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Politica

Salvini a “processo” per il caso della nave Gregoretti, esplode lo scontro con Conte-Di Maio

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Matteo Salvini vive il caso Gregoretti un po’ come Donald Trump l’impeachment: come una macchinazione politica e un’ingiustizia. Il leader della Lega si paragona al presidente Usa nel giorno in cui la Giunta per le immunita’ del Senato avvia il ‘processo’ per decidere sull’autorizzazione a procedere chiesta del Tribunale di Catania. Nelle carte inviate dai giudici c’e’ una nota di Palazzo Chigi che nega si sia mai parlato in Consiglio dei ministri della nave della Guardia costiera con 131 migranti a bordo. “Conte e gli altri sapevano”, replica la Lega, infuriata con Luigi Di Maio e M5S, pronti a mandare alla sbarra Salvini. Il capo cinquestelle, gia’ collega vicepremier, “e’ un piccolo uomo, squallido umanamente”, attacca il segretario leghista.

L’ex ministro dell’Interno e’ convinto di aver agito nell’interesse nazionale, “con il consenso di tutto il governo, e lo dimostreremo con le carte – dice -. Non vedo l’ora di spiegare le mie ragioni al Senato e nel caso in Tribunale”. Salvini pero’ crede che “alcuni giudici usino il loro ruolo per fare politica” e che “qualcuno a sinistra usi qualsiasi arma a disposizione per sovvertire la volonta’ popolare”. In Italia come negli Stati Uniti e come in Israele con il premier Bibi Nethanyau. Quasi un complotto internazionale anti-sovranista, al quale il senatore contrappone il suo “non rimpiango nulla”. Anzi, “se gli italiani mi rivoteranno rifaro’ le stesse cose” sui migranti, assicura Salvini. Quelle azioni che rivendica di aver condiviso con tutto il governo gialloverde. Ma gli alleati di un tempo, che ora stanno con il Pd, lo mollano. Il caso analogo della nave Diciotti, sul quale M5S voto’ no in Giunta, “fu una decisione del Governo – sentenzia Di Maio -, la Gregoretti fu propaganda dell’allora ministro Salvini. Ha sempre detto ‘mi faccio processare’, ora lo vedo un po’ impaurito”. Nello scontro entra anche la presidenza del Consiglio. Una nota del segretario generale in risposta al Tribunale dei ministri di Catania afferma che la questione Gregoretti non fini’ all’ordine del giorno in alcuna riunione del governo. Il documento e’ dell’ottobre scorso, gia’ in epoca di Conte 2, mentre la vicenda e’ di luglio, ancora in tempi di Conte 1.

Secondo fonti leghiste, invece, “ci furono numerose interlocuzioni tra Viminale, presidenza del Consiglio, ministero degli Affari Esteri e organismi comunitari. Il via libera allo sbarco fu annunciato dal ministro dell’Interno” dopo l’accordo con l’Ue. Versioni opposte, mentre i giudici di Catania nel loro atto d’accusa contestano all’allora ministro il sequestro di persona dei migranti, lasciati dal 27 al 31 sulla Gregoretti, nonostante il decreto sicurezza bis non si applicasse alla navi militari. Salvini secondo i magistrati che chiedono di processarlo non aveva alcuna motivazione valida per rimandare l’assegnazione del porto sicuro previsto dalle leggi internazionali. Le 59 pagine della richiesta di autorizzazione a procedere sono allo studio dei membri della Giunta del Senato, che dovrebbe pronunciarsi il 20 gennaio. Poi ci saranno altri 30 giorni prima del voto definitivo dell’Aula del Senato. A complicare le cose il fatto che tre componenti dell’organismo siano passati dal Pd a Italia Viva e uno dal M5S alla Lega. “Salvini ha 15 giorni per presentare una memoria difensiva”, ricorda il presidente dell’organismo Maurizio Gasparri. E mentre Giorgia Meloni difende Salvini, Sea Watch vince l’appello al Tribunale civile di Palermo e potra’ tornare in mare: e’ la nave di Carola Rackete, la capitana anti-Capitano

