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Rush di Natale sulla manovra, a rischio le micronorme

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Rush di Natale per approvare la manovra in Senato. Il percorso della legge di bilancio, in un altro anno straordinario a causa del Covid, ha seguito un iter altrettanto peculiare, in linea con il clima in cui si arriva al voto di fiducia. A Palazzo Madama i timori dei senatori di non trascorrere la mattina della Vigilia a casa si mischiano con quelli che la Ragioneria possa depennare, per mancanza di coperture parte delle micromisure, introdotte dai parlamentari con una valanga di circa 180 norme che fanno lievitare il maxiemendamento a 1015 commi. Sono tante le proposte sotto il milione di euro approvate nella notte fra lunedi’ e martedi’ nella seduta maratona della commissione Bilancio, che ha impiegato oltre un mese a portare a termine il suo esame. Si arriva fino al record dei 7.000 euro per esentare dal pedaggio autostradale vigili del fuoco, forestale e protezione civile valdostana, senza dimenticare gli 82mila euro per il comune di Verduno per assumere 2 amministrativi e i 600mila euro per i campi sportivi dell’istituto Mennea di Barletta. Blindato e’ invece il corpo della manovra, che stanzia 8 miliardi per il taglio delle tasse, che cambia le aliquote Irpef e annulla l’Irap per imprenditori individuali e professionisti. Altri 3,8 miliardi servono a contenere gli aumenti delle bollette, che le famiglie potranno pagare in 10 rate fino ad aprile. Oltre alla proroga di 180 giorni per le cartelle e agli interventi sulla scuola (anche quest’anno bastera’ un’ordinanza del ministro per adattare l’esame di maturita’ alle esigenze dettate dal Covid), il tema piu’ dibattuto nella maggioranza e’ stato il Superbonus. Saltano il tetto Isee per le villette, le limitazioni alla prima casa e ai riferimenti alla Cila, bastera’ aver completato il 30% dei lavori entro giugno per godere della proroga fino a fine 2022. E la stretta del decreto anti-frodi non si applica ai lavori sotto i 10mila euro. Una serie di novita’ a cui, suo malgrado, si e’ dovuto arrendere il governo perche’, come ha sottolineato anche ieri il premier Mario Draghi, questa misura “ha dato molto beneficio ma ha creato distorsioni”. Alla fine e’ arrivata l’intesa fra esecutivo e partiti, appena prima che potesse diventare concreto il rischio dell’esercizio provvisorio. La manovra infatti dopo aver incassato l’ok del Senato entro il 25 dicembre, passera’ alla Camera per il via libera definitivo a un soffio da Capodanno. Introdotta all’ultimo anche una stretta anti-delocalizzazioni ‘selvagge’, aumentato il fondo per la non autosufficienza e anche quello per i lavoratori dello spettacolo con 70 milioni il prossimo anno e 40 nel 2023. Fra le novita’ anche sgravi alle Pmi che assumono apprendisti, una stretta contro i falsi tirocini e l’esenzione dalla tassa sui ‘tavolini’ per bar, ristoranti e ambulanti fino a marzo. Tutto questo e’ sostanzialmente blindato. Su altre misure pende la scure della Ragioneria di Stato. “Erano proprio tante marchette”, ammette una senatrice parlando con una collega, in attesa che si aprano le porte dell’emiciclo. Un’attesa prolungata, perche’ il maxiemendamento su cui il governo ha deciso di porre la fiducia non e’ arriva ne’ alle 18 ne’ alle 20, aumentando il rischio che possa non bastare una seduta notturna. Intanto il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al decreto attuativo dell’assegno unico, una piccola rivoluzione che garantisce dai 50 ai 175 euro al mese per ciascun figlio. Varato anche il tradizionale milleproroghe di fine anno, con tanti termini che slittano secondo le esigenze sanitarie, e non solo, dettate dalla pandemia: cosi’ per tutto il 2022 sara’ valido il golden power rafforzato, alle suppletive di gennaio per il collegio Roma 1 sara’ garantito il voto a chi si trova negli ospedali che ospitano reparti Covid e per chi e’ in quarantena o in isolamento fiduciario. E’ previsto anche un anno in piu’ per la gestione del commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso del Comune di Roma.

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Politica

La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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