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Cronache

Scampia, arrestati gli assassini di Ciro Maisto: c’è anche Marco Di Lauro, accusato di essere il mandante

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Secondo gli investigatori hanno fatto uccidere i suoi stessi capi del clan, così Ciro Misto nel 2008 trovala morte. Aveva messo in discussione la leadership del clan che all’epoca era retto da Marco Di Lauro e così venne decisa la sua esecuzione anche per non rischiare che passasse con gli Scissionisti o che decidesse di pentirsi e collaborareconbla giustizia.

I Carabinieri del  Nucleo Investigativo di Napoli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro indagati, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, all’esito di articolate indagini svolte dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti dei responsabili dell’omicidio di  Ciro Misto, perpetrato in Napoli il 6.8.2008 all’interno della villa comunale di Secondigliano.

Le attività di indagine – fondate su intercettazioni, dichiarazioni di collaboratori di giustizia e riscontri oggettivi – hanno consentito di individuare nei quattro arrestati i mandanti, gli organizzatori ed esecutori materiali dell’evento delittuoso, che si inserisce temporalmente a margine nella c.d. “seconda faida” di Scampia ma che in realtà viene ricondotto ad una “epurazione” interna al clan Di Lauro. Maisto aveva messo in discussione la leadership del clan, in quel momento retto da Marco Di Lauro, latitante ma presente sul territorio.


Ciro Maisto, elemento di spicco del clan, è stato assassinato in prossimità del rione Dei Fiori, noto come “Terzo Mondo”, quartier generale del clan Di Lauro. La vittima è stata attirata in un tranello da altri affiliati, che lo hanno ucciso esplodendogli contro vari colpi di pistola.
Tra i soggetti colpiti dalla misura cautelare figura, in qualità di mandante, Marco Di Lauro, tratto in arresto nel marzo 2019 dopo circa 15 anni di irreperibilità e già inserito nell’elenco dei latitanti più ricercati a livello nazionale.
Come è noto,  Marco Di Lauro è stato già condannato, non in via definitiva, per l’omicidio di Attilio Romanò , vittima innocente di camorra, ucciso dai sicari del clan nel 2005.

Soggetti attinti da misura cautelare:
1. DI LAURO MARCO, nato a Napoli il 16.6.1980;
2. SPINELLI PASQUALE, nato a Napoli il 27.7.1976;
3. TALOTTI Nunzio, nato a Napoli il 24.1.1979;
4. VIZZACCARO Gennaro, nato a Napoli il 16.2.1976.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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