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Salvini, 90% treni in orario, l’opposizione attacca

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Salvini rompe il silenzio sul caos treni e scende in campo in difesa di Ferrovie e Rfi mentre infuria la polemica sui forti ritardi che da settimane si accumulano soprattutto sull’alta velocità. “Ringrazio migliaia di lavoratrici e lavoratori delle Ferrovie, di Rfi e di Trenitalia che stanno dando il massimo per fornire un servizio all’altezza, con una puntualità in questi giorni (sia Alta Velocità che Regionali) superiore al 90%, nonostante 1.400 cantieri aperti per manutenzione, investimenti e maggior sicurezza per un importo di 650 milioni di euro, più di 700mila passeggeri trasportati nella sola giornata di ieri”, dice il vicepremier e ministro di Trasporti e Infrastrutture replicando alle “critiche di certa sinistra”. L’opposizione intanto da giorni punta il dito su questa estate da “inferno” per i trasporti e le infrastrutture e il Codacons intanto ha calcolato che dal primo all’11 agosto in ben 84 casi ci sono stati rallentamenti, sospensioni o cancellazioni sull’alta velocità e sulla convenzionale. Stesso copione dei giorni precedenti: tra il 16 e il 25 luglio la somma si è attestata a 74.

E per i lavori programmati e annunciati, da Milano a Roma i tempi si allungano di 80 o 120 minuti a seconda delle tratte. Nel mirino dell’opposizione il ‘silenzio’ di Salvini: “la rete ferroviaria nazionale va in tilt” e “il ministro onnipresente per eccellenza, questa volta tace”, tuona Sandro Ruotolo della segreteria nazionale Pd. Per il portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli “Il ministro Salvini tace ma è lui il responsabile di questo fallimento, da titolare dei Trasporti. Per questo lanciamo una raccolta di firme per chiedere le sue dimissioni”. Per Antonio Misiani, responsabile Economia, finanze, imprese e infrastrutture nella segreteria Pd, ” La situazione è chiaramente sfuggita di mano ma il ministro Salvini” e dopo “un luglio nerissimo per chi usa le ferrovie, fino alla fine di agosto i treni ad alta velocità diventeranno un miraggio”. E avverte: “Chiederemo conto a lui e a Rfi di tutto. I cittadini hanno il diritto di sapere cosa è stato fatto e cosa non ha funzionato”.

La dichiarazione di Salvini viene anche bollata come “la balla spaziale dell’Estate 2024” dal segretario di Più Europa Riccardo Magi. Facendo il verso a un film satirico, Magi parla di “Sovranisti su Marte” e di un “ministro dei Trasporti marziano” convinto che “in Italia i treni sono in orario. Salvini torni da Marte e vada a farsi un giro nelle stazioni: scoprirà l’inferno della rete ferroviaria italiana, dove i treni viaggiano regolarmente con ore di ritardo, con disagi pesanti per italiani, turisti e lavoratori”. La Lega fa quadrato e replica con i senatori della Lega Tilde Minasi, capogruppo, Nino Germanà e Manfredi Potenti, componenti della commissione Trasporti: “Sui trasporti paghiamo anni di no. È imbarazzante che la sinistra si accorga ora del suo immobilismo. Il governo e il ministro Salvini, sono impegnati a far ripartire il Paese: se fosse per la sinistra non avremmo neanche l’alta velocità”. Anche sui social sfocia la rabbia con battute sarcastiche contro #Salvinipagliaccio.

In uno dei tanti ‘sfoghi’ appare ritratto in una foto in divisa da capotreno con il commento: “scusate… qualcuno ha visto quest’uomo? Pare sia il ministro dei Trasporti ma non ne sono sicuro”. In un altro è a torso nudo alla scrivania intento a fare bolle di sapone, con la didascalia che recita: “impegnato per risolvere i problemi dei trasporti”. Risate a denti stretti su un calvario annunciato anche a Ferragosto per chi va in vacanza in treno per i 1.400 cantieri estivi programmati da Rfi per manutenzione e ammodernamento della rete ferroviaria. Ma non solo. Incendi, guasti, incidenti e malfunzionamenti innescano rallentamenti e ritardi che in alcuni casi che superano i 100 minuti. E si arriva anche a sospensioni del servizio e treni cancellati. L’Alta Velocità sarà interrotta fino al 18 agosto da Milano a Bologna, e sulla Direttissima da Firenze a Roma fino al 23, tra Chiusi e Orvieto.