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Psi, per Regionali in Campania lista aperta al riformismo e al futuro del Sud

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Il segretario regionale del Psi, Michele Tarantino ha convocato una riunione insieme ai membri della direzione nazionale di Napoli(Antonio Demitry, Roberto De Masi, Pasquale Sannino e Antonella Marciano, Felice Laudadio), al consigliere regionale socialista, Andrea Volpe, Marco La Monica, Felice Iossa e Giulio Di Donato, per discutere il nuovo percorso politico del Partito Socialista Italiano in vista delle Regionali 2025. Il PSI lancia un appello a tutte le forze riformiste, ai movimenti civici e a quei cittadini “che non si sentono rappresentati dagli attuali partiti ma vogliono contribuire a costruire una proposta politica innovativa, inclusiva e concreta.

La lista socialista è pronta ad accogliere le istanze di chi desidera un Mezzogiorno più forte, coeso e protagonista di un’Italia moderna e solidale. Invitiamo tutte le realtà riformiste, associative e civiche, e i cittadini che non si riconoscono nei partiti tradizionali a unirsi alla nostra lista e al nostro progetto. Insieme possiamo costruire una Campania e un Mezzogiorno più giusti, moderni e capaci di rispondere alle sfide del futuro”. “La recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale delle proposte di autonomia differenziata rende evidente la necessità di ripensare il regionalismo in Italia”.

Il PSI “intende aprire un dibattito serio e costruttivo su questo tema cruciale per il futuro del Mezzogiorno. A gennaio, avvieremo una grande Conferenza sul Regionalismo, coinvolgendo esperti, rappresentanti istituzionali e cittadini. Sarà un’occasione per elaborare proposte innovative che coniughino equità territoriale, efficienza amministrativa e solidarietà tra i territori, garantendo risorse e opportunità uguali per tutti”. “Guardando alle elezioni regionali del 2025, il PSI invita tutto il centro-sinistra ad avviare un dialogo aperto e costruttivo per definire un programma condiviso e ambizioso, così come indicato dal Segretario Nazionale, Enzo Maraio. È necessario rispondere insieme alle sfide della Campania, con particolare attenzione a temi come la giustizia sociale, la sanità, il lavoro, l’ambiente e il rilancio del Mezzogiorno. L’obiettivo è costruire una coalizione forte e coesa, in grado di offrire ai cittadini una visione chiara e condivisa per il futuro della Regione”, conclude la nota.

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Università e ospedali plurisecolari su francobolli Italia

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Tre universita’ e cinque ospedali ”storici” italiani compariranno sui francobolli italiani. L’emissione dedicata alle università e’ stata emessa oggi e riguarda le universita’ di Napoli, Trieste e Firenze. La serie dedicata agli ospedali comparira’ invece il 24 novembre prossimo e riguardera’ ospedali di Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Le vignette dei francobolli (tutti validi per la posta ordinaria) mostrano per le universita’:

  • -una prospettiva della facciata principale dell’Università degli Studi di Napoli” Federico II” istituita il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro romano Impero;
  • -su uno sfondo che riprende i colori istituzionali del centenario dell’Università degli Studi di Trieste, una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo;
  • -l’ingresso del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze che, nel 2024, celebra i 100 anni dalla sua fondazione; Per gli ospedali le vignette mostrano;
  • -ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: il Loggiato di ingresso, progettato da Bernardo Buontalenti nel 1574, in cui è visibile l’affresco “Annunciazione” del XVII secolo attribuito al Pomarancio; -ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia;
  • – il Portego delle Colonne della Scuola Grande di San Marco a Venezia (1485-1495);
  • -Ca’ granda ospedale maggiore policlinico di Milano: la Sala del Capitolo d’estate, edificata nel 1637 su progetto di Francesco Richini, che ospita l’archivio storico;
  • -ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma: le Corsie Sistine risalenti al XV secolo; -ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli: la Farmacia storica degli Incurabili con i vasi in maiolica del 1747-1751.

