risposta è invece negativa e perseguiremo chi ci accusa di averlo fatto. Garantisco che ci difenderemo”.

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Proteine e test per diagnosi, nuove frontiere sulla Sla

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Nove progetti di ricerca sulla Sla, dallo sviluppo di un nuovo test diagnostico all’identificazione di possibili biomarcatori tramite lo studio del ruolo svolto dal muscolo scheletrico nella malattia. Con un finanziamento di 840mila euro, AriSLA, Fondazione italiana di ricerca per la Sla Ets, supporterà i progetti, coinvolgendo 15 gruppi di lavoro distribuiti in sette diverse regioni italiane Tra i nuovi studi, due sono quelli quelli ‘full grant’, cioè che sviluppano ambiti di studio promettenti, basati su solidi dati preliminari. ‘Defineals’, coordinato da Gianluigi Zanusso dell’Università di Verona, ha l’obiettivo di sviluppare un test affidabile per diagnosticare e monitorare la progressione della Sla correlata a TDP-43, una proteina che in condizioni normali svolge un ruolo fondamentale in diverse funzioni cellulari, e nei pazienti con Sla risulta aggregata.

Saranno raccolti tramite tampone nasale campioni da 60 pazienti con diagnosi di probabile Sla e da 60 soggetti controllo (30 controlli sani e 30 con altre patologie neurologiche). Per la ricerca della proteina TDP-43 sui campioni saranno effettuati studi immunocitochimici e molecolari. Il progetto ‘MoonAls’, coordinato da Giovanni Nardo dell’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs di Milano, studierà la fisiopatologia della Sla indagando il ruolo svolto dal muscolo scheletrico nella malattia per identificare possibili biomarcatori. In particolare, nei modelli murini a lenta e rapida progressione e nelle colture cellulari verranno studiate le molecole rilasciate dalle cellule satellite, ossia le cellule staminali del muscolo scheletrico, per verificare se possono contrastare l’atrofia muscolare indotta dalla Sla.

Infine, sarà valutato l’effetto del trapianto di cellule satellite sull’atrofia muscolare e sulla progressione della Sla in modelli murini. Gli altri sette progetti sono ‘Plot Grant’, ossia studi esplorativi con lo scopo di sperimentare idee innovative. ‘Flygen’, coordinato da Arianna Manini dell’Istituto Auxologico Italiano di Milano, intende identificare nuove cause genetiche di Sla in pazienti con un’alta probabilità di avere mutazioni genetiche, come quelli con forte storia familiare di Sla o esordio estremamente precoce, sinora non diagnosticati dal punto di vista genetico. Tra questi, anche il progetto coordinato da Riccarda Granata dell’Università degli Studi di Torino, nel quale saranno valutati gli effetti protettivi della molecola Mr-409, e quello coordinato da Antonio Orlacchio dell’Università di Perugia, con il quale si mira a identificare nuovi geni correlati alla Sla giovanile.

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Ambiente

Cop29, respinta ipotesi di aiuti per 300 miliardi

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Alla Cop29 di Baku i paesi ricchi provano a chiudere l’accordo sul fondo di aiuti climatici, alzando l’offerta a 300 miliardi di dollari all’anno dal 2035. Ma ai paesi più poveri sembrano ancora troppo pochi: così lasciano il tavolo delle trattative, anche se non escono dal negoziato. La situazione è confusa, le riunioni si susseguono. In serata viene fissata una nuova assemblea plenaria. La Cop29 doveva chiudersi venerdì. Ma l’accordo sugli aiuti climatici (il dossier più importante) non è stato raggiunto, e la conferenza è stata prolungata ad oggi. Venerdì era stata pubblicata una bozza di documento finale sulla finanza, con un compromesso proposto dalla presidenza azera. I paesi sviluppati si impegnavano a versare 250 miliardi di dollari all’anno dal 2035 in aiuti ai paesi in via di sviluppo per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico. Questa cifra era fatta di contributi pubblici a fondo perduto, ma anche di prestiti da banche multilaterali di sviluppo e banche private. La proposta era stata respinta dai paesi emergenti e in via di sviluppo del G77+Cina.