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Addio a Clio Napolitano, ‘rapporto alla pari’ lungo 60′

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‘Un rapporto alla pari’. Così Clio Napolitano amava definire i 64 anni di matrimonio con l’ex presidente della Repubblica. First lady riservata, è morta a Roma dopo una lunga malattia quasi a un anno preciso dal marito e a due mesi dal compleanno per i suoi 90 anni. Con il dirigente del Pci si conobbero a Napoli ma poi fu a Roma che scattò il corteggiamento: “Ci siamo molto frequentati al ristorante, tanto che mi diceva che l’avevo presa per fame…’, ricordava quegli anni l’ex presidente. L’ultima istantanea pubblica di Giorgio e Clio Napolitano insieme è del 14 gennaio 2015, il giorno in cui scesero dal Colle più alto di Roma per tornare a casa, nel rione Monti: poche centinaia di metri ma una distanza infinita per la signora Clio, first lady antipresenzialista, sempre allergica ai cerimoniali e alle auto blu nei 9 anni trascorsi al fianco dell’undicesimo presidente della Repubblica.

‘Bravo, grazie, bentornato presidente’, l’accoglienza della gente del rione di via dei Serpenti. ‘Abbiamo chiuso e riaperto gli scatoloni due volte e questa e’ quella che vale, perche’ indietro non si torna davvero’, diceva Clio Napolitano, al Corriere della Sera. Forse anche perché insofferente a scorte, auto blu e limitazioni (una volta si mise in fila davanti alle scuderie del Quirinale come una privata cittadina per visitare una mostra di pittura) da moglie del presidente della Repubblica, nel 2007 fu vittima di un incidente quando fu investita da un auto mentre da sola traversava la strada sulle strisce pedonali di fronte al Quirinale, fratturandosi una gamba e un braccio.

La signora Napolitano è stata avvocato della Lega delle Cooperative fino al 1992 (anno in cui il marito fu eletto alla presidenza della Camera). Si conobbero nel 1959 a Roma, dove lei si era trasferita dalla provincia di Ancona per fare pratica in uno studio legale e Napolitano era un promettente giovane dirigente del Pci. Si sposarono con rito civile a Roma dopo pochi mesi di fidanzamento e andarono a vivere a Napoli. Lei, figlia di due comunisti arrestati dal fascismo che la concepirono durante il confino politico a Ponza, difendeva i braccianti agricoli nelle cause contro i loro datori di lavoro. Gli stessi braccianti, quando vedevano Napolitano in qualche comizio, si davano di gomito e commentavano: ‘Quello è il marito dell’avvocato nostro’. La coppia si trasferì a Roma nel 1966, quando Napolitano, che era già deputato dal 1953, fu chiamato alla direzione nazionale del partito alle Botteghe Oscure. Andarono a vivere nell’appartamento a Monti, lo stesso dove torneranno dopo aver lasciato il Quirinale. Hanno avuto due figli, Giovanni e Giulio. Coppia inossidabile, hanno condiviso sempre le vacanze in val Pusteria e soprattutto a Stromboli.

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Manovra parte in salita, giù la produzione industriale

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La corsa per la terza manovra economica del governo Meloni è partita. La sfida vera è trovare i circa 10 miliardi mancanti, per confermare e sostenere le misure che stanno più a cuore all’esecutivo e Giancarlo Giorgetti è all’opera. Ma nel percorso a ostacoli della legge di bilancio pende anche la spada di damocle del calo della produzione industriale. Intanto, il ministro avvia le consultazioni con gli alleati. In via XX Settembre tocca a Forza Italia.