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Giustizia, stretta sulle toghe politicizzate e sui reati informatici: il decreto del governo in arrivo

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La riforma della giustizia torna al centro del dibattito con il nuovo decreto che il governo si appresta a varare lunedì prossimo in Consiglio dei Ministri. Tra le novità principali, spiccano due misure destinate a far discutere: l’introduzione di sanzioni per i magistrati che non rispettano il dovere di astensione in casi di conflitto di interesse e una stretta sui reati informatici e sul dossieraggio illegale.

Sanzioni per le toghe politicizzate

Il decreto introduce una nuova norma che obbliga i magistrati a astenersi dal giudicare su questioni rispetto alle quali si sono già espressi pubblicamente attraverso editoriali, convegni o social network. In caso di violazione, il Consiglio Superiore della Magistratura potrà adottare sanzioni che vanno dall’ammonimento alla censura, fino alla sospensione.

Secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, questa norma intende tutelare il principio di imparzialità della magistratura, un obiettivo che la maggioranza considera fondamentale per garantire l’equilibrio tra i poteri dello Stato.

La misura ha già suscitato polemiche tra le toghe e riacceso il dibattito sulla presunta politicizzazione della magistratura. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha espresso preoccupazione per quella che definisce un’“invasione di campo” da parte del governo.

La questione delle migrazioni e il caso Silvia Albano

La norma sulle toghe politicizzate sembra trarre origine da recenti tensioni tra il governo e alcune sezioni della magistratura, in particolare sui temi legati all’immigrazione. Emblematico il caso della giudice Silvia Albano, che aveva criticato l’accordo tra Italia e Albania sui migranti, trovandosi poi a giudicare direttamente su questa materia.

Albano, presidente di Magistratura Democratica, è stata bersaglio di critiche da parte della maggioranza per la sua posizione pubblica contro il “decreto Paesi sicuri”. La sua decisione di non convalidare il trattenimento di 12 migranti nel centro italiano in Albania ha sollevato ulteriori tensioni.

Stretta sui reati informatici e dossieraggi

Il decreto affronta anche il problema dei reati informatici, introducendo nuove misure per contrastare l’accesso abusivo ai database pubblici. Tra le novità principali:

  • Arresto in flagranza per chi viola sistemi informatici di interesse pubblico, militare o legati alla sicurezza nazionale.
  • Trasferimento delle indagini sui reati di estorsione tramite mezzi informatici alla procura Antimafia, guidata da Giovanni Melillo.

Queste misure arrivano in risposta a recenti scandali legati al dossieraggio illegale, come l’indagine della DDA di Milano sulla “centrale degli spioni” che trafugava dati sensibili da banche dati governative, coinvolgendo figure politiche di primo piano come la premier Giorgia Meloni.

Un antipasto per la riforma delle carriere

Questo decreto rappresenta solo l’inizio di un più ampio progetto di riforma delle carriere di giudici e pm che il governo sta portando avanti in Parlamento. La maggioranza intende ridefinire i rapporti tra i poteri dello Stato, nonostante le inevitabili polemiche con la magistratura.

Secondo il ministro Nordio, l’obiettivo è garantire un sistema giudiziario più equo e trasparente, ma l’ANM e altre voci critiche temono che queste misure possano indebolire l’autonomia delle toghe.

Un Natale caldissimo per la giustizia italiana

Le nuove norme, che toccano temi delicati come la gestione dell’immigrazione, i reati informatici e l’imparzialità dei magistrati, promettono di accendere il dibattito politico e giudiziario. Il governo va avanti, ma il confronto con le toghe e le associazioni di categoria si preannuncia acceso.

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