Questi chiedono 1.300 miliardi di dollari all’anno dal 2025, prevalentemente in contributi pubblici a fondo perduto, e sostengono che non si possa scendere sotto 300 miliardi all’anno dal 2030 e 390 dal 2035 (le cifre minime di aiuti indicate da uno studio di consulenti della Cop). Oggi i paesi sviluppati hanno provato ad alzare l’offerta, arrivando a 300 miliardi. In più, hanno precisato nella bozza che i paesi in via di sviluppo possono erogare aiuti, ma non hanno alcun obbligo, e i loro soldi non rientrano nel conteggio dei 300 miliardi. Un modo per accontentare la Cina, che per l’Onu risulta ancora paese in via di sviluppo: Pechino vuole erogare i suoi aiuti senza avere vincoli. La bozza accontenta anche l’Arabia Saudita, perché non aumenta gli impegni di decarbonizzazione rispetto a quanto deciso l’anno scorso alla Cop28 di Dubai. La Ue ha dovuto cedere su questo, come pure su diritti umani e delle donne, citati in modo generico.

Ma il gruppo dei paesi meno sviluppati (Ldc) e quello dei piccoli stati insulari (Aosis) hanno bocciato anche questa proposta. “Siamo temporaneamente usciti, ma rimaniamo interessati nei negoziati finché non otteniamo un accordo equo”, ha scritto su X Jiwoh Emmanuel Abdulahi, ministro dell’Ambiente e del cambiamento climatico della Sierra Leone. Cedric Schuster, presidente dell’Alleanza dei piccoli stati insulari (Aosis), in un comunicato ha detto che “siamo usciti dalle discussioni in stallo sull’Ncgg (l’obiettivo di finanza climatica, n.d.r.), che non stava offrendo alcun progresso. Ci siamo ritrovati continuamente insultati dalla mancanza di inclusione, le nostre richieste sono state ignorate”. “Un’altra Cop sta fallendo – ha commentato Greta Thunberg su X -. La bozza attuale è un completo disastro”. Più ottimista l’invia americano sul clima, John Podesta: “Spero che sia la tempesta prima della calma”.

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Coppa Davis, Berrettini soffre ma vince: Italia 1 – Australia 0

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Inizia nel migliore dei modi la semifinale di Coppa Davis per l’Italia, grazie alla straordinaria vittoria di Matteo Berrettini. L’azzurro ha sconfitto l’australiano Thanasi Kokkinakis in tre set con il punteggio di 6-7, 6-3, 7-5, regalando il primo punto agli Azzurri nella sfida contro l’Australia.

La partita non è stata priva di difficoltà per il tennista romano, che nel primo set ha sprecato ben tre set point, cedendo poi il parziale al suo avversario nel tie-break. Sembrava che l’inizio in salita potesse compromettere l’esito del match, ma Berrettini ha dimostrato ancora una volta grande carattere e capacità di reazione.

Nel secondo set, l’azzurro ha imposto il suo ritmo, dominando Kokkinakis e chiudendo il parziale con un netto 6-3. Il terzo e decisivo set è stato più equilibrato, ma Berrettini ha saputo mantenere la lucidità nei momenti cruciali, strappando il servizio all’australiano nel finale e conquistando la vittoria con un 7-5 decisivo.

Grazie a questo successo, l’Italia si porta sull’1-0 nella semifinale contro l’Australia. Ora tutte le attenzioni si spostano sulla seconda sfida di giornata, che vede impegnati Jannik Sinner e Alex De Minaur. In caso di parità dopo i singolari, sarà il doppio a decidere l’esito della semifinale.

Una prestazione di grande carattere per Berrettini, che conferma la sua capacità di brillare nei momenti più importanti. Gli Azzurri mettono un primo tassello verso la finale di Coppa Davis

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