Una delegazione incontra il titolare dell’Economia, condivide e apprezza l’impostazione delle prossima legge di bilancio – specifica poi una nota del partito – ma piazza i suoi paletti. “Il taglio del cuneo fiscale è indispensabile per favorire la crescita”, ribadisce in un’intervista il segretario Antonio Tajani, assente giustificato perché in missione nei Balcani. E punta anche al calo dell’Irpef e all’altro mantra berlusconiano ossia l’aumento delle pensioni minime. La soglia dei 1000 euro al mese resta il traguardo a fine legislatura.

Ma per ora, gli azzurri confidano nel mantenimento della soglia dell’anno scorso poso sotto i 700 euro. Nel frattempo sulla via già stretta del governo, piombano i dati dell’Istat che registra il crollo della produzione industriale. A luglio l’indice complessivo scende in termini tendenziali del 3,3% (tenendo conto che i giorni lavorativi di calendario sono stati 23 contro i 21 di luglio 2023). Dati prevedibili e in linea con una contrazione generalizzata. Va peggio se si guarda a un periodo più lungo: da maggio 2022 a luglio 2024 l’indice crolla complessivamente al 6,7%.

La diminuzione si accentua per tessile, abbigliamento e pelli (-25%) e per il legno (-20,7%), complici probabilmente l’inflazione e il minor potere d’acquisto dei consumatori. Più resilienti risultano la produzione di alimentari, bevande e tabacco (-2%) e altre industrie manifatturiere (-0,9%). Tuttavia a far sperare, per un effetto a cascata, è la revisione al rialzo del Pil del 2021 che per l’Istat dovrebbe salire tra lo 0,9 e l’1,2% rispetto alla stima diffusa il primo marzo scorso (1.821.935 milioni di euro). Al di là di numeri e stime, resta la corsa a trovare le risorse che servono a confermare i ‘must’ del governo e cioè taglio del cuneo fiscale, riduzione dell’Irpef e bonus per la natalità. I forzisti, incontrando il ministro leghista, insistono sui sostegni alla classe media, come il taglio dell’Iperf dal 35 al 33%, e gli aiuti ai giovani sul fronte dei mutui per l’acquisto della prima casa e con interventi contro il caro affitti. Riferiscono di “un dialogo sereno” con il ministro e senza alcun pressing da parte loro. “Nessuna sparata o richiesta eccessiva”, sintetizza Maurizio Gasparri, presente al confronto. Suggerendo di cercare nella ‘selva’ delle detrazioni, per nuovi tagli e quindi soldi freschi.

E Giorgetti, aggiungono i presenti, mostra fiducia garantendo che lavorando bene, “potremmo farcela”. Un po’ di ossigeno invece potrebbe arrivare sui tempi della Finanziaria, stretti ma forse non strettissimi. Secondo fonti di maggioranza, sarebbe confermato al 17 settembre l’ok del Consiglio dei ministri al Piano strutturale di bilancio a sette anni, richiesto dalle nuove regole europee. Step successivo, il passaggio in Parlamento. Ma forse anche per questo, potrebbe slittare di qualche giorno l’invio del Piano a Bruxelles, finora fermo alla deadline del 20 settembre. Una dilazione che, di conseguenza, consentirebbe al governo di prendersi più tempo, oltre a garantire al Parlamento una discussione più approfondita sul Piano . Altra data a cui Palazzo Chigi guarda è il 23 settembre: allora l’Istat ha annunciato la revisione generale delle stime annuali dei Conti nazionali 1995-2023. Un elemento di cui il governo dovrà tenere conto nella messa a punto del Piano strutturale e del Documento programmatico di bilancio, che traccia dimensione e misure della manovra e che va presentato entro il 15 ottobre.

