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Sciopero sanità privata a Napoli: lavoratori chiedono rinnovo del contratto e pari dignità con il pubblico

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Si è tenuta a Napoli una manifestazione organizzata dai sindacati della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil, che ha visto la partecipazione di numerosi lavoratori della sanità privata, in protesta per il mancato rinnovo del contratto e le difficili condizioni lavorative. La manifestazione, parte dello sciopero nazionale della sanità privata, ha avuto come obiettivo principale la richiesta di retribuzioni più eque e il riconoscimento della professionalità dei lavoratori del settore, che non vedono un rinnovo contrattuale da diversi anni.

Il corteo ha preso il via dalla sede Aiop di Napoli per poi concludersi davanti al Palazzo della Regione. Alfredo Garzi, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil Napoli e Campania, ha spiegato che i lavoratori chiedono un nuovo contratto per garantire diritti e tutele in un settore che, pur essendo privato, svolge un servizio pubblico essenziale per la salute dei cittadini.

Anche Massimo Imparato, coordinatore regionale della Funzione Pubblica Cisl, ha sottolineato l’importanza della protesta, definendola una battaglia per la dignità e il rispetto di tutti i professionisti della sanità privata. Ciro Chieti, segretario nazionale della sanità privata per la Uil, ha ribadito che lo sciopero continuerà fino a quando non sarà firmato un contratto che restituisca dignità ai lavoratori, ricordando che in alcune strutture, come le RSA, i contratti non vengono rinnovati da oltre dodici anni.

Tra i partecipanti alla manifestazione anche Paolo Esposito, presidente dell’Ordine dei Fisioterapisti di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta, che ha espresso la sua solidarietà ai fisioterapisti e ai professionisti della riabilitazione della sanità privata, affermando: “Continueremo a sostenere la lotta affinché si giunga presto a un contratto unico che equipari i lavoratori della sanità privata a quelli della sanità pubblica”.

Al termine dell’incontro, i rappresentanti della Regione si sono impegnati a portare le istanze dei lavoratori della sanità privata alla conferenza Stato-Regioni, cercando di trovare una soluzione al problema del rinnovo contrattuale.

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Cronache

Torre del Greco, in fin di vita studente caduto dalla finestra di una scuola superiore

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Un grave incidente è avvenuto nell’ ‘Istituto Superiore E. Pantaleo, situato in via Cimaglia a Torre del Greco questa mattina. Poco prima dell’inizio delle lezioni, uno studente di 16 anni è precipitato dalla finestra della sua aula, situata al secondo piano dell’edificio.

Non appena è stato dato l’allarme, i carabinieri sono intervenuti sul posto, avviando immediatamente le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente, che al momento resta ancora incerta. Le cause della caduta del giovane studente sono in corso di accertamento, e gli inquirenti stanno lavorando per ricostruire con precisione quanto accaduto.

Il ragazzo, soccorso prontamente dai sanitari del 118, è stato trasferito d’urgenza in codice rosso presso l’Ospedale del Mare. Le sue condizioni risultano gravissime, ed è attualmente in pericolo di vita: i medici lo stanno operando.

L’episodio ha gettato nello sconforto studenti, insegnanti e personale scolastico, mentre si attendono ulteriori aggiornamenti sull’evolversi delle condizioni del giovane e sulle indagini.

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Esteri

Luis Armando Albino: il bambino scomparso ritrovato 70 anni dopo grazie al DNA

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Nel 1951, Luis Armando Albino, un bambino di soli sei anni, fu rapito in un parco di West Oakland, California, mentre giocava con il fratello maggiore. Era il 21 febbraio, e la famiglia Albino, arrivata da Puerto Rico solo sei mesi prima, non parlava ancora bene l’inglese. Quel giorno, Luis fu attirato da una donna che parlava spagnolo e che gli offriva caramelle, per poi sparire senza lasciare traccia. Nonostante gli sforzi della polizia, dell’FBI e persino dell’esercito, le ricerche non portarono a nulla, lasciando la famiglia nella disperazione.

Per anni, la madre di Luis, Antonia, non si arrese, continuando a cercare il figlio. Anche la nipote di Luis, Alida Alequin, non ha mai smesso di credere che suo zio fosse vivo. Nel 2020, Alida decise di fare un test del DNA online per curiosità e, sorprendentemente, scoprì una corrispondenza con un uomo che viveva sulla costa est degli Stati Uniti. Con l’aiuto delle figlie, riuscì a rintracciare delle foto di quest’uomo e notò una straordinaria somiglianza con il Luis bambino.

Le indagini della polizia di Oakland e un test del DNA confermarono l’incredibile verità: Luis Armando Albino era vivo. Oggi è un pompiere in pensione e veterano del corpo dei Marines. Luis ha vissuto tutta la sua vita credendo di essere stato cresciuto dai suoi rapitori come figlio loro, ma non ha mai dimenticato del tutto il giorno in cui fu rapito.

Nel giugno 2024, con l’assistenza dell’FBI, Luis è tornato a Oakland per incontrare la sua famiglia, e il giorno seguente ha riabbracciato il fratello Roger dopo oltre 70 anni. Questo incontro ha rappresentato una chiusura emotiva per tutta la famiglia. Roger è morto poco dopo, ma come ha detto Alida, “se ne è andato contento sapendo che Luis era stato ritrovato”.

Questa storia straordinaria è un esempio di come, anche dopo decenni, non bisogna mai perdere la speranza quando si tratta di persone scomparse. Alida ha voluto rendere pubblica la vicenda per dare speranza ad altre famiglie che, come la sua, cercano ancora i propri cari.

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Esteri

Beirut, giornata più sanguinosa dal 1975: 492 morti sotto i raid israeliani

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Beirut ha vissuto ieri la sua giornata più sanguinosa dai tempi della guerra civile del 1975-1990. Secondo quanto riportato dai media libanesi e internazionali, i continui raid aerei israeliani contro Hezbollah hanno provocato almeno 492 morti, tra cui 35 bambini e 58 donne. Il bilancio dei feriti supera i 1.600.

Questo drammatico episodio segna il giorno con il più alto numero di vittime per il Libano negli ultimi trent’anni. L’intensificazione delle ostilità ha sconvolto la capitale, suscitando preoccupazioni per un’escalation ulteriore del conflitto, già caratterizzato da un aumento della violenza e del numero di civili coinvolti.

La situazione a Beirut e in Libano continua a essere estremamente critica, con nuovi aggiornamenti che confermano il tragico bilancio delle vittime dei raid israeliani del 23 settembre 2024.  Gli attacchi, parte dell’operazione “Northern Arrows” delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), hanno colpito principalmente roccaforti di Hezbollah nel sud del Libano, nella Valle della Bekaa e nei sobborghi di Beirut, causando anche distruzione di ospedali e infrastrutture civili.

In risposta, Hezbollah ha lanciato circa 150 razzi contro basi militari israeliane e aree nel nord di Israele, intensificando ulteriormente il conflitto. Israele ha avvisato i civili libanesi di evacuare le aree coinvolte, mentre il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l’obiettivo è smantellare la capacità militare di Hezbollah, pur ribadendo che il conflitto non è rivolto contro il popolo libanese.

La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per l’escalation, con l’Unione Europea e vari paesi arabi che chiedono un immediato cessate il fuoco e una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per discutere la crisi. Iraq, Iran e Siria hanno condannato le azioni israeliane, mentre l’Egitto ha invocato un intervento internazionale per fermare la spirale di violenza.

La situazione rimane fluida, con il rischio di un conflitto più ampio che potrebbe destabilizzare ulteriormente la regione​.

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