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Politica

G7, sopralluogo a Pompei, spunta l’ipotesi Bocelli

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Con il programma del G7 Cultura che tarda ad essere protocollato e con il riserbo totale al Comune di Pompei e al Parco archeologico, l’ormai famoso sopralluogo del ministero della Cultura per mettere a punto la tappa del G7 originariamente prevista nella Città degli scavi, si sarebbe svolto oggi. Intanto dal ministero della Cultura è partito un invito per Andrea Bocelli, il tenore italiano più amato nel mondo: non c’è tuttavia conferma di una sua performance al vertice dei sette Grandi, anche in considerazione della sua agenda fitta di impegni a livello internazionale. Una delegazione di tecnici del ministero, secondo quanto si apprende, accompagnata dal direttore generale degli Scavi, Gabriel Zuchtriegel, avrebbe effettuato in mattinata una ricognizione delle strade della città emersa dalle ceneri dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.

Una notizia che non viene confermata ufficialmente. A Pompei, fonti che si occupano dell’organizzazione dell’evento sottolineano che la visita agli scavi da parte dei ministri e delle delegazioni del G7 – prevista per il 20 settembre – non è stata mai formalmente annullata, dopo le rivelazioni di Maria Rosaria Boccia. Eventualmente, dubbi riguarderebbero il successivo concerto e poi la cena nella Palestra Grande, anche a causa del previsto maltempo. Al Comune di Pompei, tuttavia, per ora non sarebbero giunte notizie di dettaglio del nuovo programma al quale sta lavorando il ministro Alessandro Giuli.

“Aspettiamo notizie dal ministero”, si limitano a dire. Intanto tutto è pronto al Palazzo Reale di Napoli per accogliere le delegazioni dei 7 Grandi della Cultura. Lo splendido edificio che fu residenza dei viceré spagnoli, della dinastia borbonica e, dopo l’Unità d’Italia, dei Savoia ospiterà infatti il clou dell’evento, i lavori delle delegazioni estere attese dal 19 al 21 settembre. L’avvio è previsto nel pomeriggio del 19 al Mann, il Museo archeologico di Napoli, e già la mattina seguente ci sarà la prima sessione al Palazzo Reale, e poi sempre lì le conclusioni il 21 settembre. Nel mezzo la rinomata trasferta agli scavi di Pompei dove, oltre alla visita, si sarebbe dovuta tenere la cena e il concerto dell’orchestra Scarlatti diretto da Beatrice Venezi.

Il tutto in assenza di impedimenti meteo. La sede del Palazzo reale è infatti già prevista come “piano B” della location della cena dei 7 ministri della Cultura del 20 sera nel caso in cui la pioggia dovesse rendere impossibile il ricevimento all’aperto. Impossibile, invece, ipotizzare il trasferimento del concerto al Palazzo Reale: il Teatro di Corte, allestito dall’architetto Ferdinando Fuga per le nozze di Maria Carolina d’Austria con Ferdinando IV di Borbone, è infatti troppo piccolo per ospitare le delegazioni. Per il G7, in ogni caso, il Museo del Palazzo Reale resterà chiuso al pubblico dal 16 al 22 settembre, giorni in cui sono previste le opere di allestimento dell’Appartamento di Etichetta, il nucleo antico di tutto l’edifìcio al piano nobile. Se la cena dovesse tenersi al Palazzo Reale sarà allestita nell’Ambulacro, la loggia in origine aperta e ora protetta da vetrate ottocentesche a cui si accede dall’imponente Scalone d’onore.

Tutto il corridoio dell’Appartamento di Etichetta sarà dedicato ad accogliere l’evento che vedrà la sessione plenaria nel Salone d’Ercole e le sale adiacenti riservate alle riunioni bilaterali, ai ministri, alla stampa. Intanto, essendo in partenza per il restauro il Trono, sarà una preziosa seduta del 1700 appartenuta ai Borboni ad allestire la sala della regale poltrona, uno degli ambienti più rappresentativi della Reggia. Il Giardino Romantico resterà invece accessibile al pubblico ad eccezione dei soli giorni 20 e 21 settembre.

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